YLENIA, LA FANCIULLA PRIGIONIERA DELLO STATO DA 5 ANNI. Ricorso in Cassazione della Mamma Sabrina. Il Racconto del Calvario e l’Intervista al suo Avvocato
“Ho perso mia figlia con cui giocavo con le bambole”. Ylenia sta crescendo orfana di madre viva, ha già cambiato 8 case-famiglia. Ora l’ultima parola tocca alla Suprema Corte di Cassazione.
di Piero Angelo De Ruvo
Tutti i link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori dalla Redazione
LA STORIA DI YLENIA: UNA BAMBINA CON IL CUORE SPEZZATO.
In un mondo dove la vita è piena di risorse e di supporto, ci sono ancora tante storie assurde e si stenta a credervi. Una di queste è la storia di Ylenia, strappata dalle braccia di sua madre da un sistema sociale spietato, burocraticamente iper-scrupoloso nell’iunterpretare le regole scritte, infischiandosene di quelle sentimentali.
“L’udienza di discussione è prevista per l’11 febbraio, il ricorso in cassazione è finalizzato esclusivamente ad impugnare la sentenza della Corte d’Appello minori di Roma per una serie di profili di legittimità”, afferma l’avvocato Marco GAGGIA, difensore della signora Sabrina SOSTER.
Quindi si assiste impotenti ad un accanimento della giustizia verso la madre di Ylenia, con provvedimenti che vanno in contrasto con la dignità umana e di mamma, quella dignità appesa alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione.
E’ stata sottratta all’affetto di sua mamma quando aveva solo 9 anni ed ora ne ha già 14: 5 interminabili anni trascorsi passando da una casa famiglia all’altra.
LA MAMMA VITTIMA DI UN SOSPETTO ACCANIMENTO GIUDIZIARIO
Il calvario della signora Soster inizia nel maggio 2017, dove su segnalazione delle insegnanti elementari, la piccola Ylenia viene attenzionata dagli assistenti sociali, in quanto manifesterebbe comportamenti aggressivi in classe dovuti ad un presunto rapporto patologico con la madre.
La bambina, che per altro è cardiopatica con annesse altre disabilità psico-cognitive, viene successivamente presa in carico coattivamente dai servizi sociali e letteralmente sottratta dalle braccia della madre disinteressandosene del diritto dei minori di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia, sancito dall’articolo 1 della legge 149/2001.
Allontanare un bambino, in maniera eccessiva, comporta uno sradicamento su larga scala del minore dalla propria famiglia, il più delle volte, come anche nel caso di Ylenia, i bambini vengono trattati con psicofarmaci che devono essere poi recuperati dai traumi che subiscono nel tempo, causando danni insanabili aggiungendo sofferenza nella sofferenza.
Un dolore così intenso che proprio nell’imminenza di questo cruciale appuntamento con la giustizia la mamma non trova la forza di parlare ma si affida al suo avvocato. Nel video sotto c’è però una struggente testimonianza di Sabrina alla trasmissione Fuori dal Coro di Rete 4.
RICORSO ALLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE
L’11 febbraio la suprema Corte di Cassazione è chiamata a pronunciarsi sul ricorso instaurato dalla Signora Soster, per una serie di profili di legittimità della Corte d’appello dei minori di Roma.
L’avvocato di mamma Sabrina entrando nei dettagli del ricorso, specifica: “i primi due punti del ricorso riguardano la legittimità della CTU che ha giudicato la Signora Soster non idonea a svolgere il ruolo genitoriale per la figlia, in particolar modo abbiamo chiesto di cassare i punti della sentenza della Corte d’appello nella quale rifà proprio le risultanze della consulenza tecnica fatta dal tribunale dei minori e sulla base di questa consulenza tecnica, che individuano una serie di disturbi di personalità della signora Soster, peraltro che non inficiano sulla idoneità della signora ne dal punto di vista dello svolgimento di attività lavorativa ne nello svolgimento del ruolo genitoriale, abbiamo evidenziato che ce anche una lesione del diritto della difesa, in quanto il proprio consulente di parte non ha potuto partecipare a diversi incontri che si sono svolti, inoltre non è stato dato seguito neppure al procedimento di recupero della genitorialità stabilita dal tribunale.”
Addentrandosi maggiormente nelle norme, “quando un tribunale emette un provvedimento di sospensione della podestà genitoriale, tenta di avviare un processo di recupero della idoneità del genitore, della capacità del genitore per restaurare un rapporto, ebbene, la signora Soster ha avviato il percorso e non si sa perché questo percorso è stato interrotto dagli operatori, e di tutto questo, il tribunale prima e la corte d’appello poi non dà in alcun modo traccia. La signora Soster,” conclude l’avvocato, “è stata allontanata dalla figlia e le è stata impedito qualunque tipo di rapporto, persino telefonico. La ragazza, ormai quattordicenne, sta crescendo senza avere alcun rapporto con la madre, e ad aggravare il quadro generale, c’è anche un padre totalmente assente”.
CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI
Nell’ordinamento giuridico italiano, la corte di cassazione è l’ultimo stadio. L’estrema ratio, per vedere riconosciuti i propri diritti, è il ricorso alla Corte Europea dei diritti umani, che ha la possibilità di revocare i provvedimenti dei giudici italiani proprio perché in violazione dei diritti umani. Infatti, interrompere un legame genitoriale per motivi che non sono realmente gravi, è sicuramente una violazione del diritto di ogni persona alla genitorialità.
Questo, mamma Sabrina lo sa ed è pronta ad andare avanti fin quanto avrà fiato, fin quanto non riavrà sua figlia o per lo meno non verranno ristabiliti quei diritti che le spettano secondo natura, ossia quello di essere una mamma accanto a sua figlia, di amarla e sostenerla come solo una madre sa fare, e nessuna casa-famiglia per quanto valida possa essere, può sostituirsi ad una madre che l’ha cresciuta nel suo grembo per 9 mesi.
LE FERITE SONO ANCORA APERTE
Negli ultimi anni la vita di Sabrina Soster è stata caratterizzata da un solo grande obiettivo: riprendersi sua figlia, con tutta la forza dell’amore materno.
A nulla è valsa l’accorata richiesta di mamma Sabrina al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui risposta istituzionalmente fredda dimostra ancora una volta di non aver imparato nulla dagli orrori di Forteto e Bibbiano.
Ylenia, che ricordiamo è cardiopatica e con disturbi psicoemotivi dello spettro autistico, aveva come unico riferimento la madre che l’ha sempre accudita amorevolmente, ma accusata secondo le istituzioni scolastiche prima e giudiziarie poi, ed avallata dai servizi sociali “di destabilizzare l’equilibrio della figlia, a causa del suo disturbo di personalità istrionico”.
Mai nessuno ha tenuto conto che tale comportamento si è manifestato perché la donna esigeva un’insegnante di sostegno che sovente a scuola mancava, e più le proteste di mamma Sabrina erano rumorose, più Ylenia veniva allontanata da Latina dove risiedeva dando “potere al tutore di determinare modalità e tempistica d’incontri tra minore e familiari”.
FAMIGLIE TRADITE DA UN SISTEMA OSCURO DEGLI AFFIDI
La stragrande maggioranza degli affidi, e quindi l’allontanamento forzato dai genitori, spesso deriva da un pregiudizio sulla loro capacità genitoriale. Decisioni prese dai giudici a seguito di segnalazioni degli operatori dei servizi sociali, come se la loro parola fosse incontestabile, senza ulteriori indagini più approfondite, ma soprattutto senza dare la possibilità del principio del contraddittorio rispetto alle segnalazioni mosse dai servizi sociali.
Ma ci sono anche tante storie drammatiche di bambini strappati alle famiglie anche quando sono state le stesse famiglie a rivolgersi alle strutture per chiedere un loro aiuto, ma con scuse spesso artefatte si sono viste sottrarre i figli, sentendosi così tradite da coloro che dovevano aiutarli, finiti poi in comunità dove hanno trovato luoghi di violenza e abbandono.
Il sospetto è che sia un modus operandi che tende a colpevolizzare le famiglie, alla ricerca spasmodica di abusi da loro perpetrati, considerando i minori come monadi staccate dal loro contesto famigliare.
RELAZIONE AUTORITÀ GARANTE PER L’INFANZIA: PAROLE SENZA SEGUITO
Tutto ciò sembra andare nella direzione opposta da quanto scritto nella relazione al parlamento dall’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza del 2023 e pubblicata ad aprile del 2024 (link 1).
Infatti, nel capitolo “La tutela dei minorenni nei rapporti familiari”, leggiamo
“La Legge 12 luglio 2011, n. 112, istitutiva dell’Autorità garante, prevede tra gli obiettivi dell’Agia quello “di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore età, in conformità a quanto previ-sto dalle convenzioni internazionali”, con particolare riferimento alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’articolo 3 lettera o) della Legge n.112/2011, in particolare, attribuisce all’Autorità garante una serie di competenze, tra cui quella di “favorire lo sviluppo della cultura della mediazione e di ogni istituto atto a prevenire o risolvere con accordi conflitti che coinvolgano persone di minore età, stimolando la formazione degli operatori del settore”.
A riprova di quanto già scritto dalla Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza nella relazione finale del 2018, nulla è cambiato, solo belle parole e pagine piene di inchiostro, mentre si continua sulla facile strada, forse redditizia, di sottrarre minori a famiglie bisognose di aiuto per riempire le case-famiglia e favorire il giro di affidi a coppie variopinte che ne fanno richiesta.
La stessa commissione aggiunge altre allarmanti considerazioni «In materia di tutela dei minori e inadeguatezza genitoriale, tra le disfunzioni e contraddizioni presenti a livello normativo e applicativo, è stato segnalato l’eccessivo ricorso alla formula “dell’inadeguatezza genitoriale”, che è presente in circa il 39% dei casi di allontanamento, a fronte dei casi di maltrattamento o abuso, pari solo al 4%».
La commissione parlamentare, inoltre, precisa: «nel 100% dei casi la motivazione dell’allontanamento si rinviene in valutazioni assolutamente generiche e addirittura in certi casi di “incidenti” sulle opinioni personali degli interessati: assistenti sociali-famiglia di origine».
Alla luce di tutto ciò, siamo sicuri che i servizi sociali agiscono sempre per il bene del minore?
Piero Angelo De Ruvo
Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.. Ex sindacalista militare
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia
Ogni link a precedenti articoli di Gospa News è stato aggiunto a posteriori dalla Redazione
APPROFONDIMENTI SUL TEMA
TUTTI GLI ARTICOLI DI PIERO ANGELO DE RUVO
FONTI PRINCIPALI
ARTICOLI CORRELATI
GEMELLINI IN AFFIDO ISOLATI DALLA MAMMA PER COVID-19. Il Giudice dà torto alla Provincia di Trento