di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Studi medici dettagliati dall’Italia agli USA hanno evidenziato esattamente il contrario: i vaccinati sono stati esposti a un più elevato rischio di decesso proporio a causa dei sieri genici sperimentali mRNA imposti dal presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, dall’ex presidente americano Joe Biden e da Draghi tramite Green Pass e inoculazione obbligatoria per varie categorie professionali in ossequio alla Mafia delle Big Pharma su cui speculano gli stessi investitori della Lobby delle Armi..
Oggi, nel ruolo tecnico di consulente dalla Von Der Leyen, già ministro della Difesa tedesco finita sotto inchiesta per un anomalo giro di consulenze d’oro, Draghi torna all’assalto a sostegno “dell’ingente piano di investimento” ReArm sibilando subliminalmente il prossimo mistificante mantra: se non ti armi ti esponi alla “minaccia concreta della Russa” che ti uccide e fa ammazzare anche gli altri…
Nell’audizione al Senato del 18 marzo ha espresso la necessità di un «comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei (…) operando come sistema della difesa continentale» (da minuto 17,21 video in calce) e di «includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro» come già sta accadendo nel progetto DIANA della NATO a Torino sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nelle tecnologie militari.
L’ex premier italiano ha poi ventilato lo spettro di una dittatura UE: «L’Europea dovrà agire come un solo stato» con «una maggiore centralizzazione delel decisioni e della capacità di spesa (da minuto 24,28 video in calce)»
Tale accelerazione verso una cessione di sovranità potrebbe rivelarsi provvidenziale visto che al Consiglio Europeo di ieri, gioved’ 20 marzo, il primo ministro ungherese Viktor Orban non ha approvato il documento finale sul “sostegno incrollabile” all’Ucraina e sulla possibilità di raggiungere la “pace attraverso la forza” per “differenze sulla linea strategica”.
E pertanto, se non ci fossero sviluppi verso una tregua tra Mosca e Kiev, visto gli ultimi attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe in aperta violazione della prima proposta di accordo tra il presidnete russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump, l’Ungheria potrebbe porre il veto al progetto di riarmo.
Il Piano ReArm da 800 miliardi di euro, che ha già incassato l’ok del Governo Meloni e del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nonostante le finte proteste demagogihe del suo partito leghista, è stato ribattezzato Readiness 2030 nel tentativo di spaventare meno i cittadini Europei destinati, se non reagiranno, a indebitarsi o sacrificare risparmi come anticipato dall’ex presidnete BCE Draghi: «il ricorso al debito comune è l’unica strada» (da minuto 24,21 video in calce).
Ma in realtà questo ciclopico investimento servirà a far arricchire la stessa Goldman, di cui proprio lui è stato vicepresidente, e le Lobby Sioniste americane come quelle di FMR e di BlackRock (partner di Trump sul progetto di controllo del Canale di Panama), che controllano una delle più importanti Corporation delle Armi, la Rheimetall ma anche una delle più importanti banche italiane ed eutopee: Unicredit Spa.
I conflitti d’Interessi su una Speculazione Colossale e Criminale
I conflitti d’interessi sono così mostruosi da superare persino quelli noti del Ministro della Difesa Guido Crosetto
e dello stesso Giorgetti con l’industria bellica nazionale Leonardo, su cui specula invece il fondo d’investimento di un altro istituto di credito nazionale: Banca Intesa.
In estrema sintesi possiamo confermare che il tirannico piano sanitario dell’emergenza Covid non è stata solo una sperimentazione di massa delle Big Pharma su cavie umane inconsapevoli e non retribuite ma anche un esperimento sociale per testare la reazione popolare a un sistema totalitario, che si è rivelata sgangherata proprio perché fondata solo sul narcisisimo individualista dei social, manipolati dagli stessi speculatori su vaccini e armi come Bill Gates, che attraverso Micorosft è partner di Leonardo spa, a sua volta partner di Rheimetall (in seguito anche RHM o RWM nelle sue partnership internazionali), con cui ha costituito nell’ottobre 2024 la Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV).
La premeditazione del complotto, di cui oggi sveleremo i loschi affaristi e i burattini come Von Der Leyen, Draghi e Meloni, si sintetizza in pochi punti che riassumiamo con relativi link alle precedenti documentate inchieste:
- nel 2020, in piena pandemia, NATO, UE e Lobby Armi elaborano il progetto CEPA di militarizzazione dell’Euyropa dell’Est che innesca la successiva invasione della Russia nel Donbass martoriato da un genocidio di filo-russi da parte del regime nenozazista di Kiev instaurato dopo il golpe del 2014
- nel 2021 e 2022, proprio l’industria tedesca Rheimetall, cresciuta in modo esponenziale in Germania grazie alle innovazioni sugli armamenti volute dall’ex ministro Von Der Leyen, avvia le sinergie con il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ed inizia ad aprire in Ucraina impianti di produzione di armi e soprattutto di munizioni
- tra gli azionisti di RHM ci sono vari fondi britannici che ci aiutano così a capire perchè il Regno Unito ha sempre ostacolato ogni trattativa per la pace di Zelensky, ritenuto un agente segreto del controspionaggio di Londra MI 6.
- ma, come svelato da un dossier di Invetigative Europe, la stessa industria tedesca lavora nel mondo anche con nazioni partner della Russia e pertanto, indirettamente, ha un piccolo margine di ricavi anche grazie alle munizioni acquistate da Mosca.
- il piano ReArms dell’Unione Europea viene lanciato proprio su sollecitazione della NATO e del premier britannico Keir Starmer dopo il loro incontro con il presidente americano Donald Trump e la farsesca lite alla Casa Bianca tra quest’ultimo e il presidente ucraino
- Trump è stato eletto grazie ai voti delle corporations americane della Lobby delle Armi di cui sono referenti il suo vice JD Vance, partner. di contractor del Pentagono, il suo capo dello Staff Susie Wiles, e Bill Gates, inserito da Elon Musk nel progetto sull’intelligenza artificiale Stargate.
- Ma lo stesso tycoon di Mar a Lago è stato votato dalle Lobby Sioniste che sono tra i principali shareholders della tedesca RHM
Ergo: Trump, Von der Leyen, Draghi, Meloni, Crosetto, Giorgetti e il loro grande padrino politico Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana ma al tempo stesso occulto ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale, sono tutti complici di una colossale e criminale speculazione sulla pelle degli Ucraini e sulle tasche di Italiani ed Europei.
Finchè Vladimir Putin non si arrabbierà davvero e comincia a lanciare i missili ipersonici nucleari “Nocciolo (Oreshnik)” sulle capitali dell’Europa…
Almeno il 20 % del Piano UE ReArms finirà a Rheimetall
Un articolo finanziario internazionale pubblicato nei giorni scorsi dal sito di analisi borsistica SimplyWall.St hariferito quanti miliardi di euro ha stimato di divorare RHM dal piano di riarmo Von Der Leyen.
«Se i membri europei della NATO aumentassero la loro spesa militare a circa il 3% del loro PIL, ciò significherebbe una spesa annuale complessiva di oltre 500 miliardi di euro. Il management di Rheinmetall ha ipotizzato il 12 marzo 2025 che il 20-25% dell’intera spesa militare potrebbe essere speso con Rheinmetall. Dal mio punto di vista, sembra probabile poiché sarebbe difficile spendere una cifra così grande altrove che con Rheinmetall» scrive SimplyWall.St.
«Per il futuro immediato, la cosa più importante è il cambiamento della costituzione tedesca entro la fine di marzo per espandere la spesa militare in Germania. Nello scenario più ottimistico, vedo un aumento dei ricavi annuali a oltre 100 miliardi di euro (500 miliardi di euro di spesa per la difesa x 20% e quindi un valore equo di oltre 7.000 euro per azione, ipotizzando un margine di profitto del 20%, come ipotizzato dal management di Rheinmetall)» aggiunge il sito.
La Partnership Europea RHM e Leonardo in tempi assai Sospettti…
«Al via la joint venture tra Leonardo e Rheinmetall con l’obiettivo di formare un nuovo nucleo europeo per lo sviluppo e la produzione di veicoli militari da combattimento in Europa. Le società avevano già firmato un corrispondente Memorandum of Understanding (MoU) all’inizio di luglio 2024» è quanto rese noto un comunicato congiunto dell’ottobre 2024.
Rheinmetall AG e Leonardo S.p.A. saranno azionisti paritari (50% ciascuno) della nuova società Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV), che avrà sede legale a Roma e sede operativa a La Spezia.
Due i punti salienti dell’accordo:
- 60% delle attività verranno sviluppate in Italia
- Primo obiettivo è dotare le Forze Armate italiane di veicoli da combattimento: il Main Battle Tank (MBT) e il Lynx come sistema di combattimento della fanteria corazzata (AICS)
Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo nell’occasione commentò:
“Si tratta di un passo significativo verso la creazione di un sistema della difesa europeo basato su piattaforme specializzate condivise. Rheinmetall e Leonardo puntano a sviluppare tecnologie all’avanguardia in grado di competere a livello internazionale”.
Gli fece eco Armin Papperger, CEO di Rheinmetall AG: “Stiamo creando un nuovo peso massimo nella produzione europea di carri. Leonardo e Rheinmetall, due principali fornitori europei di tecnologie per la difesa, uniscono le forze per realizzare progetti ambizios».
Come se entrambi già sapessero che a marzo il presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen avrebbe lanciato il piano miliardario ReArms.
Da Goldman a UBS dietro l’Industria Tedesca
Rheinmetall è innanzitutto uno storico partner dell’industria americana Raytheon
di cui fu consulente l’ex Segretario della Difesa dell’amministrazione Biden, generale Lloyd Austin. Ciò basta a spiegare perchè ha avuto ampia libertà di azione in Ucraina.
Ma è anche controllata da vari di fondi di investimento americani, come shareholders (azionisti puri) o stakeholders (soggetti portatori di interessi con diritto di voto).
Come riporta ScreeenMarket ,mostrando anche un grafico degli esponziali incrementi del valore del titolo dopo l’annuncio del piano ReArms, i principali azionisti sono i fondi americani Fidelity Management & Research Co. LLC, Wellington Management Co. LLP, quello angloamericano FMR Investment Management (UK) Ltd., quello britannico State Street Global Advisors Ltd, e poi Société Générale Gestion SA, Rheinmetall AG, , Munro Asset Management Ltd (Australia), ATB Investment Management, Inc., Sjunde AP-fonden, Mackenzie Investments Europe Ltd.
Tra gli altri azionisti e stakeholders compaiono noti fondi d’investimento internazionali o banche mondiali che sono tra i principali speculatori sui Signori della Guerra come avevamo già evidenziato nell’esclusivo Dossier del 2019 LOBBY ARMI – 1: The Goldman Sachs Group, Inc., Wilmington, DE (USA), BlackRock, Inc., Wilmington, Delaware, (USA), Morgan Stanley, Wilmington, Delaware, (USA), Bank of America Corporation, Wilmington, DE, (USA), UBS Group AG, Zurich, Switzerland.
In un baleno capiamo subito perché la neutrale Svizzera si è affiancata agli USA, al Regno Unito e all’Unione Europea nel finanziamento degli aiuti militari all’Ucraina.
Ma appare anche evidente la sceneggiata da farsa delle lite avvenuta alla Casa Bianca tra Zelensky e Trump, che vede tra gli investitori di Rheinmetall i più grandi investitori americani sul mercato degli armamenti e soprattutto due esponenti della Lobby Sionista.
La Lobby Sionista USA delle Armi in RHM
La Manager di Fidelity Management & Research Co. LLC e la controllata FMR UK è infatti la miliardaria americana Abigail Johnson, che già nel nome palesa le sue origini ebraiche.
Il nonno Edward Crosby Johnson II, originario di Boston, divenne presidente della Fidelity Management and Research nel 1946. Mentre suo padre Edward Crosby “Ned” Johnson III, che ereditò l’impero familiare, fu anche un membro dell’Accademia americana delle arti e delle scienze e un fiduciario del Beth Israel Hospital, così da non lasciare dubbi sulla sua matrice giudaica.
Grande sponsor della Lobby Sionista, derivazione dell’omonimo movimento promosso dalla Massoneria Occidentale dei Rothschild in Europa e da quella dei Rockefeller negli USA grazie alle sinergie con la famosa Loggia Ebraica dell’Ordine indipendente B’nai B’rith, è invece Larry Fink, fondatore e presidente del fondo BlackRock che sta per acquistare due porti nel Canale di panama dopo le pressioni di Trump (insieme alla società controllata da una banchiera sionista e dal marito, un ambiguo imprenditore napoletano su cui faremo presto un’inchiesta).
LOBBY ARMI – 1: BLACKROCK E GLI ALTRI AFFARISTI DELLE GUERRE USA
Laurence D. Fink è anche membro del Cosniglio di Amministrazione del World Economic Forum finanziato da Bill Gates. Pur essendo megadonor dei Democratici Amerciani come il guru di Microsoft ha sempre mantenuto ottimi rapporti con il repubblicano Donald Trump fin dal suo primo mandato alla Casa Bianca.
E’ quindi facile comprendere perchè il mercato finanziario italiano è fortemente favorevole alle speculazioni mondiali sugli armamenti visto che uno dei principali istituti di credito europeii, Unicredi Spa, vede tra i suoi principali azionisti gli stessi speculatori della tedesca RHM, ovvero Fidelity Management & Research e BlackRock.
Proprio Fink, a causa delle sue partecipazioni nell’industria bellica tedesca, nel lontano 2017 si guadagnò il nefasto premio “Pianeta Nero” istituito dalla fondazione ambientalista tedesca Ethecon.
«Armin Papperger (Presidente del Consiglio di Gestione) e Ulrich Grillo (Presidente del Consiglio di Sorveglianza), nonché i principali azionisti Larry Fink (Presidente e CEO di Blackrock Inc.) e Paul Manduca (Presidente di Prudential PLC) della società di armi Rheinmetall (Germania) agiscono sempre per il loro vantaggio e per il massimo profitto – scrissero allora gli ecologisti – In tal modo, calpestano l’ambiente, la pace e i diritti umani. Rheinmetall promuove la guerra, rovina i diritti umani e distrugge l’ambiente. Inoltre, illegali accordi di armi, evasioni fiscale e promozioni di guerra mostrano come i dirigenti di Rheinmetall ignorano l’etica e la morale in nome della massimizzazione del profitto».
La questione ebbe notevole rilevanza giudiziaria in Italia ma finì nel solito insabbiamento…
I Loschi Affari di Rheimetall “graziati” da un Giudice Italiano
«In una decisione che chiude le porte della giustizia alle vittime di troppi attacchi indiscriminati contro i civili in Yemen, il Giudice per le indagini preliminari di Roma ha archiviato il caso riguardante la responsabilità penale di funzionari pubblici italiani e dell’amministratore delegato di un produttore di armi per l’esportazione di armi utilizzate nella guerra in Yemen. I funzionari dell’Autorità nazionale per l’esportazione di armamenti (UAMA) italiana e l’amministratore delegato di RWM Italia S.p.A. non saranno incriminati per il loro ruolo nella fornitura di armi che contribuisce agli attacchi aerei illegali in Yemen».
E’ quanto riporòà il sito internazionale Business Human Rights in merito al noto scandalo su un appalto internazionale ottenuto dalla filiale taliana di Rheimetall dalla Raytheon americana.
«Questa decisione è stata presa nonostante le prove schiaccianti confermate durante l’indagine sugli attacchi aerei indiscriminati contro i civili yemeniti, potenzialmente equivalenti a crimini di guerra, condotti dal 2015 dall’Arabia Saudita (SA) e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU) con bombe prodotte da RWM in Italia» aggiungeva l’organizzazione umanitaria.
«L’archiviazione del caso appare infondata agli occhi delle organizzazioni internazionali per i diritti umani – Mwatana, ECCHR e Rete Italiana Pace e Disarmo – che hanno presentato una denuncia nell’aprile 2018 a seguito di un attacco aereo presumibilmente condotto dalla coalizione militare guidata da Arabia Saudita/Emirati Arabi Uniti nel 2016 che ha colpito il villaggio di Deir Al-Ḩajārī nello Yemen nordoccidentale e ucciso una famiglia di sei persone. La decisione non solo nega alle persone colpite dall’attacco aereo l’accesso alla giustizia e a un giusto processo, ma è anche in netto contrasto con le prove raccolte in anni di indagini (seppur parziali e non a livello processuale)» concludeva Business & Human Rights.
Oggi in Sardegna si costruiscono i droni-kamikaze HERO che, secondo varie inchieste giornalistiche internazionali, sono stati usati dall’esercito di Kiev nella regione russa di Kursk per uccidere indiscriminatamente i civili al fine di aizzare un movimento popolare di protesta contro il presidente russo Vladimir Putin per la guerra.
Le Armi senza Regole di Rheimetall anche alla Russia
Ma il paradosso più vergognoso viene messo in risalto da un’inchiesta di Investigative Europe dal titolo inequivocabile: “Armi senza regole: il business nascosto di Rheinmetall”.
I giornalisti investigativi indipendenti Lorenzo Buzzoni, Attila Kálmán e Nico Schmidt hanno tracciato la mappa degli affari di RGM che vanno dall’India al Sudafrica spiegando nel sommario del dettagliato aricolo che «Attraverso un’attività parallela, Rheinmetall vende macchinari per la produzione di munizioni a governi raramente citati nei suoi comunicati ufficiali, aggirando le rigide regole tedesche sulle esportazioni di armi».
Come rivela l’inchiesta condotta dal consorzio giornalistico cross-border Investigate Europe, questa espansione fa parte della strategia di internazionalizzazione annunciata nel 2013 dal CEO Armin Papperger.
«Uno degli obiettivi chiave di questa strategia è il business delle fabbriche di munizioni, settore in cui Rheinmetall opera lontano dai riflettori attraverso una sua società sudafricana, fornendo macchinari per la produzione di proiettili e bombe ai governi di tutto il mondo. Tra i suoi clienti ci sono regimi che forniscono a loro volta armi alla Russia. Rheinmetall potrebbe così potenzialmente trarre profitto da entrambe le parti della guerra: non solo dai governi che sostengono l’Ucraina, ma anche dal possibile acquisto di armi da parte del regime russo».
Boom delle Industrie Tedesche dopo la lite Zelensky-Trump
«Le azioni delle principali aziende europee di difesa, come Rheinmetall, Hensoldt e Renk, hanno raggiunto livelli record dopo lo scandalo che ha coinvolto il capo del regime di Kiev, Vladimir Zelensky, a Washington. L’incidente diplomatico alla Casa Bianca e le successive promesse dei leader europei di aumentare il bilancio della difesa dell’UE hanno provocato un forte aumento delle azioni delle principali aziende militari-industriali europee».
E’ quanto riporta il giornale EurAsia Daily anticipando le previsioni di analisti esperti come Christian Rehl, capo economista di Scale Capital, che afferma: “Gli investitori vedono qui il potenziale per un business da mille miliardi di euro nei prossimi 10 anni”.
«In particolare, le quotazioni della società tedesca “Rheinmetall” hanno raggiunto un livello record di 1.200 euro, con un aumento dell’80% da gennaio. Pertanto, negli ultimi tre anni, ovvero dopo l’avvio di SMO in Ucraina, il valore delle azioni della società è aumentato di 12 volte. Le azioni di un’altra società tedesca, Hensoldt, specializzata in tecnologie di difesa, sono aumentate del 20% fino al livello di 65 euro, che è diventato anche un massimo storico».
Come evidenzia anchora EurAsia Daily le azioni di Renk, un produttore di trasmissioni per carri armati, sono aumentate del 14% a 34,88 euro e dall’inizio dell’anno il loro valore è aumentato di quasi il 90%. Anche la società francese Thales, specializzata nella produzione di armi, droni e sistemi di ricognizione, ha registrato un aumento di oltre il 10%, raggiungendo un nuovo massimo.
Lobbisti RHM alla Corte della Von der Leyen a Bruxelles
«L’annuncio della registrazione della joint venture tra la società tedesca produttrice di armi Rheinmetall e la società di difesa statale ucraina lo scorso ottobre durante il Forum commerciale tedesco-ucraino di Berlino, curiosamente, non ha ricevuto molta attenzione dai media, nonostante il fatto che questa iniziativa sia direttamente correlata a uno sviluppo ancora più notevole, ovvero che nel 2023 l’Ucraina è diventata il più grande destinatario di armi tedesche».
E’ quanto riporta l’inchiesta condotta da Europe Unfiltered che si intitola sarcasticamente “Welcome to the von der Leyen Business Club!”
«Secondo alcuni resoconti dei media, dall’inizio della guerra la Germania ha inviato armi per un valore di oltre 15 miliardi di euro all’Ucraina. Queste armi includono sistemi di difesa aerea, carri armati, veicoli da combattimento della fanteria e altre attrezzature militari. A febbraio, Germania e Ucraina hanno firmato un accordo bilaterale di sicurezza a Berlino. Secondo questo documento ufficiale, nel 2022 la Germania ha fornito all’Ucraina assistenza militare per un valore totale di 1,68 miliardi di euro e nel 2023, oltre 5 miliardi di euro. Nel 2024, la Germania ha deciso di fornire mezzi finanziari per l’assistenza militare per un valore complessivo di 7,1 miliardi di euro».
L’articolo dell’aprile 2024 menziona EDIS, l’ottavo figlio di VDL (alias Von der Leyen) rammentando che il 5 marzo la Commissione europea e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno presentato la prima strategia industriale europea per la difesa (EDIS) a livello UE e un nuovo programma per l’industria della difesa (EDIP) per dare impulso all’industria delle armi europea, con una spesa proposta di 1,5 miliardi di euro.
Bruscolini rispetto all’attuale Piano ReArm da 800 miliardi di euro rinominato Readiness 2030 per spalmarlo su più anni in modo da renderlo digeribile agli scettici degli armamenti e ai cittadini europei più indifferenti…
«Una nuova Europa sta nascendo sotto un’influente donna d’affari dal cuore tedesco. Con grande sorpresa di molti, POLITICO, che ha cercato di scoprire i segreti del “libro nero” di VDL, ha rivelato che gestisce una specie di club d’élite aziendale nel suo ufficio nella sede centrale della Commissione. Secondo il rapporto, l’iscrizione a questo club è stata concessa principalmente a uomini d’affari tedeschi e americani, che avevano uno status VIP privilegiato nel Berlaymont Building» aggiunse EU Unfiltered prima che la stessa Von der Leyen fosse denunciata ala Corte Penale Internazionale dell’Aja per complicità nel genocidio a Gaza. .
Come riporta l’articolo negli ultimi due anni, VDL ha incontrato regolarmente aziende con sede in Germania, il che ha portato a una strana situazione: «questi lobbisti tedeschi avevano accesso diretto a lei. Per essere al centro del processo decisionale europeo e per rendere più facile il contatto con VDL, i lobbisti e le loro organizzazioni si sono trasferiti nel quartiere europeo di Bruxelles».
Una precedente inchiesta condotta da Corporate Europe e rilanciata da Gospa News International solo in Inglese aveva già evidenziato i macroscopici conflitti d’interessi del presidente della Commissione Europea, riconfermata nonostante lo scandalo Pfizer-Gates, poi insabbiato dalla magistratura UE,
«Quando si tratta di Ursula von der Leyen e del futuro dell’Europa, è necessario porsi semplici domande» scrisse l’anonimo ma arguto articolista di EU Unfiltered
«È davvero nell’interesse dell’Europa mantenere un ex ministro della Difesa tedesco con attivi legami commerciali con la Germania e gli Stati Uniti a capo del blocco, soprattutto quando una sanguinosa guerra nel vicinato dell’UE minaccia di degenerare? Si dovrebbe credere a VDL che fornire armi all’Ucraina significhi davvero creare i prerequisiti per una pace giusta? La risposta a ciascuna domanda è un netto NO».
E’ la stessa risposta che dovrebbero dare tutti gli uomini di buona volontà e i veri cristiani, quali certamente non appaiono ii sedicenti cattolici Mattarella, Meloni, Draghi, Trump, Gates & co…
Alzando la voce in un coro di proteste sociali
che travalichino il muro dell’indifferenza verso una politica pronta a portare l’Europa e gli Europei verso una guerra nucleare pur di far arricchire la loro mandria di meretrici e mezzane della Lobby delle Armi.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
direttore Gospa News
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – DOSSIER LOBBY ARMI
SIMPLY WALL ST – Rheinmetall could get 20-25% of EU-NATO 3%-GDP defence spending
Nasce la Joint Venture Leonardo Rheinmetall
BUSINESS & HUMAN RIGHTS – Italy: Indictment against manager of Rheinmetall subsidiary RWM Italia for contributing to potential war crimes in Yemen dismissedINVESTIGATIVE EUROPE – Armi senza regole: il business nascosto di Rheinmetall
Conflicts of Interests, Revolving Doors and far-right Ties among new EU Commission nominees
LOBBY ARMI – 1: BLACKROCK E GLI ALTRI AFFARISTI DELLE GUERRE USA