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VERTIGINOSA CORSA ALL’ORO IN RISPOSTA AI DAZI DI TRUMP. Boom di Acquisti in Cina, Russia. BRICS valuta Moneta con Riserva Aurea. Germania vuole Ritirare i suoi Lingotti dagli USA

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La Corsa all’Oro spiegata dall’Esperto di Banca Generali

di Carlo Domenico Cristofori

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«La corsa dell’oro non sembra avere freni in questi primi mesi del 2025 e il metallo giallo nelle ultime settimane ha aggiornato più volte i massimi storici. Un rally con pochi precedenti. Le quotazioni hanno superato di slancio la barriera “psicologica” dei 3.000 dollari/oncia e toccato un nuovo massimo storico a 3.057,21 dollari nella giornata del 20 marzo. Il rally dei prezzi dura, de facto, dalla fine del 2023. Il sommarsi delle incertezze geopolitiche globali ha iniziato a far guardare gli investitori all’oro, che è dalla notte dei tempi l’asset rifugio per eccellenza nei periodi di instabilità. La guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e la crisi del Mar Rosso hanno tutte contribuito a creare un clima di incertezza che ha spinto la domanda».

Comincia così l’articolo pubblicato lo scorso 21 marzo sul sito di Banca Generali, leader nel ramo italiano delle assicurazioni e di investimenti protetti, da Luca Longhi, Head of Total Return Portfolio di tale ente finanziario.

Questo incremento significativo è il risultato di una combinazione di molteplici fattori macroeconomici e politici, che continuano a sostenere la domanda di oro come bene rifugio. Le politiche monetarie della Federal Reserve, le incertezze geopolitiche e le dinamiche globali di domanda e offerta specifiche dell’oro sono tutte tra i principali motori di questo rally. A questo scenario di tensioni globali negli ultimi mesi si sono aggiunte “politiche commerciali aggressive, come le minacce di tariffe doganali provenienti dall’amministrazione Trump”, che insieme ai previsti tagli alla spesa pubblica negli Usa e in generali ai timori di un rallentamento della crescita economica statunitense “hanno amplificato l’incertezza economica globale, spingendo ulteriormente la domanda del metallo prezioso” (link tra le fonti).

E’ quanto spiega l’esperto avvalorando così l’invito a comprare oro lanciato dal direttore di Gospa News, Fabio Giuseppe Carlo Carisio, nel giorno in cui il presidente americano ha dato il via alla “liberazione USA“ applicando imposte d’importazione sui beni stranieri variabili tra il 20 % per l’UE e il 34 % per la Cina fino al 49 % alla Cambogia (lista completa tra le fonti).

Acquisto di Lingotti in risposta ai Dazi di Trump

Non ci addentriamo nelle spiegazioni troppo tecnichema ci limitiamo a sintetizzare come la corsa all’oro iniziata nel 2023 sia per l’instabilità geopolitica mondiale che per la precaria sicurezza delle nuove criptomonete digitali spuntate come funghi, tra cui quella dello stesso Trump di recente, e delle criptovalute ancora in fase di rodaggio come l’UNICOIN…

Ma proprio l’ultinma azione della Casa Bianca potrebbe innescare l’accelerazione della creazione di una criptovaluta BRICS basata su garanzie di riserve auree visto che i paesi dell’alleanza guidata da Cina e Russia negli ultimi decenni hanno incrementato in modo esponenziale i loro acquisti del metallo prezioso.

La vertiginosa corsa all’oro ha però svuotato letteralmente le banche di questi due paesi asiatici a causa dell’assalto di risparmiatori e investitori. Ma Pechino e Mosca restano le capitali dei più grandi paesi produttori di oro (nel 2023 rispattivamente 378,2 e 321,8 tonnellate, fonte World Gold Council)

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Questo enorme fenomeno finanziario trova pochissimo risalto persino sui giornali specializzati e viene quasi totalmente oscurato dai media di mainstream che, essendo complici dei fondi d’investimento speculativi su Big Tech, Lobby Armi e Big Pharma e su derivati sovente garantiti dal nulla, vedrebbero i risparmiatori rifugiarsi negli acquisti e investimenti in oro come stanno facendo i più grandi paesi del mondo nel tentativo di affrancarsi dal monopolio del dollaro che si regge di fatto su una moneta a rischio di default a causa dell’enorme debito pubblico americano che ammonta a 28,3mila miliardi di dollari (dato ISPI 7 febbraio 2025)

Poichè Washington detiene uno degli arsenali nucleari più potenti del mondo nessun paese potrà mai tentare di “sequestrare” i lingotti d’oro conservati da Fort Knox o i beni governativi, come invece fece la TROIKA (il clan dei creditori composto Commissione UE, BCE e IMF) per imporre un’asfissiante e punitiva riforma sociale alla Grecia nel 2012 che era esposta per “soli” 160 miliardi di euro (ovvero circa 175 miliardi di dollari).

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Oggi ci limitiamo a fotografare quanto è avvenuto negli ultimi mesi e quanto sta per avvenire nei prossimi partendo da un riassunto sinetito

Per brevità e comodità pubblichiamo gli estratti degli articoli finanziari pubblicati su tali argomenti da quotidiani, agenzie di stampa o riviste specializzate.

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TELEGRAPH: “La Germania valuta di ritirare 1.200 tonnellate di oro dagli USA in risposta a Trump”

La Germania sta valutando la possibilità di ritirare una gran parte delle sue riserve auree da un caveau di New York in risposta alle aggressive politiche commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha riferito il quotidiano britannico The Telegraph, citando fonti degli ambienti politici tedeschi.

Stiamo parlando di 1200 tonnellate di oro conservate da decenni nei caveau sotterranei della Federal Reserve statunitense a Manhattan. Il valore stimato di questa riserva è di circa 113 miliardi di euro, che, convertito in rubli, supera i 10,5 trilioni. La decisione di ritirare eventualmente l’oro giunge in un momento in cui Berlino nutre sempre più dubbi sull’affidabilità di Washington come partner nel contesto dell’escalation del conflitto commerciale.

Secondo la pubblicazione, l’iniziativa proviene dai rappresentanti dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), che dovrebbe guidare il nuovo governo tedesco dopo le elezioni del febbraio 2025. Alcuni esponenti politici di spicco del partito, tra cui l’ex ministro Marco Wanderwitz e l’eurodeputato Markus Ferber, hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti sotto Trump non siano più un alleato stabile.

Wanderwitz, che in precedenza si era espresso a favore di controlli regolari dell’oro tedesco a New York, ora sostiene l’idea del suo completo ritorno alla Germania. Ferber, a sua volta, insiste sulla necessità di un controllo personale da parte dei rappresentanti della Bundesbank per garantire la sicurezza delle riserve.

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REUTERS – La banca centrale cinese aumenta le riserve auree per il quarto mese consecutivo a febbraio

Le riserve auree della Cina sono salite a 73,61 milioni di once troy fini alla fine di febbraio dai 73,45 milioni di fine gennaio, poiché la banca centrale ha continuato ad acquistare il metallo prezioso per il quarto mese consecutivo.

Le riserve auree della Cina erano valutate a 208,64 miliardi di $ alla fine del mese scorso, in aumento rispetto ai 206,53 miliardi di $ di fine gennaio, secondo i dati della banca centrale mostrati venerdì.

“Gli acquisti della PBOC sono un fattore importante che sostiene l’oro, quindi una continuazione dei suoi acquisti a febbraio potrebbe aiutare a rafforzare ulteriormente il prezzo dell’oro”, ha affermato Frank Watson, analista di mercato presso Kinesis Money.

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KITCO – Le banche BRICS “sanguinano” lingotti d’oro: Cina e Russia affrontano una domanda di oro incontrollato

Le banche cinesi stanno esaurendo l’oro, mentre le riserve commerciali e sovrane della Russia si stanno rapidamente esaurendo poiché le due nazioni BRICS affrontano una domanda interna alle stelle, anche se i prezzi stabiliscono nuovi record.

Secondo l’agenzia di stampa locale Yicai, l’app della Banca industriale e commerciale della Cina mostra che i lingotti d’oro da 5, 20, 50, 100 e 200 grammi sono esauriti, con solo l’opzione da 10 grammi che mostra una disponibilità limitata.

L’app della China Construction Bank mostra che sono disponibili solo i lingotti d’oro da investimento da 50 e 100 grammi, mentre le app della Postal Savings Bank of China e della Bank of China mostrano che tutti i lingotti d’oro sono in stato di preordine, il che significa che nessuno è attualmente disponibile.

CORSA ALL’ORO DELLA RUSSIA. Unica Sicurezza Finanziaria contro Crisi Bancarie e Criptovalute Rischiose

Anche la potenza BRICS, la Russia, sta assistendo a un calo delle scorte d’oro sia a livello di banca centrale che di banca commerciale. Le riserve auree sono diminuite del 46,4 percento nel 2024, con una diminuzione di oltre 33 tonnellate metriche, secondo un rapporto dell’agenzia di stampa russa RBC che cita i dati della Banca centrale russa.

La Banca centrale ha affermato che le riserve auree della Russia sono diminuite del 23,6 percento in termini monetari lo scorso anno, ma in termini fisici, il calo è stato del 46,4 percento, il crollo più grande dal picco della pandemia di COVID nel 2020.

MINING – La caccia dei russi per proteggere i risparmi spinge gli acquisti di oro a livelli record

I russi hanno acquistato una quantità record di oro lo scorso anno nel tentativo di proteggere i propri risparmi in mezzo alle sanzioni, ottenendo l’equivalente di circa un quarto della produzione annuale del paese.

I consumatori hanno acquistato 75,6 tonnellate metriche (2,7 milioni di once) di metallo giallo in lingotti, monete e gioielli nel 2024, la quinta cifra più grande tra tutte le nazioni, secondo i dati del World Gold Council pubblicati mercoledì. Si tratta di un aumento del 6% rispetto all’anno precedente e di oltre il 60% da quando il presidente Vladimir Putin ha ordinato alle sue truppe di entrare in Ucraina quasi tre anni fa.

La Russia è il secondo produttore di oro al mondo, con un’estrazione di oltre 300 tonnellate di metallo prezioso all’anno. La domanda di oro al dettaglio è aumentata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino, poiché i russi hanno iniziato a trovare modi alternativi per proteggere i propri risparmi invece dei tradizionali investimenti in dollari o euro.

CMI-GOLD-SILVER – BRICS e il possibile effetto sui valori dell’oro

Dal 22 al 24 ottobre 2024, i BRICS hanno tenuto il loro summit annuale a Kazan, in Russia.

Tra gli altri argomenti, il gruppo avrebbe dovuto discutere della potenziale creazione di una valuta che potrebbe influenzare significativamente il dollaro statunitense e il valore dell’oro.

Per capire come una valuta BRICS sostenuta dall’oro potrebbe influenzare il tuo portafoglio e il mondo, è importante capire cosa sono i BRICS e come potrebbe funzionare la loro valuta. Attualmente, la creazione di una valuta BRICS è ancora ipotetica. Tuttavia, è una buona idea essere consapevoli delle implicazioni che la valuta potrebbe avere sul mercato dell’oro.

Sebbene i dettagli di una valuta BRICS siano incerti, una possibilità è che la nuova valuta potrebbe essere sostenuta dall’oro. È improbabile che questi paesi conieranno monete d’oro; invece, è probabile che la valuta BRICS sostenuta dall’oro sarà digitale, denominata in oro e sostenuta dalle riserve di metallo prezioso dei paesi (come cercò di fare il Venezuela – ndr).

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Attualmente, le banche centrali di sei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica ed Egitto) hanno riserve auree. Cina, India e Russia hanno tra le prime 10 riserve auree delle banche centrali al mondo.

OMFIF – La valuta digitale supportata dall’oro potrebbe cambiare le carte in tavola per i BRICS

Le dinamiche mutevoli del commercio e della finanza globali hanno intensificato la ricerca di un’unità di conto stabile e universalmente accettata per i regolamenti internazionali. Le tensioni geopolitiche, che hanno portato a risultati come l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento Swift, hanno accelerato gli sforzi per trovare alternative al dollaro.

Le nazioni BRICS stanno valutando la creazione di una valuta comune che sarebbe agganciata in parte all’oro e in parte a un paniere delle proprie valute. Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato tariffe del 100% sulle nazioni BRICS se perseguissero una valuta che sfidasse il predominio del dollaro.

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Il blocco Brics detiene un innegabile potere economico, rappresentando circa il 40% della popolazione mondiale e oltre il 30% del prodotto interno lordo globale, leggermente al di sopra del G7 in termini di produzione economica. Nonostante ciò, le loro valute rimangono sottorappresentate nel commercio globale, con il dollaro che domina le transazioni in valuta estera.

Tuttavia, il commercio intra-Brics ha rappresentato il 37% delle loro transazioni totali nel 2022, in aumento del 56% dal 2017, sottolineando la determinazione del blocco a rafforzare l’indipendenza finanziaria.

Per il gruppo Brics, una valuta digitale supportata dall’oro potrebbe fare una grande differenza. Costi di transazione inferiori e ridotta volatilità del tasso di cambio sono tra i vantaggi tangibili.

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Alcuni elementi di questa visione sono in atto.

A metà del 2024, le nazioni Brics detenevano collettivamente 5.700 tonnellate di oro, pari al 16% delle riserve globali.

Negli ultimi due decenni, queste riserve sono triplicate, riflettendo uno sforzo per ridurre la dipendenza dal dollaro e rafforzare la stabilità finanziaria delle proprie nazioni. Ma l’equilibrio del potere dell’oro è ancora fortemente sbilanciato a favore dei paesi del G7, che detengono complessivamente 17.500 tonnellate, ovvero il 49% delle riserve globali.

FONTI PRINCIPALI

BANCA GENERALI – Oro: corsa senza limiti nel 2025

FORBES – Ecco la lista completa dei dazi annunciati da Donald Trump

TUTTE LE ALTRE FONTI QUI SU GOSPA NEWS INTERNATIONAL

De-dollarize to De-colonize: Sri Lanka (as Asia) must Pivot to the BRICS. After Elections won by Post Marxists

 

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