ALLARME CANCRO mRNA DAGLI USA! Studio FDA conferma Alta Contaminazione DNA CANCEROGENA nei vaccini Covid-19. Già denunciata dal Chirurgo Generale della Florida
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
I vaccini Covid-19 mRNA di Pfizer contengono livelli di DNA residuo che superano i limiti di sicurezza normativi, secondo uno studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato questa settimana sul Journal of High School Science.
La ricerca è stata condotta da studenti scienziati presso il laboratorio White Oak Campus della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti nel Maryland. FDA è l’ente regolatore dei farmaci negli USA che ha condesso le autorizzazioni all’uso di emergenza dei vaccini Covid.
Questo studio conferma la validità dell’allarme lanciato molti mesi fa dal chirurgo generale della Florida Joseph Ladapo sui pericoli dei sieri genetici mRNA che lo hanno portato a sconsigliare la vaccinazione Covid per le persone fragili e anziane.
Mentre il Ministero della Salute italiano, debbene guidato da un oncologo come il professor Orazio Schillaci, ha continuato a ignorare il problema raccomandando persino l’Ottava dose (o sesto booster) nonostante la sua pericolosità.
Proprio a causa di questi frammenti di DNA, molti scienziati in tutto il mondo hanno chiesto l’immediata sospensione della somministrazione di vaccini e alcune città in Australia ne hanno vietato l’uso.
Il DNA residuo si riferisce a piccoli pezzi di materiale genetico che possono rimanere nei vaccini o nei medicinali dopo la produzione. Questi frammenti provengono dalle cellule o dai processi utilizzati per realizzare i prodotti.
Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) affermano che una singola dose di vaccino non deve contenere più di 10 nanogrammi di DNA residuo. Lo studio, tuttavia, ha rilevato livelli nei vaccini Pfizer che superavano questo limite da sei a 470 volte.
I ricercatori hanno analizzato i vaccini ottenuti da BEI Resources, un fornitore collegato al National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Hanno utilizzato i metodi NanoDrop e Qubit per misurare i livelli di DNA. Entrambi i metodi hanno mostrato una contaminazione superiore alle soglie accettabili. DNA residuo è stato trovato in sei fiale di due diversi lotti di vaccini.
Il riassunto dello studio
Mentre lo studio affermava che i rischi per la salute posti dai frammenti di DNA sono “attualmente sconosciuti”,
i ricercatori hanno avvertito che, in teoria, potrebbero integrarsi nel DNA umano e aumentare il rischio di mutazioni genetiche.
Hanno anche sollevato preoccupazioni sul fatto che i frammenti possano contenere oncogeni, che potrebbero portare al cancro. Gli autori hanno raccomandato ulteriori test per valutare i potenziali rischi.
«Nonostante il rapido sviluppo dei vaccini mRNA SARS-CoV-2 per combattere la pandemia di malattia infettiva da Coronavirus 2019 (COVID-19), l’esitazione vaccinale ha guadagnato terreno con il proseguire della pandemia. Tra gli argomenti ampiamente discussi relativi ai vaccini mRNA COVID-19, la contaminazione del DNA ha messo in dubbio la qualità del prodotto e potrebbe aver minato la fiducia del pubblico» scrivono gli scienziati Wang, Kim A. e Kim K..
«Qui, segnaliamo un metodo semplice per rilevare il DNA plasmidico replicabile residuo presente nei vaccini mRNA come impurità. Utilizzando 4 fiale di vaccini sperimentali a mRNA, abbiamo scoperto che due su quattro fiale di quei vaccini sperimentali a mRNA contenevano DNA plasmidico residuo che trasformava le cellule di Escherichia coli. Abbiamo quindi applicato il nostro metodo per valutare 2 lotti separati di vaccini a mRNA Pfizer COVID-19 e non abbiamo trovato DNA plasmidico competente per la replicazione. Tuttavia, questi vaccini autorizzati contengono DNA residuo a un livello che supera i 10 ng per dose. I nostri risultati suggeriscono che un monitoraggio rigoroso e trasparente dell’impurità del DNA può aiutare ad aumentare la fiducia del pubblico nei vaccini a mRNA».
La FDA non ha ancora commentato i risultati. Sebbene i resoconti sulla contaminazione del DNA nei vaccini anti-Covid-19 siano in circolazione da anni, le autorità di regolamentazione statunitensi li hanno ripetutamente ignorati, affermando che non presentano rischi per la salute.
Kevin McKernan, fondatore di Medicinal Genomics, ha descritto i risultati come una “bomba” e ha avvertito che i frammenti di DNA potrebbero sovrastimolare il sistema immunitario, potenzialmente “alimentando la crescita del cancro”.
“L’esposizione ripetuta al DNA estraneo tramite i richiami del Covid-19 potrebbe amplificare questo rischio nel tempo, creando condizioni favorevoli allo sviluppo del cancro”, ha affermato McKernan in un’intervista con Maryanne Demasi, una giornalista investigativa con sede in Australia che per prima ha attirato l’attenzione del pubblico sullo studio.
Nikolai Petrovsky, professore di immunologia e direttore di Vaxine, un’azienda biotecnologica australiana, ha affermato che i risultati erano una “pistola fumante” e necessitavano di un’attenzione urgente da parte delle autorità di regolamentazione. Petrovsky ha anche accusato la FDA di aver nascosto informazioni al pubblico, affermando che lo studio “dimostra chiaramente che la FDA era a conoscenza di questi dati”, dato che è stato condotto nel suo laboratorio sotto la supervisione dei suoi scienziati.
L’analisi della bioimmunologa canadese Jessica Rose
Ulteriori dettagli scientifici nell’articolo della bioimmunologa canadese Jessica Rose che ha commentato la ricerca come segue:
«Questi studenti dimostrano un pensiero innovativo, un fantastico utilizzo delle loro idee e eccellenti capacità di scrittura e produzione di figure. Per me, il loro lavoro dimostra un livello di qualità molto più elevato di quello che abbiamo visto emergere da altri laboratori, compresi laboratori estremamente ben finanziati (dall’industria farmaceutica), e questo solleva una domanda molto importante».
«Se questi studenti delle superiori possono facilmente dimostrare il DNA in fiale di prodotti commerciali (e queste includevano fiale XBB, di produzione successiva) che sono state iniettate in miliardi di persone, perché i produttori e gli enti regolatori non sembrano riuscirci dopo 3 anni?» si chiede Jessica Rose.
«E inoltre, quando gli enti regolatori (HC, TGA, in particolare) sono stati informati di queste scoperte da una moltitudine di laboratori in tutto il mondo, perché hanno sottovalutato l’importanza e la rilevanza del DNA estraneo competente per la replicazione nelle fiale, soprattutto quando tra questi c’è il promotore/potenziatore SV40? La TGA ha infatti definito il nostro lavoro “disinformazione”».
PRINCIPALI FONTI
ARTICOLI CORRELATI