WUHAN-GATES – 90. LE PROVE che SARS-CoV-2 è VIRUS ARTIFICIALE: 7 Infettati in un Laboratorio BSL-3 USA nel 2020 da Varianti non Circolanti ma derivanti da Esperimenti Segreti

Nell’immagine di copertina lo studio Zenodo e il microbiologo Baric nel laboratorio presso l’UNC
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Abbiamo identificato sette presunte infezioni da SARS-CoV-2 LAI da giugno 2020 a gennaio 2021, sequenziate presso il Laboratorio di Microbiologia Molecolare Clinica dell’Ospedale dell’Università della Carolina del Nord (UNC), Chapel Hill, NC».
Questa è la sensazionale scoperta sulle infezioni acquisite in laboratorio (LAI) fatta da due ricercatori accademici di fama mondiale, Steven E. Massey – PhD, Professore presso l’Università di Porto Rico a Río Piedras, e Steven Quay, M.D. e Ph.D. presso l’Università del Michigan.
Il Laboratorio Baric dell’UNC sorpreso con le “Mani nella Marmellata”
Hanno scoperto una traccia indelebile che non solo conferma l’origine artificiale del SARS-CoV-2, ma anche il ruolo cruciale svolto dal Laboratorio Baric dell’Università della Carolina del Nord
(di seguito denominato anche UNC).
Appare così grande da poter essere paragonata a un ladro sorpreso con le mani nella marmellata...
Ecco perché si è cercato con forza di impedire la pubblicazione del loro studio su Zenodo, un’autorevole biblioteca scientifica nata da un progetto della Commissione Europea insieme al CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, in francese Conseil européen pour la recherche nucléaire), da dove rischia di essere rimosso da un momento all’altro, visto il coinvolgimento dell’UE nei progetti segreti cinesi sulla SARS chimerica artificiale sviluppati insieme all’UNC… Proprio per questo abbiamo scaricato il PDF integrale della ricerca!
Per una curiosa coincidenza poche ore dopo la pubblicazione di questo nuovo ed esplosivo studio, la Casa Bianca ha deciso di pubblicare un rapporto semplice e sintetico sulle disinformazioni sull’Origine del Covid-19 e sulle censure operate dall’Amministrazione Biden, dal virologo Anthony Fauci e dal Dipartimento della Salute USA.
In esso non si dà molto rilievo agli esperimenti condotti negli USA ma per ovvie ragioni di contrapposizione geopolitica si fanno pesanti allusioni al ruolo del Wuhan Institute of Virology che è stato certamente il più strategico complice nel SARS-Cov-2 costruito dai laboratori supervisionati da Fauci ma non certo l’attore principale…
In una brevissima sintesi, i due ricercatori hanno scoperto che alcuni dipendenti dei laboratori di biosicurezza di Chapell Hill, appartenenti all’UNC, hanno contratto infezioni da SARS-CoV-2 con un genotipo che non era in circolazione all’epoca, poiché le sequenze virali degli “individui infetti” corrispondevano ai ceppi di ricerca iniziali piuttosto che alle varianti comunitarie circolanti.
Si sospetta che queste infezioni abbiano avuto origine dalla ricerca su virus sintetici condotta in condizioni BSL-3 nell’ambito di ricerche condotte dal famigerato microbiologo Dr. Ralph Baric, che ha condotto esperimenti su coronavirus sintetici manipolati in laboratorio per almeno vent’anni grazie alla supervisione del virologo Anthony Fauci e ai finanziamenti dell’agenzia militare del Pentagono, la DARPA.
Questi studi, come spiegato nella precedente inchiesta Wuhan-Gates, sono ancora oggi coperti dal segreto di Stato dell’intelligence statunitense, che ha svolto un ruolo decisivo in questi studi fin dall’apertura dei 12 laboratori batteriologici in Ucraina nel 2012 da parte dell’ex direttore della CIA Leon Panetta, e poi proseguito nel 2014 quando l’avvocatessa Avril Haines è diventata vicedirettrice della Central Intelligence Agency, poi vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale e, dal gennaio 2021, direttrice della US Intelligence Community (ODNI), che ha cercato in ogni modo di nascondere l’origine artificiale del SARS-CoV-2 e, di conseguenza, della malattia Covid-19.
Tentativi Governativi di pressione per sopprimere lo Studio…
Forse è per questo motivo che gli autori hanno segnalato i seguenti tentativi di soppressione della loro ricerca:
«Prima di caricare la prima versione di questa pre-stampa, gli autori hanno contattato il personale del laboratorio di sequenziamento dell’UNC che ha inviato i casi sospetti di LAI al GISAID, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. Poco dopo, gli autori sono stati contattati dall’ufficio GISAID di Washington DC, che ha trasmesso reclami di funzionari anonimi del CDC e dell’UNC in merito alla pre-stampa. GISAID ha minacciato di revocare l’accesso agli autori se i metadati e i file di sequenza non fossero stati rimossi».
L’acronimo sta per “Global Initiative on Sharing Avian Influenza Data”. Perché la piattaforma on line GISAID era stata lanciata nel 2008 in risposta all’epidemia di aviaria del 2006 come modello di condivisione dei dati genomici dei virus influenzali. L’idea era quella di realizzare un gigantesco archivio di informazioni sui virus dell’influenza che potesse accelerare la ricerca di vaccini o di terapie.
Il nome non è più stato cambiato, ma, nel database di GISAID sono finiti diversi agenti patogeni, oltre ai virus influenzali. Durante la pandemia il sistema è stato utilizzato quasi esclusivamente per il monitoraggio delle varanti di Sars-Cov2: attualmente ospita circa 15 milioni di sequenze del genoma di Sars-Cov-2 e circa 2 milioni di dati sui virus influenzali. La maggior parte delle pubblicazioni su Covid prendono il materiale da lì.
La GISAID Data Science Initiative promuove la rapida condivisione di dati relativi a patogeni prioritari, tra cui influenza, hCoV-19, virus respiratorio sinciziale (RSV), hMpxV e arbovirus, tra cui chikungunya, dengue e zika.
Per perseguire le missioni dell’iniziativa, l’iniziativa GISAID riceve supporto amministrativo da due organizzazioni no-profit registrate, una con sede in Germania e l’altra negli Stati Uniti. Entrambe operano esclusivamente per scopi benefici, scientifici ed educativi. Lo status di ente no-profit dell’iniziativa è regolamentato dall’Autorità Fiscale Tedesca di Monaco di Baviera e dall’Internal Revenue Service statunitense.
La piattaforma GISAID è stata lanciata in occasione della Sessantunesima Assemblea Mondiale della Sanità nel maggio 2008. Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, attraverso i suoi Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), è il primo governo a sostenere la creazione dell’iniziativa GISAID.
Fatta questa doverosa spiegazione sull’attività di GISAID vediamo cosa scrivono ancora i due ricercatori nel loro studio:
«Questa campagna di pressione per sopprimere le indagini, unita alla mancanza di trasparenza da parte degli attori istituzionali, supporta l’ipotesi che queste infezioni siano state potenzialmente contratte in laboratorio».
Ma lo studio intitolato “L’illusione della biosicurezza durante la ricerca sul SARS-CoV-2: multiple infezioni apparentemente occulte acquisite in laboratorio sono identificate in condizioni BSL-3 presso un importante laboratorio statunitense per il coronavirus” è stato appena caricato sul server di preprint Zenodo (link nelle fonti).
Abstract dello studio Massey-Quay
«Esiste un acceso dibattito sull’uso della biologia sintetica e di altri strumenti di ricerca avanzati su patogeni pericolosi. I virologi che conducono ricerche sul gain-of-function e ricerche correlate su patogeni pericolosi, inclusa la creazione di cloni infettivi chimerici sintetici, ritengono che il loro lavoro sia essenziale per prevenire la prossima pandemia. Molti scienziati in campi correlati non credono che i benefici della ricerca superino il rischio di un’infezione contratta in laboratorio, con conseguente diffusione nella comunità. Ritengono inoltre che le attuali normative e linee guida per il finanziamento, la conduzione e la segnalazione di incidenti di ricerca in materia di biosicurezza, ovvero le infezioni del personale di laboratorio, siano inadeguate».
Come si legge nell’abstract delle ricerche pubblicate da Steven E. Massey e Steven Quay facendo riferimento al GOF Gain-of-Function: una sofisticata, pericolosa e controversa tecnica di bioingegneria che attraverso l’editing genomico consente di potenziare la virulenza di un agente patogeno rendendolo un’arma batteriologica in un processo simile a quello dell’arrichimento dell’uranio per creare testate atomiche.

«La posizione dei virologi è unanime: se la creazione di patogeni sintetici viene condotta secondo gli standard di sicurezza biologica (BSL), il lavoro può essere eseguito in sicurezza. Tuttavia, numerose prove indicano che le infezioni contratte in laboratorio (LAI) si verificano ancora, anche secondo i più elevati standard BSL-3 e persino BSL-4», hanno aggiunto.
La caratura professionale dei due scienziati firmatari della ricerca è assolutamente indiscutibile.
Nel suo ambito accademico il lavoro di Massey «è interessato a combinare la teoria evoluzionistica con la scienza della complessità. Ci concentriamo sulla dimensione del proteoma come cifrario per la complessità degli organismi e il suo ruolo nell’evoluzione molecolare, sull’auto-organizzazione nell’evoluzione del codice genetico, sull’emergenza neutrale nelle reti proteiche neutrali e nelle reti meta-metabolomiche, sui giochi di segnalazione e sull’inganno molecolare, e sulle proprietà emergenti dei testi religiosi. Attualmente sta studiando l’origine della pandemia di COVID-19».
Quay è il fondatore di Atossa Therapeutics Inc. (Nasdaq:ATOS), con sede a Seattle, un’azienda biofarmaceutica in fase clinica che sviluppa nuove terapie per il cancro al seno, altre patologie mammarie e terapie per il COVID-19. Ha conseguito la laurea in medicina e il dottorato di ricerca presso l’Università del Michigan, è stato borsista post-dottorato al MIT con il Premio Nobel H. Gobind Khorana, specializzando presso l’Harvard-MGH Hospital e ha insegnato presso la Stanford University School of Medicine. I suoi contributi alla medicina sono stati citati oltre 11.500 volte.
Ha fondato sei startup, inventato sette farmaci approvati dalla FDA e detiene 90 brevetti statunitensi. Oltre 80 milioni di persone hanno beneficiato dei farmaci da lui inventati. La sua passione attuale è la prevenzione dei due milioni di casi di cancro al seno ogni anno in tutto il mondo.
Sette infezioni apparenti di SARS-CoV-2 LAI da giugno 2020
«In questo articolo sviluppiamo metodi e criteri per identificare le infezioni latenti occulte (LAI) e distinguerle dalle infezioni acquisite in comunità. Applichiamo quindi questi strumenti a un caso di studio. Utilizzando questi metodi, identifichiamo sette infezioni apparenti di SARS-CoV-2 LAI da giugno 2020 a gennaio 2021, sequenziate presso il Laboratorio di Microbiologia Molecolare Clinica dell’Ospedale dell’Università della Carolina del Nord (UNC), Chapel Hill, NC».
Massey e Quay hanno scritto nel Sommario della pubblicazione.
«Sebbene non si possa conoscere con certezza il laboratorio da cui sono stati acquisiti, utilizzando i criteri qui riportati, inclusa la risposta alla nostra richiesta e il confronto delle sequenze genomiche, tutti i LAI hanno un’alta probabilità di essere varianti di SARS-CoV-2 attivamente studiate presso i principali laboratori per coronavirus del Campus dell’Università della Carolina del Nord (UNC), apparentemente in condizioni BSL-3. Non siamo riusciti a trovare registri pubblici di LAI segnalati dall’UNC durante questo periodo e concludiamo che è probabile che questi LAI fossero sconosciuti al laboratorio stesso».
Steven E. Massey e Steven Quay hanno aggiunto altri dettagli rilevanti:
«Il ritrovamento di sette probabili LAI occulti in un periodo di otto mesi da quello che molti considerano il principale laboratorio di biologia sintetica del coronavirus negli Stati Uniti, o persino al mondo, unito all’apparente incapacità di identificare e segnalare questi LAI da parte del laboratorio o dell’università in generale, sottolinea un fallimento delle attuali normative sui LAI. Sebbene le normative vigenti prevedano la segnalazione obbligatoria, non prevedono una procedura per l’individuazione e la segnalazione delle infezioni occulte».
Virus sintetici creati in laboratorio dall’UNC
E così i ricercatori sottolineano la scoperta di un nuovo genotipo di SARS-CoV-2 registrato nel database globale GISAID gestito in sinergia col governo degli Stati Uniti, che si aggiunge a tutti quelli, identici al coronavirus Covid-19, creati da Baric in laboratorio con una precisa “ricetta” per produrre la proteina Spike tossica grazie alla bioingegneria...
«I virus sintetici creati in laboratorio dall’UNC sono stati marcati con il SNV T15102C/A ed è stato stabilito, esaminando tutte le voci di sequenza GISAID provenienti dalla Carolina del Nord per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 gennaio 2021, per un totale di 1958 casi, che nessun caso umano sequenziato presentava quel SNV. Ciò dimostra l’utilità di tali marcatori nella biologia sintetica dei coronavirus per determinare l’attribuzione, o la sua assenza, a un focolaio comunitario nelle vicinanze del laboratorio. Suggeriamo che tale processo sia considerato un passaggio obbligatorio per tutte le ricerche che coinvolgono patogeni umani significativi».
«Data l’elevata probabilità che la pandemia di COVID-19 sia iniziata con uno o più scienziati del Wuhan Institute of Virology infettati durante l’ingegneria genetica di virus sintetici, e questa segnalazione di infezioni non rilevate contratte in laboratorio da cloni sintetici e varianti di laboratorio presso i principali laboratori statunitensi per il coronavirus, ci incombe l’obbligo di sospendere tutte queste ricerche e di sviluppare solidi standard, protocolli e normative di biosicurezza in grado di soddisfare l’elevata infettività che i virus sintetici possono raggiungere, prima di riprendere tali ricerche».«Infine, questo lavoro evidenzia un enigma normativo: l’identificazione di infezioni occulte contratte in laboratorio, derivanti da laboratori che conducono ricerche pericolose, richiede la volontà di autogoverno delle istituzioni in cui la ricerca viene condotta. Pertanto, non è suscettibile di una facile supervisione da parte di terzi o di enti governativi se non si riesce a rompere il circuito chiuso di responsabilità», concludono i ricercatori…
L’importanza dello studio spiegata da un famoso epidemiologo
Tra i primi a sottolineare l’enorme importanza del documento Masey e Quay nella ricerca delle origini del Covid-19 è stato il celebre epidemiologo americano Nicolas Hulsher, che possiamo considerare una delle nostre fonti più preziose anche per gli studi sulla pericolosità dei vaccini.
In modo molto schematico, Hulsher, ideatore dei Substack Focal Points come segmento del Courageous Discourse creato dal cardiologo Peter McCullough, ha riassunto i punti cruciali dello studio utili a dimostrare le responsabilità dei laboratori Baric nella costruzione del SARS-CoV-2 artificiale, già evidenziate dalle ultime indagini di Gospa News.
I punti chiave si possono leggere su Gospa News International (testo in Inglese con traduziona automatica in Italiano dispoonibile)

Le sue conclusioni riportate sono le stesse riportate fin dal marzo 2020 da Gospa News dopo la prima ricerca pubblicata dal compianto biologo Luc Montagnier insieme al suo amico matematico Jean-Claude Perez e quella del bioingegnere Pierre Bricage, consulente NATO per le armi batteriologiche.
Per questo, ma anche e soprattutto per aver svelato gli intrighi con l’intelligence statunitense e la Commissione Europea nella cospirazione sulla pandemia, siamo stati banditi da quasi tutti i social network del mondo.
Ma essendo io un fervente seguace di Gesù Cristo, spero che un giorno, grazie a Dio, la verità onorerà il nostro colossale lavoro di giornalismo investigativo internazionale.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
direttore Gospa News
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FONTI PRINCIPALI
PDF STUDY – in case of censorship
GOSPA NEWS – WUHAN-GATES DOSSIER – SARSCOV2 DA LABORATORIO
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