Inchiesta Esclusiva: COME LA LOBBY DEL PETROLIO LUCRA ILLECITAMENTE SUI CARBURANTI. Intervista all’ex Benzinaio autore di un Esposto alla Magistratura

Inchiesta Esclusiva: COME LA LOBBY DEL PETROLIO LUCRA ILLECITAMENTE SUI CARBURANTI. Intervista all’ex Benzinaio autore di un Esposto alla Magistratura

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La denuncia di un Gestore contro le compagnie petrolifere, mentre il Governo Meloni con il nuovo decreto sulle accise innalza una nuova mannaia sulla testa dei cittadini.

di Piero Angelo De Ruvo

Ogni link a precedenti articoli di Gospa News è stato aggiunto a posteriori  dalla Redazione

Le lobby del petrolio rappresentano un ostacolo sistemico alla giustizia sociale. Con il loro potere finanziario influenzano le decisioni governative – innescando una pandemia economica – che servono solo ad incrementare le spese militari e ad alimentare sempre più la guerra in Ucraina, complici anche di uno sterminio di innocenti a Gaza, in nome di una democrazia europea che si rifiuta di guardarsi allo specchio per paura di scoprire la verità.

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Il Benzinaio come un lavoratore da “Caporalato”

“Il benzinaio è completamente escluso dal commercio, non è più gestore, che è un commerciante, ma è diventato un lavoro parasubordinato delle compagnie petrolifere, ma soprattutto un lavoro di caporalato della peggiore specie”.

È quanto afferma Massimiliano Galletti, un ex gestore di una stazione di servizio in provincia di Perugia, in una intervista rilasciata GospaNews.

“da quando hanno ucciso il colonnello GHEDDAFI è finito qualsiasi tipo di dialogo e di rispetto tra Società e Gestori. A mettere la ciliegina sulla torta ha provveduto BERSANI che con la liberalizzazione delle LICENZE ha cancellato completamente la figura del GESTORE dando il via alla corsa del prezzo più basso incuranti totalmente dei modi e della forma”. È quanto presentato in una coraggiosa denuncia contro le lobby del petrolio e del loro forte potere economico e sociale dall’ex gestore della stazione di servizio di Todi in provincia di Perugia.

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L’esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Terni

“Le grandi aziende petrolifere, sono arrivate al punto di giocare con la vita delle persone, questo è inaccettabile. Dalla famigerata “liberalizzazione Bersani”, fatta con la mancanza praticamente assoluta di un attento controllo è stata decretata la fine della categoria dei benzinai e dei loro dipendenti, oltre che delle rispettive famiglie.

Quel provvedimento, rivelatosi un vero e proprio gioco al massacro, ha raggelato, umiliato e mortificato un tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese, fiore all’occhiello della nostra economia italiana” aggiunge l’ex benzinaio.

Nel suo esposto-denuncia, depositato il 13/01/2025 presso la Procura della Repubblica di Terni, come da lui dichiarato, vengono esplicitati i metodi ricattatori – da quel momento le compagnie petrolifere non hanno ostacolato la nascita ed il proliferarsi delle così dette pompe bianche, avendo modo così di ricattare i propri gestori, costringendoli ad accettare qualsiasi condizione rasentando anche qualche forma di illecito.

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“Se qualcuno prova ad alzare la testa, – prosegue il Sig. Galletti- reagendo a questi diabolici trucchetti, è costretto poi a difendersi rivolgendosi ad un legale con spese non indifferenti e con un sistema giudiziario che andando per le lunghe mette i poteri forti nelle condizioni di sopraffare l’avversario in condizioni evidenti di maggior debolezza. Ed anche in questo caso è problematico poter trovare un Avvocato competente ma soprattutto disposto ad affrontare le Multinazionali che non si lasci ammagliare da “possibili” lusinghe ed offerte. È proprio qui che inizia il vero e proprio “pressing” psicologico verso i gestori, che arriva persino a devastare la persona, come un tarlo che piano piano logora, causando veri e propri danni psicologici alla persona stessa”.

Penalizzati anche i Consumatori

La sua battaglia, che dura ormai da anni, si concentra sulle ingiustizie subite dai benzinai e sui meccanismi che, secondo Massimiliano Galletti, penalizzano sia i gestori che i consumatori.

Galletti ha raccontato la sua esperienza in un libro intitolato Petrolio, dove descrive come le compagnie petrolifere impongano contratti vincolanti ai gestori, limitandone la libertà e riducendo i margini di guadagno a livelli insostenibili.

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Ha criticato anche le misure governative, come il cartello dei prezzi medi, definendole inefficaci e dannose per i benzinai. Secondo Galletti, queste politiche spingono i consumatori verso le cosiddette “pompe bianche”, che riescono a offrire prezzi più bassi grazie a dinamiche di mercato poco trasparenti.

“Queste pompe bianche – incalza Galletti – stanno facendo il gioco alle compagnie petrolifere, praticamente se un gestore non si sottomette e accetta qualsiasi illecito o imposizione delle LOBBY PETROLIFERE lo portano al punto di abbandonare l’attività, imponendogli prezzi dei carburanti elevati al punto di risultare fuori mercato e chiudere per non fallire. Tanto il carburante lo vendono alle pompe bianche, con la strana compiacenza delle forze politiche italiane che invece dovrebbero tutelarli”.

Massimiliano Galletti, pur consapevole che queste sue affermazioni sanno di un vero e proprio ricatto da parte delle lobby delle compagnie petrolifere, conclude, “Approfittando della lentezza della giustizia, e del suo esorbitante costo, la situazione appare quasi senza via di scampo. Quindi assistiamo a situazioni in cui una persona che ha mille ragioni e più si trova invece afare i conti con svariate e discutibili penali richieste dalle Multinazionali, con cifre davvero allucinanti”.

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La denuncia di Galletti non si limita a evidenziare i problemi, ma punta anche a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere un cambiamento nel settore; infatti, il tutto “è stato segnalato anche all’Ispettorato del lavoro di Perugia, ed all’ispettorato del lavoro di Terni e Rieti, ma tutto tace, nessuno risponde” conclude amaramente. La sua storia personale, fatta di sacrifici e passione, rende il suo messaggio ancora più potente. Dopo decenni di lavoro nel settore, Galletti ha deciso di abbandonarlo nel 2022, esasperato dalle condizioni imposte dalle compagnie petrolifere.

Le pompe bianche

Le pompe bianche sono nate dal D.L. 1/2012 (decreto “liberalizzazioni”), convertito in legge 27/2012, in materia di distribuzione di carburanti, con norme che puntano a promuovere lo sviluppo di operatori indipendenti ed impianti multimarca, “praticamente ha dato la possibilità a tutti di aprire qualsiasi attività e quindi aprire distributori con nomi di vario tipo queste sono le pompe Bianche” continua Massimiliano Galletti, “moltissime pompe bianche sono nate da piccoli depositi di carburanti che rivendevano il carburante all’ingrosso. Questi depositi da diroccati e scalcinati in 15-16 anni hanno creato veri e propri imperi economici, mentre alcuni colleghi benzinai dopo 40-50 anni di attività si sono impiccati ai propri chioschi dei distributori” afferma con un nodo alla gola.

Entrando più nello specifico –“Queste pompe bianche acquistano carburanti dalle società di bandiera per poi rivendere il prodotto ad un prezzo decisamente inferiore del benzinaio a cui il prezzo gli è obbligato dalla stessa società petrolifera che ha venduto il carburante alla pompa bianca. Non da meno il fatto che da quando sono nate le pompe bianche guarda caso è aumentato a dismisura il contrabbando del carburante, proveniente da tutte le parti della terra”.

Il Carburante fantasma

Ma c’è ancora un’altra ombra che sovrasta un gestore di carburanti che non vuole sottostare alle condizioni capestro delle Lobby Petrolifere.

Sempre nella sua denuncia, Massimiliano Galletti porta in rilievo un’altra inspiegabile tematica, questa volta un po’ più tecnica

“Per non parlare dei cali carburante che a fine anno vengono risarciti al Gestore quasi sempre fuori tolleranza e spiegabile dal fatto che in inverno quando arriva la cisterna, il carburante è talmente caldo che ci si può scaldare le mani, Comunque questi risarcimenti vengono sempre pagati a piacere e secondo i loro calcoli, quindi se va bene alla metà dei costi che noi invece abbiamo pagato allo scarico e per l’intero importo. Anche qui c’è da dire che, se in Italia ci sono 22000 distributori e facendo una media bassissima dei cali a fine anno del carburante di 1000 litri, il totale è 22.000.000 milioni di litri, ma è altrettanto preoccupante perché se ci sono 22.000.000 milioni di Litri di cali, da qualche parte devono esserci 22.000.00 milioni di Litri in eccedenza e dove sono. Ma questi cali carburanti li trovate registrati in tutti i registri di carico e scarico dei carburanti nei distributori, quindi che fine hanno fatto?”.

La trasparenza del prezzo

Questa vicenda solleva interrogativi importanti sul futuro del settore dei carburanti e sulla necessità di riforme che tutelino sia i lavoratori che i consumatori. La voce di Galletti rappresenta un appello a una maggiore equità e trasparenza in un mercato dominato da interessi economici potenti.

Massimiliano Galletti mette in luce un altro cono d’ombra, “nessuno sa quanto costa il prodotto, solo loro (le compagnie petrolifere ndr), per il semplice fatto che nei contratti di comodato che tutti i benzinai d’Italia e i gestori firmano, viene escluso il benzinaio dal sapere il prezzo reale del carburante, e allora tutta questa trasparenza dei prezzi, dov’è? Domanda davvero allarmante perché in questo modo non si riesce mai ad avere un vero controllo reale degli aumenti dei prezzi dei carburanti o, meglio, della loro diminuzione.

IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVISTA

 

 

Le vittorie giudiziarie contro le multinazionali del petrolio.

In un settore dove non è facile dialogare con le potenti lobby petrolifere dove il pesante depauperamento delle classi economico-produttive italiane, formata da migliaia di piccoli imprenditori, vengono perseguite anche da un governo che li difende solo sulla carta. Una categoria umiliata ed in vari casi schiavizzata, dove a volte l’unica via di uscita è il suicidio nei propri chioschi dei distributori di cui i mass media tacciono per non scoprire il vaso di pandora tenuto accuratamente chiuso dalle lobby multinazionali.

Le stesse lobby che sostengono quella parte della politica disposta a guardare da un’altra parte pur di svolgere il suo mandato elettorale.

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“La vittoria giudiziaria della signora Cannas”, (link 1) si legge nel comunicato stampa dell’associazione “ANGAC” (associazione nazionale gestori autonomi carburanti) “contro la PAD Multienergy SPA, per una risoluzione contrattuale illegittima”, potrebbe essere la pietra miliare per la difesa e la tutela dei gestori dei carburanti “nei confronti delle compagnie petrolifere che continuano a non rispettare le leggi mettendo il gestore in una condizione di schiavitù”.

Il settore dei distributori di carburante che, nonostante ci siano degli specifici accordi sindacali, quasi sempre ignorati, da anni incontrano grandissime difficoltà senza alcuna tutela da parte della classe politica e che in molti casi sono obbligati alla chiusura, oppure a rivolgersi ai tribunali per potere difendersi dalle pressioni su di essi esercitate per costringerli ad accettare la trasformazione della natura contrattuale del loro rapporto.

Come dimostra la sentenza in primo grado dell’11 dicembre 2024 del Tribunale di Torino Sezione del Lavoro, (link 2), dove una azienda petrolifera

“Come argomentato dal lavoratore, è possibile affermare che il licenziamento in parola abbia natura ritorsiva. La volontà di rappresaglia nei confronti di un lavoratore che si è limitato ad azionare le sue legittime pretese creditizie a mezzo di un decreto ingiuntivo costituisce motivo illecito del licenziamento. Dal momento che tale motivo illecito può nel caso di specie ritenersi unico e determinante, il licenziamento risulta nullo”, conclude la sentenza.

Il settore petrolifero fa gola. Maxi-sequestro da 112 milioni di euro.

Il settore petrolifero-energetico, ha da sempre attirato l’attenzione della malavita, in quanto con esso girano milioni di euro.

Lo dimostra l’ultima Operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato beni e liquidità per un valore superiore a 112 milioni di euro nei confronti di sette persone e cinque società operanti nel settore petrolifero in Campania.

L’articolo dell’ANSA sul sequestro

Tra questi spicca la Penta Petroli, con un Fatturato di € 89.340.477,00 (2023) e 73 Dipendenti (2025), la società petrolifera è in perdita di € -1.121.782,00 (2023), numeri che hanno destato qualche sospetto. Le indagini hanno rivelato un sofisticato sistema di frode fiscale detto “carosello”, orchestrato tra il 2018 e il 2021. Attraverso la creazione di società fittizie e l’emissione di false fatture, oltre 600 milioni di litri di carburante sono stati venduti illegalmente, evadendo 112 milioni di euro di IVA.

Questo meccanismo permetteva di offrire prezzi concorrenziali, alterando il mercato e sottraendo risorse allo Stato. Le autorità stanno proseguendo le indagini per identificare ulteriori complici e responsabilità, rappresentando un importante contrasto all’evasione fiscale nel settore dei carburanti. Questo maxi-sequestro rappresenta un nuovo duro colpo contro l’evasione fiscale nel settore dei carburanti, ed un significativo passo avanti contro questa illegalità, una piaga particolarmente diffusa tra le province di Caserta e Napoli ma che pian piano si sta estendendo in tutta la penisola.

Petrolio e E-Fuel: Der Spiegel rivela l’imbroglio

Un’inchiesta di Der Spiegel (link 3) rivela presunte falsità delle compagnie petrolifere riguardo ai carburanti sintetici (e-fuel).

Queste aziende avrebbero orchestrato una vasta campagna di lobbying per promuovere gli e-fuel come alternativa sostenibile, con il fine di ritardare la transizione verso l’auto elettrica e mantenere la dipendenza dai combustibili fossili. L’indagine evidenzia come, nonostante la narrazione green, la produzione su larga scala di e-fuel sarebbe economicamente e ambientalmente impraticabile, con costi proibitivi rispetto all’elettrico. L’obiettivo delle compagnie petrolifere sarebbe quindi quello di influenzare la politica per evitare il divieto dei motori a combustione interna e guadagnare tempo.

Caro-Benzina del Governo Meloni nella logica affaristico-militare internazionale

Il governo Meloni ha recentemente approvato un decreto che modifica le accise sui carburanti, con l’obiettivo di allineare progressivamente la tassazione su benzina e diesel entro il 2030.

Questo provvedimento prevede un aumento annuale delle accise sul diesel tra 1 e 1,5 centesimi al litro e una riduzione equivalente per la benzina. Non bastavano le imposizioni fiscali sulla benzina a causa dei rincari del costo dei carburanti determinati dagli scenari d guerra in Ucraina e in Medio Oriente.

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Per gli automobilisti con veicoli diesel potrebbe comportare un aumento dei costi annuali tra i 15 e i 20 euro, mentre per il trasporto su gomma l’aumento varia tra i 200 e i 500 euro all’anno. Al contrario, chi utilizza benzina potrebbe beneficiare di un risparmio simile. Secondo le dichiarazioni del Governo, gli introiti aggiuntivi derivanti da queste modifiche saranno destinati al finanziamento del trasporto pubblico locale.

Il decreto approvato lo scorso 13 marzo, introduce numerose modifiche normative, tra cui l’allineamento dei costi di gasolio e benzina, con l’obiettivo di favorire l’utilizzo di quest’ultima, “in modo da tener conto dell’impatto ambientale ed economico di ciascuno dei due prodotti”.

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Tutto ciò per rispettare la linea dettata dall’Unione Europea e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che richiede di eliminare i sussidi ambientalmente dannosi. Tuttavia, il provvedimento ha suscitato polemiche, soprattutto tra chi si aspettava una riduzione delle tasse sui carburanti, che poi puntualmente non è avvenuto, anzi per continuare ad armare l’Ucraina, Meloni ha ripristinato le accise.

Piero Angelo De Ruvo

Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.. Ex sindacalista militare
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia

Ogni link a precedenti articoli di Gospa News è stato aggiunto a posteriori  dalla Redazione

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TUTTI GLI ARTICOLI DI PIERO ANGELO DE RUVO

FONTI PRINCIPALI
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Link 1

– Comunicato stampa –

Link 2
https://www.gestoricarburanti.it/wp-content/uploads/2025/02/Faib-Fegica-Figisc-Comunicazione-a-tutti-i-gestori-appaltisti-x-sentenza-Torino-10.2.2025.pdf

link 3
https://www.businessonline.it/news/le-falsit-e-le-bugie-delle-societ-petrolifere-sui-carburanti-scoperte-da-una-inchiesta-di-der-spiegel_n76421.html

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Piero Angelo De Ruvo

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