di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO DEL 6 GENNAIO 2025
Non esiste alcun collegamento tra l’arresto di Cecilia Sala a Teheran e quello di Mohammad Abedini Najafabadi a Milano.
Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ismail Beqaei, rispondendo a una domanda sul caso della giornalista italiana detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin a Teheran.
Riferendosi alle ragioni della detenzione di Sala, Beqaei ha detto che “il ministero dell’Orientamento ha rilasciato una dichiarazione chiara sui motivi dell’arresto: aver violato le leggi iraniane”.
“Ci opponiamo al fatto che cittadini iraniani siano perseguiti ed estradati da alcuni Paesi su richiesta degli Stati Uniti” ha detto il portavoce, “è una specie di presa di ostaggi. L’accusa mossa a questi cittadini di aggirare le sanzioni unilaterali americane è infondata. La nostra richiesta a questi Paesi è di non lasciare che le loro relazioni bilaterali con l’Iran siano influenzate dalle richieste illegali di terzi”.
AGGIORNAMENTO DEL 4 GENNAIO 2025
Sempre più duro lo scontro fra Italia e Iran
È sempre più duro lo scontro fra Italia e Iran. Un braccio di ferro ad alta tensione in cui Teheran collega direttamente il destino di Cecilia Sala, detenuta dal 19 dicembre nella prigione di Evin, a quello di Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato tre giorni prima a Malpensa su richiesta degli Usa (leggi dettagli nell’ultimo paragrafo).
“Roma rigetti la politica sugli ostaggi degli Stati Uniti e crei le condizioni per il rilascio” di Abedini, altrimenti rischia di “danneggiare” i rapporti con Teheran, è il messaggio recapitato all’ambasciatrice italiana Paola Amadei, convocata in mattinata al Ministero degli esteri iraniano.
Una situazione intricata da ogni punto di vista, umano, giudiziario e geopolitico. E in queste ore delicate la famiglia della giornalista italiana ha chiesto il silenzio stampa, con il timore che “il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione”.
Dal carcere di Opera, Abedini si è fatto scrivere dal suo avvocato il nome di Cecilia Sala su un foglio: “Pregherò per me e per lei”. Il 15 gennaio è attesa l’udienza sulla richiesta dei domiciliari, a cui ha dato parere negativo la Procura generale di Milano. Vuole che resti in cella anche la giustizia americana, in pressing per l’estradizione del 38enne ingegnere meccanico, accusato di cospirazione e supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica.
Orsini: “È Abedini ad essere trattato come una bestia”
Assai polemico l’analista di geopolitica Alessandro Orsini, ex Docente LUISS allontanato dal programma di analisi internazionali per la sua visione della guerra in Ucraina in contrasto coin gli interessi NATO:«A coloro che dicono che l’Italia è moralmente e giuridicamente superiore all’Iran ricordo che, dopo tre settimane, Abedini si trova in carcere senza accuse. Gli Stati Uniti non hanno ancora inviato ai magistrati italiani la documentazione con le prove a carico di Abedini».
«I giornalisti che mi attaccano dicendo che le prove contro Abedini sono “precise e circostanziate” affermano il falso. Aggiungo che, quando Abedini è stato arrestato, il governo Meloni ha trattato Abedini come un animale, sbattuto senza accuse nel carcere peggiore di tutti per lui, il carcere di Rossano Calabro, pieno di terroristi sunniti nemici di Abedini, che, invece, è sciita» nota l’opinionista Orsini.
«Ad Abedini sono stati negati tutti i diritti fondamentali. Non ha potuto parlare con il console, con gli avvocati e con i familiari. La situazione di Abedini è migliorata soltanto quando il governo Meloni ha saputo che l’Iran aveva iniziato a trattare una nostra connazionale con gli stessi metodi con cui l’Italia stava trattando Abedini».
ARTICOLO DEL 27 DICEMBRE 2024
Giornalista italiana arrestata per violazione delle leggi in Iran: Ministero della Cultura
«In una dichiarazione di lunedì, ha affermato che la politica del Ministero iraniano della Cultura e della Guida Islamica ha costantemente accolto con favore i viaggi e le attività legittime dei giornalisti di vari organi di stampa internazionali»,
ha riferito l’IRNA (Ismaic Republic Nazional Agency).
Il ministero mira ad aumentare la presenza dei media stranieri nel paese e a proteggere i loro diritti legali, una politica che viene perseguita attivamente dall’attuale governo, ha osservato la dichiarazione.
Ha sottolineato che una cittadina italiana, Cecilia Sala, si è recata in Iran con un visto da giornalista il 13 dicembre 2024, ma è stata arrestata il 19 dicembre 2024, con l’accusa di violazione delle leggi della Repubblica Islamica dell’Iran.
La dichiarazione ha osservato che il suo caso è attualmente sotto inchiesta, aggiungendo che il suo arresto è stato condotto in conformità con le normative pertinenti. L’ambasciata italiana a Teheran è stata informata e durante questo periodo le è stato concesso l’accesso consolare ed è in contatto con la sua famiglia telefonicamente, ha inoltre osservato.
Il sitoweb della TV Nazionale Italiana, pilotato dal Governo Meloni in modo vergognoso su ogni questione geopolitica tanto da sostenere apertamente i terroristi jihadisti stupratori di bambine che sono saliti al governo in Siria, continua a parlare di una ritorsione in risposta all’arresto di un cittadino iraniano effettuato dall’italia su ordine della Giustizia USA (leggi dettagli nell’ultimo paragrafo).
Sui social, però, l’arresto della giornalista ha suscitato una vasta eco di condanna nei suoi confronti per le posizioni palesemente filo-atltantiste e persino estremiste quando nei suoi post condannò i Marò Italiani arrestati in India e accusati di omicidio dopo che uccisero due pescatori indiani mentre si trovavano su una petroliera quale contingente della Marina Militare in missione di protezione della nave mercantile in acque a rischio di pirateria.
Sala più volte sostenne che l’Italia non doveva attivarsi per la loro difesa legale. Oggi in molti chiedono al Governo Italiano di fare lo stesso nei suoi confronti. Anche alla luce della stretta partnership con uno speculatore d’affari che investe soprattutto in fondi governativi americani scoperta da Gospa News…
ARTICOLO PUBBLICATO IL 28 DICEMBRE 2024
Giornalista italiana arrestata in Iran
In Iran e in Russia scoppiano casi internazionali sui giornalisti arrestati per presunte attività di propaganda geopolitica in ossequio alla visione democratica della NATO che in Siria, tramite la Turchia e Israele, ha usato terroristi jihadisti stupratori di bambine per rovesciare il preidenente legittimamemte eletto Bashar Al Assad.
In Ucraina e in Palestina le forze armate sostenute e appoggiate dall’Unione Europea e dall’Occidente ammazzano i giornalisti a manciate ogni giorno. Così si elimina sul nascere l’eventuale probabilità di un incidente diplomatico…
«Cinque giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano notturno che ha colpito il loro veicolo a Gaza, hanno affermato giovedì un ospedale e il loro organo di stampa in una dichiarazione» riportava due giorni fa la CNN, confermando una strategia ben nota dei regimi nazi-sionisti di Zelensky e Netanyahu come sinsegna la vicenda di Gonzalo Lira.
Lo sanno bene i genitori di Andrea Rocchelli, il fotoreporter italiano trucidato dalla Guardia Nazionale Ucraina il 24 maggio 2014, che hanno chiesto giustizia in Europa dopo non averla avuta in Italia dove il paramilitare ucraino imputato con prove schiaccianti di “tiro al bersaglio“ è stato assolto.
Ci spiace davvero tanto per la giornalista Cecilia Sala,
arrestata il 19 dicembre scorso a Teheran, dopo aver ottenuto un regolare visto giornalistico per effettuare alcuni reportages.
Il Libro della Giornalista sulla “Democrazia” delle Rivoluzioni Colorate di Soros
Ma al tempo stesso non saremmo stati così sprovveduti da tornare in Iran dopo aver scritto un libro che fin dal titolo inneggia alle rivoluzioni colorate, finanziate da George Soros e dai paesi NATO, in nazioni dal delicatissimo equilibrio politico proprio perchè perseguitate dagli USA e dall’intelligence occidentale.
“L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan“ è un suo manoscritto che fin dal titolo puzza di narrazione di quella vergognosa esportazione della democrazia americana che ha causato il sanguinario golpe del 2014 a Kiev, ordito da cecchini assoldati dal controspionaggio della CIA (Central Intelligence Agency), e le Primavere Arabe culminate di recente nella caduta del Governo Siriano in mano a tagliagole assassini: lo dice un ex funzionario italiano dell’Interpol!
Ecco le ultime note di RAI News sulla vicenda:
“Il ministero degli Affari Esteri rende noto che la giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran. Su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l’ambasciata e il consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio. In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione”. Lo comunica la Farnesina.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scritto sui social: “tutto il Governo, in primis il Presidente Giorgia Meloni e il Ministro Tajani, si è mosso per farla liberare. Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro”, ha aggiunto.
Secondo Crosetto “le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare, ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada”.
Nessuno dei due ministeri rammenta che Cecilia Sala sta lavorando per un media di cui è co-proprietario uno speculatore finanziario sui fondi USA.
Imbarazzante che una reporter che dovrebbe andare in un paese straniero per fare informazione oggettiva sia connessa a tali vincoli economici.
Ciò avrebbe reso facile per ogni giovane giornalista fare carriera raccontando le narrazioni di mainstream contro i paesi nel mirino degli USA come l’Iran e l’Ucraina…
La Reporter di ChoraMedia: testata di Mainstream fondata dall’ex direttore di Repubblica Calabresi
Sala si trova da una settimana “in una cella di isolamento” di Evin, “dove vengono tenuti i dissidenti”. E’ quanto riferisce Choramedia, la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza ‘Stories’, sottolineando che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato”.
“Cecilia era lì perché da tempo voleva tornare a Teheran, aveva scritto gran parte del suo ultimo libro ‘L’incendio’ sul movimento delle giovani iraniane. A inizio dicembre le era stato concesso un visto di 8 giorni, un visto che, ho visto un carteggio, poteva avere una proroga. Era seguita da un fixer dell’ambasciata per gli incontri e aveva fatto le prime 3 puntate di Stories“: così Mario Calabresi, direttore di Chora Media, parla della giornalista Cecilia Sala arrestata a Teheran a ‘Il Cavallo e la Torre‘ su Raitre.
“Venerdì 20 doveva tornare in Italia ma dal giorno prima il telefono era muto. Ci ha preoccupato che Cecilia, che non ha mai ritardato l’invio del suo podcast perché è molto meticolosa, verso le 14.30 non ha mandato nulla e non aveva fatto il check in dell’aereo. E’ stata subito attivata l’unità di crisi della Farnesina“.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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