L’ARCIVESCOVO DI S. PIO: “L’OCCIDENTE PROTEGGE GENOCIDIO E IMPERIALISMO DI ISRAELE” (video). Mons. Moscone a Netanyahu: “Il suo Popolo si Ribelli”

“Padre, perdonaci: abbiamo lasciato morire Gaza in silenzio” con la complicità dell’Occidente
di Piero Angelo De Ruvo
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Lo scorso 14 giugno 2025 in una piazza carica di emozione, determinazione e senso di responsabilità, si è svolta a San Giovanni Rotondo (FG) la manifestazione “Gargano in marcia per Gaza”, un’iniziativa civile e spirituale che ha riunito cittadini, attivisti, religiosi e rappresentanti delle istituzioni per denunciare l’escalation di violenza in Medio Oriente e l’indifferenza della comunità internazionale.
L’evento, che ha avuto luogo nel cuore della Capitanata, ha scelto come simbolo la terra di Padre Pio e delle apparizioni dell’Arcangelo Michele: un luogo sacro, emblematico della pace e del dialogo, che si è trasformato in un nuovo messaggio forte e coraggioso.
La voce di Padre Franco Moscone, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, presule del Santuario di San Pio, ha riecheggiato come un appello urgente alla coscienza collettiva pronunciando un discorso che ha toccato i cuori dei presenti e acceso un dibattito più ampio sul ruolo della religione, della politica e della società civile di fronte a tragedie che non possono più essere ignorate.
“Rimanere in silenzio è essere complici del Genocidio”
«Non avrei nulla da aggiungere, se non confermare e ribadire ogni parola che abbiamo ascoltato», ha esordito il rappresentante della chiesa, rivendicando con fermezza la responsabilità del suo ruolo di successore degli apostoli, ricordando che “gli apostoli erano palestinesi, erano semiti”
Una dichiarazione non solo simbolica, ma profondamente politica e spirituale, che ha collocato la solidarietà verso il popolo palestinese al centro del messaggio evangelico.
Il cuore dell’intervento è stata una denuncia inequivocabile del silenzio delle istituzioni internazionali di fronte al massacro in corso: “Tutti coloro che tacciono sono complici di un genocidio”, ha detto, condannando il sostegno passivo o attivo a uno Stato che si definisce democratico ma si fa strumento di distruzione e sopraffazione. «Quando una democrazia diventa strumento di guerra, è peggio di qualsiasi altra forma di regime».
La critica è rivolta apertamente all’Occidente: “Continuare a difendere Israele solo perché viene considerata l’unica democrazia dell’area è una bugia, una falsità storica, una complicità ideologica”, imputato alle classi dirigenti europee e italiane di utilizzare il concetto di democrazia come scudo per giustificare l’ingiustificabile.
Una terra di pace, non di guerra
Richiamando la figura di Padre Pio, uomo di pace, e dell’Arcangelo Michele, “che combatte solo nel cielo”, Monsignor Moscone ha voluto sottolineare il senso profondo dell’impegno per la pace che parte da San Giovanni Rotondo. «Costruire la pace nel mondo significa rispettare queste grandi figure che da qui hanno illuminato l’umanità».
Un riferimento forte è stato fatto anche alla Costituzione italiana, in particolare all’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. Un principio che, secondo l’intervento dell’Arcivescovo, “è stato sistematicamente ignorato da tutti i governi da almeno trent’anni, a partire dalla prima guerra del Golfo nel 1991”. Con tono grave, ha aggiunto: “Abbiamo costruito una nazione che non rispetta la propria Costituzione”.
L’Europa e il doppio standard sull’Imperialismo Israeliano
Una parte significativa del discorso è stata dedicata agli ultimi eventi internazionali ed all’Unione Europea, accusata di agire con due pesi e due misure:
“Oggi la Commissione europea ha firmato la diciottesima sanzione contro la Russia. Ma non una parola è stata detta contro i bombardamenti di Israele sull’Iran. Nessuna sanzione, nessuna condanna”.
Ha ricordato che l’elenco dei paesi bombardati da Israele dal 7 ottobre 2023 si allunga sempre più, include ormai Libano, Siria, Yemen, e ora anche l’Iran.
Continua Monsignor Moscone, il vero obiettivo è “l’imperialismo regionale israeliano”, tollerato e in alcuni casi sostenuto dalle democrazie occidentali: “Netanyahu invita gli iraniani a ribellarsi, ma dovrebbe dire quelle parole a sé stesso e al suo popolo, che tenta di ribellarsi ma viene soffocato”.
Una guerra globale fatta di interessi della Lobby delel Armi
Nel passaggio forse più filosofico e storico del discorso, sono stati evocati pensatori come Immanuel Kant e Niccolò Machiavelli, per ribadire che “non esiste una guerra giusta, né una guerra preventiva”.
La retorica bellicista viene smontata pezzo per pezzo come aveva già fatto più sbrigativamente in un precedente intervento:
“La frase Si vis pacem, para bellum è la più grande menzogna della storia”, ha detto, sostenendo che ogni preparazione alla guerra è già una forma di guerra, definendo “pazzia” la scelta dell’Unione Europea di destinare il 5% dei bilanci statali alla spesa militare – un investimento, ha detto, che alimenta soltanto un’economia dei venditori di morte e un clima di indifferenza.
Pace come fondamento di verità e giustizia
La chiusura è stata affidata a un pensiero che intreccia etica, fede e responsabilità: “Senza la pace io non posso vivere. E se non posso vivere, non posso esprimere la mia verità. È la pace che costruisce la giustizia, non il contrario”.Con questa affermazione, l’intervento si è trasformato in un appello a costruire un ordine nuovo, dove la pace sia il fondamento della convivenza civile e della verità umana.
Il discorso di Monsignor Moscone colpisce profondamente per la sua chiarezza morale e il coraggio con cui ha denunciato l’ipocrisia della politica internazionale.
Le sue parole risuonano come un grido di coscienza che rompe il silenzio assordante intorno alla tragedia di Gaza. In un tempo in cui la guerra viene spesso mascherata da “difesa” o “democrazia”, è raro sentire una voce istituzionale che abbia il coraggio di andare controcorrente, mettendo al centro non gli interessi geopolitici, ma la dignità umana.
IL VIDEO CON L’INTERVENTO INTEGRALE DELL’ARCIVESCOVO DI SAN PIO
Trovo particolarmente significativo il riferimento alla nostra Costituzione e al ruolo delle religioni come strumenti di pace e non di giustificazione ideologica.
La scelta di pronunciare un discorso così forte proprio dalla “terra dei santi” ha un valore simbolico potente: ci ricorda che la spiritualità autentica non è mai neutrale di fronte all’ingiustizia, ma si schiera sempre dalla parte dei più deboli.
Piero Angelo De Ruvo
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Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.. Ex sindacalista militare
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia
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