di Carlo Domenico Cristofori
Maria Zakharova (Russia): da Sergio Mattarella “invenzioni blasfeme” su di noi
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato oggi come “invenzioni blasfeme” le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un discorso all’università di Marsiglia la scorsa settimana aveva paragonato la Russia al Terzo Reich nazista per il suo attacco all’Ucraina. Lo riferisce la Tass.
«Negli anni ‘30 “anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”. È il parallelismo compiuto da Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, nel suo intervento all’Università di Marsiglia» ha riportato RAI News.
Quindi l’inquilino del Colle ricorda: “Crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali e forzatura delle regole liberamente concordate diedero un colpo definitivo alla Società delle nazioni sorta dopo la Prima Guerra Mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò per gli Usa del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo”.
La Deriva NeoNazista della NATO appoggiata da Mattarella
L’Italia manterrà un “sostegno pieno, inalterato e costante” all’Ucraina, perché in gioco non c’è solo il destino di un Paese vittima dell’aggressione russa, ma anche “il rispetto delle regole della comunità internazionale” e la “sicurezza dell’intera Europa”: questa garanzia è arrivata dalla più alta carica dello Stato, Sergio Mattarella, dando il benvenuto a Volodymyr Zelensky al Quirinale.
Mattarella si scorda invece che proprio i NeoNazisti attivi all’interno della Guardia Nazionale Ucraina hanno ammazzato senza motivo un reporter italiano e la giustizia italiana non è stata in grado di punire l’acclarato colpevole.
Oggi, fortuntatamente, una mostra organizzata dai suoi amici lo ricorda evdienziando così l’efferetazza delle gang che Mattarella implicitamente appoggia… Proprio come i padri della Costituzione usarono un colpo di spugna sugli atroci femminicidi partigiani contro donne e bambine dopo la liberazione del 25 aprile, ovvero in tempo di pace.
Essendo un siciliano figlio di un influente democriatiano nato in provincia di Trapani, dove l’uomo d’onore ha più potere e dignbità dell’anima pura, non c’è da stupirsi che il presidente della Repubblica consideri le vittime innocenti come Andy e i 5mila civili ammazzati nel Donbass prima dell’invasione russa, come vittime sacrificabili in un progetto geopolitico internazionale della NATO bemn chiarito dal piano CEPA.
Questa ignominiosa assoluzione Mattarella non dovrebbe scordarsela essendo a tutti gli effetti di diritto presidente del Consiglio Superiore della Magistratura che è cvhiamato a valutare l’operato delle toghe.
Visto che in Corte d’Appello il criminale ucraino, combattente al fianco dei neonazisti del Battaglione Azov e dei jihadisti dell’ISIS dfel battaglione Mansur.
Ma siccome tutto ciò fa parte delle criminali Jihad della NATO, iniziate dall’uso dei mercenari delle Marocchinate prima ancora che nascesse l’Alleanza Atlantica, il pietoso capo dello stato italiano invischiato con la gestione dei crimini internazionali della Lobby delle Armi preferisce dimenticare, tanto l’omicidio di Andy quanto l’acffare sul torturatore libico Almasri e le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sulla deportazione di Gaza, implicitamente legittimata dall’ipocrisia italiana che fornisce aiuti umanitari insieme alle armi necessarie all’esercito israeliano per il genocidio.
Insomma Mattarella fa la morale ai politici partendo dal pensiero di mainstream secondo il quale qualsiasi azione bellica della NATO è indispensabile e quelle di reazione dei paesi avversari minacciati dall’attacco del Nuovo Ordine Mondiale sono da esecrare.
Il suo benestare al presidente ucraino Volodymyr Zelesnky, ritenuto un agente britannico dell’MI 6 da autorevolissime fonti dell’intelligence USA, quello al premier sionista israeliano genocida colpito a un mandato di cattura internazionale ci portano a ricordare che l‘attuale capo dello Stato a Palermo ricevette dei finanziamenti in buoni benzina da uno dei mafiosi di Cosa Nostra che dal 1943 è entrata in collaborazione con la massoneria e il controspionaggio della CIA (allora OSS), tra i principali attori sia del golpe del 2014 a Kiev che della conseguente guerra civile.
Mattarella… Ogni volta che taci fai più bella figura!!!
Carlo Domenico Cristofori
La Mostra in Memoria del Reporter Italiano Assassinato nel Donbass
Testo da Articolo21
Dal 5 febbraio al 17 marzo presso il Centro XL di Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le Mafie sarà possibile visitare a mostra Il valore della testimonianza, con gli scatti realizzati da Andy Rocchelli, fotoreporter ucciso in Ucraina dieci anni fa, a maggio 2014.
Sono 24 fotografie scelte dai reportage realizzati da Rocchelli in Afghanistan, Caucaso e in Ucraina.L’occhio attento e libero di Andy mette al centro le vite delle persone travolte dai conflitti. Con uno sguardo laterale e unico, Rocchelli sapeva avvicinarsi con sensibilità e rispetto, alle storie che aveva di fronte e questa mostra ne è testimonianza.
L’inaugurazione è avvenuta per mercoledì 5 febbraio alle ore 17.30 alla presenza di Elisa Signori e Rino Rocchelli, genitori di Andrea, di Carlo Bartoli, Presidente Consiglio Ordine nazionale dei Giornalisti, di Mara Filippi Morrione e Francesco Cavalli, portavoce e direttore dell’associazione Amici di Roberto Morrione, Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo 21, Lorenzo Frigerio, direttore di Libera Informazione, Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia. Per i partecipanti all’inaugurazione è prevista una speciale visita guidata della mostra.
La mostra sarà visitabile, con ingresso gratuito, fino al 17 marzo, nel Centro XL di Libera, via Stamira 5, a Roma, dal lunedì al venerdi dalle 9 alle 17.00. Sabato e domenica la mostra resterà chiusa.
Esposizione del Collettivo Cesura in Memoria del Tremendo Assassinio
L’esposizione è coprodotta da collettivo Cesura, di cui Andy era membro e fondatore, associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con l’Ordine nazionale dei giornalisti e con i famigliari di Andrea Rocchelli.
Andrea (Andy) Rocchelli (1983 – 2014) è stato un fotoreporter freelance, membro e fondatore del collettivo indipendente di fotografi Cesura. Ha lavorato per otto anni, documentando l’Europa dell’Est, la primavera araba in Libia e Tunisia, le violazioni dei diritti umani in Kirghizistan e Inguscezia. In Italia si è occupato di velinismo e del rapporto tra migranti e criminalità organizzata.
L’Europa orientale e la Russia sono state per lui aree di spiccato interesse. È stato ucciso il 24 Maggio 2014 ad Andreyevka, nelle vicinanze della città di Sloviansk, Ucraina orientale, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto nel Donbass. Insieme a Rocchelli quel pomeriggio c’erano l’attivista dei diritti umani ed interprete Andrei Mironov – anch’egli rimasto ucciso nell’attacco –, il fotoreporter francese William Roguelon e un autista locale. Durante una sosta presso dei binari abbandonati, il gruppo è stato fatto oggetto di un accanito attacco di artiglieria pesante e leggera.
Il tiro mirato, che ha ucciso Mironov e Rocchelli e ferito gravemente Roguelon, è stato riconosciuto come non accidentale dalle autorità inquirenti italiane.
Nel maggio 2016, infatti, sono state ritrovate le ultime foto scattate da Rocchelli mentre si trovava sotto tiro, prima di essere ucciso, provenienti da una scheda di memoria scoperta dai colleghi di Cesura in una tasca interna della custodia della sua macchina fotografica: queste documentano la durata dell’attacco, la conformazione del luogo ove si trovavano le vittime e il loro abbigliamento di civili inermi.
La magistratura italiana ha attribuito la responsabilità del duplice omicidio alle forze armate ucraine. Nel 2015 “Russian Interiors”, il suo primo libro fotografico, pubblicato postumo da Cesura, è stato premiato con il World Press Photo, sezione Portraits, Stories. L’archivio di Andy Rocchelli costituisce ancora oggi un prezioso contributo alla storia della fotografia contemporanea.
Una mostra itinerante
Prima di questa esposizione, la mostra è stata a Torino, negli spazi della libreria Binaria del Gruppo Abele, in occasione delle Giornate del Premio Roberto Morrione di ottobre scorso, e a dicembre nella sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti a Roma.
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