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KILLER MAFIOSO ASSOLTO DA OMICIDIO DI DONNA INCINTA PER PRESCRIZIONE. Invece a Giudizio l’Avvocato delle Vittime perché Denunciò Depistaggi come su Borsellino

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Nell’immagine di copertina il boss Nino Madonia e i coniugi Ida Castelluccio e Nino Agostino del cui omicidio è stato imputato

di Carlo Domenico Cristofori

Sotto il profilo giurisprudenziale bisognerà attendere i futuri e lentissimi sviluppi processuali che hanno consentito a un noto killer  di Cosa Nostra di ottenere il proscioglimento dall’accusa di omicidio di una donna incinta per intervenuta prescrizione del reato.

Sotto il profilo morale due differenti procedimenti penali tortuosi fanno vomitare chiunque in Italia possieda ancora un minimo senso di onestà e giustizia perchè l’avvocato di parte civile, patrocinatore dei parenti delle vittime, è stato rinviato a giudizio per calunnia dopo aver denunciato un presunto complotto giudiziario.

Fino a pochi giorni fa l’imputazione coatta dello stimato avvocato antimafia Fabio Repici di Messina, noto per aver assistito i familiari del giudice Paolo Borsellino nel processo sulla strage di Via D’Amelio e i relativi depistaggi, poteva apparire come la normale conseguenza di sospetti infondati.

Altrimenti rischia di passare la convinzione che troppi giudici sono inclini a soppesare i cavilli di legge a favore degli ergastolani della Piovra molto più che a tutela delle vittime di essa…

L’Ergastolano di Cosa Nostra prosciolto da un Omicidio per Prescizione

Ieri, dopo che la Corte di Cassazione di Roma ha prosciolto il boss mafioso Nino Madonia da un’accusa di omicidio per intervenuta prescrizione i suoi sospetti dovrebbero essere rilanciati da chiunque in Italia abbia ancora un minimo di rispetto verso il diritto di non crepare di mafia…

Antonio Madonia – link video tra le fonti

Antonino Madonia, detto anche Nino (Palermo, 14 settembre 1952), è un boss mafioso della famiglia di Resuttana e condannato a 7 ergastoli come responsabile di vari omicidi. Primogenito del boss di Cosa nostra Francesco Madonia, capo storico del mandamento di Resuttana, morto in carcere a Napoli nel 2007 e uno dei maggiori alleati dei Corleonesi.

Come aggiunge Wikipedia tra i principali delitti di cui si è macchiato ci sono:

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Inoltre è stato condannato anche per il fallito attentato all’Addaura ai danni del giudice Giovanni Falcone del giugno 1989 e implicato come possibile esecutore materiale dell’omicidio di Piersanti Mattarella.

Impunito l’Assassinio delle Moglie Incinta del Poliziotto Agostino

Il caso è quello eclatante dell’omicidio del poliziotto Nino Agostino, ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio, che era in stato di gravidanza, il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini (Palermo).

«I giudici della Prima Sezione Penale della Suprema Corte con la sentenza pronunciata questa mattina, dopo il differimento deciso in seguito all’udienza che si è celebrata lo scorso 14 gennaio, hanno annullato con rinvio la sentenza della Corte di Assise di Palermo che nell’ottobre 2023 aveva ribadito l’ergastolo, già inflitto in primo grado dopo il rito abbreviato per l’omicidio Agostino e hanno annullato senza rinvio quella per l’omicidio Castelluccio per prescrizione» ha scritto RAI News liquidando l’inquietante notizia in pochissime righe.

Nell’udienza del 14 gennaio scorso il sostituto procuratore generale della Cassazione Giuseppina Casella nel corso della requisitoria aveva sottolineato come ”siamo in un quest’aula a trattare un fatto risalente a oltre 35 anni fa che ha richiesto uno sforzo importante di ricostruzione da parte dell’autorità giudiziaria di Palermo, che si è anche trovata di fronte a qualche tentativo di depistaggio”.

La Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per il boss di Cosa nostra, di recente indagato dalla procura di Palermo anche per l’omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella.

Ida Castelluccio e Nino Agostino

Ebbene la morte della giovanissima moglie incinta del poliziotto è diventata un reato prescritto dopo una vergognosa lungaggine della giustizia italiana per l’assenza dell’aggravante della PREMEDITAZIONE nel delitto.

Ovvero, secondo la logica degli Ermellini della Cassazione intuibile dal pronunciamento riferito dai media, l’imputato Madonia avrebbe sparato alla donna sebbene avesse premeditato di uccidere solop il marito.

In mancanza di ulteriori particolari sulla sentenza (che sarà depositata entro 90 giornio) non possiamo entrare nel merito dei motivi di revisione del processo sull’assasinio del poliziotto Agostino.

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Ma ci basta per evidenziare che la prescrizione per l’omicidio mafioso di una donna in gravidanza è una vergogna imperitura destinata a ribadire il fallimento della giustizia italiana soprattutto a causa del malfunzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura, più volte denunciato dalle stesse toghe per lo scandalo PalamaraGate, che è presieduto di diritto dal Presidente della Repubblica che nel caso di Sergio Mattarella purtroppo conserva l’imbarazzante scheletro nel suo armadio politico di un processo per contiguità coi mafiosi da cui uscì comunque prosciolto…

Non solo. Questo proscioglimento per prescrizione da un omicidio, matufrata a causa del lungo inter processuale, e il rinvio degli atti in Appello sull’uccisione del poliziotto avvalora le segnalazioni dell’avvocato Repici sull’inchiesta che gli sono costati un rinvio a giudizio per calunnia in una deriva degna di un romanzo di Franz Kafka in cui il denunciante di un presunto complotto si ritrova lui stesso vittima.

Vediamo una breve ricostruzione dei fatti grazie al reportage di Antimafia.

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Condanna all’Ergastolo revocata dalla Cassazione

«Nell’ottobre del 2023 la Corte di Assise di Palermo aveva ribadito l’ergastolo per Madonia, già inflitto in primo grado dopo il rito abbreviato. Per lo stesso fatto, il 7 ottobre scorso nel processo con rito ordinario è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Palermo anche il boss dell’Acquasanta Gaetano Scotto, accusato del duplice omicidio Agostino-Castelluccio. Assolto, invece, l’altro imputato, Francesco Paolo Rizzuto – sedicente amico di infanzia di Nino Agostino -, accusato di favoreggiamento aggravato. La sensazione è quella di una sentenza emessa di fretta. “Come il matrimonio notturno di Renzo e Lucia: col favore delle tenebre – ha commentato l’avv. Fabio Repici, parte civile del processo -. Si torna in Appello”».   


«Il suo unico pensiero va ai genitori di Nino Agostino, monumenti viventi dell’antimafia che da quel tragico giorno non hanno smesso di girare in lungo e in largo per l’Italia per testimoniare il proprio dolore, alla continua ricerca di verità e giustizia. Fino al punto di morte. “Per fortuna Vincenzo Agostino e Augusta Schiera non hanno potuto sentire questa sentenza. È il mio unico commento”, ha chiosato l’avvocato.

Vincenzo Agostino, padre di Nino, con l’avvocato Fabio Repici

«Accanto a lui anche Nino Morana Agostino, nipote dell’agente Agostino che – seguendo le orme dei nonni Vincenzo e Augusta – sta continuando a tramandare la memoria dei suoi zii. In una faticosa lotta alla ricerca di verità e giustizia su un omicidio di stampo mafioso che, come tanti, trascina con sé misteri e complicità con le più alte cariche istituzionali del tempo. 
L’aria di sconforto è palpabile. Nessuna resa, però. Solo amara consapevolezza: con questa sentenza, e con l’aria che tira nella giustizia in Italia, nessun collaboratore probabilmente collaborerà più. A partire dal boss Gaetano Scotto. E quindi, trattandosi di fatti risalenti a quasi 40 anni fa, la verità potrebbe essere condannata a rimanere sepolta» ha scritto Jamil El Sadi su Antimafia.

La Profezia di un Complotto per “Demolire il Processo”

La profezia sul destino del processo era di fatto stata emessa dal difensore dei parenti delle vittime pochi mesi fa…

«Ha contestato un atto della Procura di Caltanissetta, accusandola di sabotare il processo per l’omicidio di Nino Agostino, che peraltro si svolge a Palermo. Non una novità per Fabio Repici, legale dei familiari del poliziotto, che in passato ha spesso avuto visioni contrapposte rispetto a quelle dei pm nisseni. Questa volta, però, lo storico avvocato di Salvatore Borsellino è finito addirittura indagato per calunnia» scriveva il 27 aprile 2024Giuseppe Pipitone su Il Fatto Quotidiano.

“Non sono preoccupato, anche perché è stata già chiesta l’archiviazione. Voglio però denunciare l’ennesimo tentativo di negare ciò che è palese: Cosa Nostra non ha fatto tutto da sola, dai delitti eccellenti alle stragi”, dice il legale della famiglia Agostino, colpita solo pochi giorni fa dalla scomparsa di Vincenzo, il padre di Nino” dichiarò l’avvocato.

L’avvocato Fabio Repici

Ma il 25 gennaio 2025, pochissimi giorni prima della sentenza della Cassazione sul boss Madonia, ecco il colpo di scena…

«La Procura di Catania, competente per i procedimenti che coinvolgono toghe nissene, aveva chiesto l’archiviazione. Ma il giudice l’ha respinta, ordinando l’imputazione coatta: “Gli elementi acquisiti – sostiene – consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”. In realtà, a carico di Repici, il gip cita solo la nota scritta dallo stesso avvocato nel settembre del 2022. Davanti alla Corte d’Assise di Palermo si stava celebrando il processo al boss Gaetano Scotto, che sarà poi condannato all’ergastolo per l’omicidio Agostino. In quel delitto, commesso nel 1989 e rimasto per più di trent’anni senza colpevoli, era coinvolto pure Giovanni Aiello, il misterioso ex poliziotto noto come “Faccia da mostro”. Deceduto nell’agosto 2017, sette mesi dopo la Procura di Caltanissetta ha chiesto e ottenuto di archiviare le accuse a suo carico»

E’ quanto scritto dallo stesso giornalista di FQ che, nel precedente articolo, aveva intervistato l’avvocato Repici evidenziando i punti chiave della sua denuncia sul presunto complotto che ruota intorno all’archiviazione della posizione di Aiello…

“La Procura era obbligata ad archiviare, concorda?” chiese il giornalista Pipitone. “Certamente. Ma essendo una richiesta nei confronti di un morto sarebbe bastato scrivere: reato estinto per morte del reo” rispose il legale. Ma invece “Quella richiesta è composta da 284 pagine il cui unico senso è la demolizione delle fonti di prova del processo Agostino”.

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«La Procura di Caltanissetta è arrivata a contestare persino il riconoscimento compiuto a Palermo dal padre di Agostino, che ha chiaramente indicato in Aiello uno degli autori del sopralluogo per preparare l’omicidio di suo figlio. Ecco perché sono intervenuto con una nota che ho inviato alla Procuratrice generale di Palermo, al Procuratore nazionale antimafia e alla Procura generale della Cassazione. Solo che il Procuratore Giovanni Melillo ha deciso di trasmetterla alle autorità competenti: da lì è nata questa indagine nei miei confronti, con l’ipotesi di aver calunniato tre magistrati».

Il Depistaggio senza fine sull’Attentato a Borsellino

Non è solo il caso del processo per l’omicidio Agostino ad aver suscitato le polemiche del difensore della famiglia delle vittime.

“Il depistaggio è ancora in corso”.

A dirlo è l’avvocato Fabio Repici che negli scorsi anni ha seguito la famiglia Borsellino nei diversi processi che si sono succeduti e che oggi è stato intervistato dal giornalista de ilFattoQuotidiano.it Giuseppe Pipitone al festival internazionale dell’antimafia  “L’Impegno di tutti” organizzato dall’associazione Wikimafia. In che modo?

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“Da un lato in sede politica si cerca di dare dignità alla fantomatica causale derivante dalla pista mafia e appalti dell’indagine dei Ros – spiega Repici – ma anche in sede giudiziaria sono in corso attività di palese depistaggio che si è cercato di praticare attraverso false dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola”.

Carlo Domenico Cristofori

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