UN CRISTIANO SU 7 PERSEGUITATO NEL MONDO. Ma il Rapporto dei Protestanti di Open Doors Ignora i Crimini Religiosi compiuti da Ucraini e Sionisti Israeliani
Nell’immagine di copertina la strage di bambini cristiani nella Chiesa Ortodossa di San Porfirio a Gaza e un raid del Servizi di Sicurezza Ucraina SBU in un monastero di Kiev
Introduzione di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Forse per la prima volta nella storia l’importante rapporto annuale dell’organizzazione Open Doors sui cristiani perseguitati è gravemente lacunoso.
Per quanto il lavoro sia svolto con il consueto zelo e una meticolosa analisi dei contesti mondiali di persecuzione dei Cristiani dall’elenco delle nazioni ove i credenti i Gesù Cristo sono vittima di soprusi e violenze ne mancano due fondamentali nel contesto geopolitico contemporaneo: Ucraina e Israele.
La loro assenza è spiegabile per una ragione politico religiosa…
«Porte Aperte/Open Doors è un’agenzia da 70 anni impegnata nel campo umanitario, sostenendo concretamente i cristiani perseguitati in paesi dove esistono discriminazione e persecuzione anticristiana. È inoltre attiva nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa, e nella ricerca sul campo di cause e soluzioni alla persecuzione» scrive l’associazione nel suo sito.
«Il nostro proposito è rafforzare ed equipaggiare le comunità cristiane che affrontano persecuzioni a causa della loro fede. In Italia sensibilizziamo e diffondiamo informazioni sulla persecuzione, proponendoci come la fonte più attendibile in questo ambito grazie alle nostre ricerche sul campo. Raccogliamo inoltre supporto e azione in favore dei perseguitati» aggiunge senza specificare la loro confessione religiosa.
Ma basta leggere i dettagli della loro attività nel sito Open Doors in Inglese per comprendere la loro impronta:
Lungi da ogni pensiero di Gospa News, affiliata al sito Rinascimento Cristiano per l’ecumenismo confessionale, contestare all’organizzazione fondata dal pastore Olandese Andrew “Anne” van der Bijl, denominato Fratello Andrew, la sua appartenenza confessionale.
Ma la sua affiliazione a una chiesa anglicana e pertanto anglosassone spiega perché le persecuzioni contro la Chiesa Ortodossa Ucraina devota al Patriarca di Mosca e i genocidi compiuti dagli Israeliani Sionisti in Terra Santa anche contro i Cristiani in palestina, Libano e Siria non vengono registrati. Nonostante siano stati oggetto delle accorate denunce del pontefice cattolico Francesco, dell’ONU e di molti vescovi maroniti.
Abbiamo dedicato varie inchieste agli intrighi tra Sionismo e Massoneria, il cui primo ordine di regole nell’antesignana Grande Loggia d’Inghilterra fu scritto proprio da un pastore protestante…
Purtroppo la vergognosa disinformazione del mainstream occidentale ha “infettato” anche uno dei più autorevoli rapporti sulle persecuzioni dei Cristiani nel mondo… Ma vale comunque la pena di leggerlo nell’ottimo reportage de La Nuova Bussola Quotidiana.
Tutti i link a precedenti reportage di Gospa News inseriti nell’articolo sono stati aggiunti a posteriori
Un cristiano su sette è perseguitato. Ma nel mondo calano le violenze
di Anna Bono – pubblicato in origine da La Nuova Bussola Quotidiana
Sono almeno 380 milioni nel mondo i cristiani che affrontano il rischio di essere perseguitati per la loro fede, 310 milioni dei quali vivono in 50 paesi in cui essere cristiani è particolarmente difficile, persino pericoloso. È questa la cifra globale della persecuzione dei cristiani secondo Open Doors, l’associazione internazionale impegnata dal 1955 a sostenere con preghiere e aiuti materiali i fedeli in difficoltà, che ogni anno pubblica nel mese di gennaio la World Watch List (WWL), un rapporto dettagliato sulla situazione dei cristiani, realizzato sulla base di dati raccolti in 100 paesi. L’edizione attuale, diffusa il 15 gennaio, è relativa al periodo che va dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2024.
Nel periodo considerato e nei 100 paesi monitorati 4.476 cristiani sono stati uccisi in odio alla fede, 3.775 sono stati rapiti, 4.744 sono stati arrestati e detenuti arbitrariamente. Inoltre 7.679 chiese ed edifici religiosi sono stati attaccati, danneggiati o costretti a chiudere dalle autorità governative o per gravi motivi di sicurezza. Sono cifre che confermano l’entità intollerabile delle violenze inflitte ai cristiani.
Tuttavia indicano una netta riduzione dei casi rispetto all’anno precedente, una tendenza che si può solo sperare possa venire confermata nei prossimi mesi. Rispetto al periodo precedente – dal 1 ottobre 2022 al 30 settembre 2023 – gli omicidi sono 522 in meno, diminuiti quasi dell’11%, (e 1.145 meno che nel periodo 2021-2022); gli arresti arbitrari sono 340 in meno (ne erano stati denunciati 4.125 nel rapporto 2024); i rapimenti sono 131 in meno rispetto ai 3.906 del rapporto 2024. Quasi dimezzato risulta inoltre il numero delle chiese attaccate o chiuse che nel 2022-2023 erano state 14.766.
Ma, sottolinea Open Doors, la persecuzione assume anche altre forme: violenze verbali, vessazioni, discriminazioni, intimidazioni, vari livelli di emarginazione sociale, economica e politica, negazione della libertà di culto. Per Open Doors è tale «qualsiasi ostilità subita come conseguenza dell’identificazione di un individuo o di un intero gruppo con Cristo e può includere atteggiamenti, parole e azioni ostili». Alla diminuzione degli attacchi alle chiese corrisponde, ad esempio, un sensibile aumento degli attacchi e dei danni alle abitazioni private e alle attività economiche dei cristiani, da 27.171 a 28.368.
Fenomeni estremamente preoccupanti, in quanto indicativi di una crescente intolleranza, sono inoltre i profughi, messi in fuga, oltre che dall’insicurezza, dalla precarietà delle condizioni di vita, e i cristiani “invisibili”, che cioè nascondono la loro scelta di fede per non essere oggetto di ostracismo e peggio. È un problema che riguarda soprattutto i convertiti da altre religioni che spesso vengono isolati e ripudiati dai loro stessi famigliari. Inoltre si registra un costante aumento di altre forme di violenza: torture, aggressioni, abusi, stupri, matrimoni e conversioni forzati.
Così intesa, la persecuzione colpisce un cristiano ogni sette globalmente: uno ogni cinque in Africa, due ogni cinque in Asia, uno ogni 16 in America Latina. In 13 stati raggiunge livelli estremi, in 37 livelli molto elevati. Sono i 50 paesi classificati nella WWL, quelli in cui i cristiani sono più duramente attaccati nelle varie sfere della loro vita: privata, famigliare, comunitaria, ecclesiale e pubblica.
Open Doors descrive nel dettaglio forme e livelli di persecuzione di ogni paese. Nell’insieme sono da evidenziare alcuni fattori che incidono sulla gravità e la diffusione della persecuzione. Il primo è il ruolo svolto dell’islam. Sono islamici 8 dei 13 paesi in cui la persecuzione è classificata come estrema e anche in un altro, la Nigeria, dove la popolazione è per circa la metà musulmana, la minaccia ai cristiani è rappresentata da gruppi jihadisti e dall’etnia Fulani, islamica.
La Nigeria si conferma il paese in cui si uccidono più cristiani: 3.100 sul totale di 4.476. Anche in 28 dei 37 stati nei quali il livello di persecuzione è definito molto elevato è l’islam il fattore principale o uno dei fattori determinanti che alimentano odio e intolleranza. È il caso ad esempio della Repubblica democratica del Congo, a maggioranza cristiana, dove i cristiani, soprattutto negli ultimi anni, sono vittime delle Forze democratiche alleate (Adf), un gruppo jihadista originario dell’Uganda e affiliato all’Isis, lo Stato Islamico, che li rapisce e uccide e attacca chiese e strutture religiose.
Un altro fattore è il ruolo e la responsabilità dei governi nel determinare il livello di persecuzione. Giordania, Pakistan, Egitto e altri stati a maggioranza islamica hanno governi che da anni danno segnali e intraprendono atti concreti in favore dei cristiani cercando di contrastare i gruppi jihadisti e l’intolleranza diffusa nella popolazione.
Il regime della Corea del Nord segna invece il livello estremo di persecuzione nei confronti di qualsiasi religione. Per questo il paese ha sempre occupato la prima posizione nella WWL, ad eccezione della WWL 2022 dove è stata superata dall’Afghanistan. Anche i regimi comunisti vedono nella religione una minaccia e, se pure tollerano la presenza di fedeli, li sottopongono a controlli e a limitazioni nella pratica religiosa.
È quel che succede in Cina, specialmente dopo l’adozione del piano di sinicizzazione della religione cristiana avviato nel 2018. L’India è l’altro grande paese in cui i cristiani scontano la presenza di un governo che non li tutela. Dal 2014 è guidato dal primo ministro Narendra Modi e dal suo partito nazionalista indù, il Bjp, e da allora i fondamentalisti indù hanno intensificato violenze e vessazioni nei confronti dei cristiani e campagne di diffamazione per rendere la popolazione ostile e diffidente nei loro confronti. La Cina è salita dal 19° all’11° posto nella WWL. L’India è stabilmente all’11°.
La versione italiana della WWL e dell’intero rapporto è disponibile sul sito web dell’associazione. Il link è: https://www.porteaperteitalia.org/world-watch-list/2025/
di Anna Bono – pubblicato in origine da La Nuova Bussola Quotidiana
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