4MILA NEONATI STUPRATI: 23 Inchieste grazie ai Report del Prete anti-Pedofili. Le Chat Hard sui colossi del Web

4MILA NEONATI STUPRATI: 23 Inchieste grazie ai Report del Prete anti-Pedofili. Le Chat Hard sui colossi del Web

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1 – DAL DEEP WEB AL DEEP STATE PEDOFILO
2 – POLITICA DI SINISTRA & PEDOFILI
3 – BEN 23 INCHIESTE DI POLIZIA GRAZIE A METER
4 – BIMBO AFFIDATO DAI GIUDICI ALLA MADRE CHE NE ABUSO’
5 – DENUNCE IGNORATE DALLA POLIZIA FRANCESE
6 – ORRORI IN CHAT TRA MINORI SCOPERTI DALLA POLIZIA
7 – BIMBI STUPRATI E UCCISI ONLINE: INCHIESTA CARABINIERI
8 – CHAT HARD SUI COLOSSI DEL WEB

E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”.
Gesù Cristo – Vangelo di Matteo (18,5-6)

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION HERE

«Perché non tutti sono d’accordo con il fatto che la pedofilia è un crimine contro l’umanità? Noi sappiamo che c’è una lobby culturale che vuole abbassare l’età del consenso dei minori. Ci sono tanti studiosi che sostengono che il pedofilo lo è per nascita e pertanto va rispettato. Da anni si celebrano le giornate della pedofilia. Come mai lo scorso anno denunciammo il filone dei neonati stuprati ma nessuno ha detto una parola. Perché per altri tipi di violenze scendono campo i vip mentre per i bambini nessuno alza la voce?».

Le parole di don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione onlus “Meter dalla parte dei bambini”, sono un pugno nello stomaco alla società del Terzo Millennio, capace a scatenare un putiferio nazionale per un gattino arrostito da un migrante affamato ma quasi totalmente indifferente – in parte per complicità – dinnanzi a un «crimine in espansione» come la pedofilia e all’orrore sempre più incombente dell’infantofilia.

L’inquietante tabella sul materiale pedopornografico scoperto sul Deep Web dall’associazione Meter di don Fortunato Di Noto – link REPORT METER al termine dell’articolo

Al riguardo i numeri del Report Meter 2019 elaborato da questa organizzazione in 76 pagine sono angoscianti: vittime da 0 a 2 anni sono comparse in 1.077 link, 4.006 video e 7.646 foto. «Risulta immutato il ruolo preminente di Europa e America, continenti della ricchezza, dell’opulenza, ma anche del lucro su materiale illecito» si specifica.

«A volte le violenze riflettono una forma di schiavitù, a volte i bambini vengono legati, incatenati. Sembra di raccontare un film horror, ma è realtà» dice il sacerdote fondatore di Meter che è anche membro del Comitato scientifico della Polizia Postale e delle Comunicazioni e docente presso l’Istituto Superiore di Bioetica e sessuologia della Pontificia Università Salesiana di Messina.

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Le truculente violenze sui neonati con stupri, sevizie, torture e persino omicidi in diretta sulle chat del Deep Web sono state messe in evidenza anche da due recenti inchieste di Polizia di Stato e Carabinieri che hanno smascherato una rete di minorenni intenti a scambiarsi video anche “gore” (con violenze e assassini su bimbi piccolissimi).

Ciò accade in quell’Italia dove il sesso coi minori è stato sdoganato negli ultimi lustri dall’abbassamento dell’età del consenso a 14 anni, la più bassa d’Europa dopo la Spagna (13), e dove pertanto il recidivo e famigerato Jeffrey Epstein non sarebbe nemmeno finito in carcere (dove si è suicidato) poiché l’ultima denunciante che lo ha portato di recente in Tribunale ha dichiarato di aver iniziato i suoi rapporti sessuali a 15 anni. Negli USA, infatti, l’età del consenso varia dai 18 ai 17 anni nella maggior parte degli Stati e solo in pochi è a 16.

1 – DAL DEEP WEB AL DEEP STATE PEDOFILO

Ma il Deep Web, punto focale dell’attività di monitoraggio di Meter insieme al suo Centro di Ascolto che in 17 anni ha assistito umanamente, psicologicamente e anche legalmente 1.721 piccole vittime di abusi, sembra essere soltanto lo specchio virtuale di quel Deep International State nel quale la pedofilia non è solo un perverso divertimento ma anche un metodo per irretire e corrompere politici e personaggi potenti proprio come nel caso di Epstein e della sua ex fidanzata Ghislaine Maxwell, arrestata all’inizio di luglio per complicità negli abusi su minori e ritenuta implicata col Mossad, il servizio segreto israeliano.

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Mentre ci accingiamo a scrivere questo reportage con l’intervista al parroco di Avola, in provincia di Siracusa (Sicilia), pioniere nella tutela dei bambini sooprattutto grazie alla creazione nel 2002 dell’Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia, «ufficio altamente specializzato nella ricerca dati su Internet e nell’elaborazione dei flussi di traffico per il contrato della pedofilia e pedopornografia (OS.MO.CO.P.)», ci giunge da uno dei più importanti avvocati italiani focalizzato sui minori la notizia di un bambino di 7 anni affidato alla madre che con lui girò un filmino hot.

Ci pare importante inserire anche questa storia umana, innescata dalla disperata battaglia legale di un padre, perché gli abusi psicologici e anche fisici sui minori avvengono sovente nell’ambito della torbida gestione dei minori. Esiste un collegamento tra vittime di pedofilia e i bambini sottratti alle famiglie con affidi facili in comunità? E a volte spariti nel nulla quando sono migranti o figli di famiglie gravemente disagiate…

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«Da alcune inchieste è emerso, basti pensare a Bibbiano» risponde don Fortunato alludendo all’inchiesta Angeli & Demoni dei Carabinieri di Reggio Emilia da cui sono scaturite 24 richieste di rinvio a giudizio. Tra esse anche quella per la funzionaria dei servizi sociali attivista LGBT che affidò una bimba ad una coppia lesbica che non si fece remore ad esibire falli artificiali dinnanzi agli occhi innocenti della piccola.

2 – POLITICA DI SINISTRA & PEDOFILI

«Il lavoro di monitoraggio sulla pedofilia online rimane sempre argomento sottovalutato anche dalle forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda ed in prima linea questa importante lotta alla criminalità pedofila» scrive nel comunicato l’associazione di don Fortunato fornendo a noi l’occasione per ricordare la tremenda vicenda de Il Forteto, la comunità di accoglienza minorile toscana che costò una condanna all’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo per aver affidato al suo gestore già condannato per pedofilia un bambino di 3 anni oggetto di successivi abusi.

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L’anomala e criminale gestione di quella cooperativa, da cui scaturì la condanna del responsabile Rodolfo Fiesoli a 14 anni di carcere, avvenne, come a Bibbiano, «nel solco della cultura di sinistra» secondo il deputato Stefano Mugnai (Forza Italia) che per primo ne denunciò lo scandalo ed ha di recente ottenuto la creazione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta avviata alcuni mesi fa.

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Non solo, infatti, l’emergenza pedofilia viene ignorata dalla politica, come denuncia Meter, ma addirittura l’attuale governo italiano di sinistra sostenuto dal Partito Democratico e dal Movimento 5Stelle sta procedendo con una proposta di legge di repressione dell’omotransfobia in cui «gli onorevoli Zan, Boldrini, Scalfarotto e altri, vorrebbero non soltanto introdurre nuovi ambigui reati e disposizioni penali liberticide ma anche rendere obbligatoria l’educazione al gender nelle scuole di ogni ordine e grado (sì, anche nella scuola dell’Infanzia!)» come riporta una newsletter dell’associazione cattolica ProVita&Famiglia sul «gravissimo pericolo» del «testo di legge che è stato approvato dalla Commissione Giustizia e rischia di arrivare tra pochissimo all’Assemblea della Camera dei deputati».

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«Papa Francesco dice che il gender è una “colonizzazione ideologica”. Il gender è un’ideologia che porta all’erotizzazione e sessualizzazione precoce di bambini e ragazzi, si dice che i minori possono decidere quello che vogliono e come vogliono. Il gender è pericoloso, perché mira a corrompere i bambini. Di questo passo, tra pochi anni la società giustificherà la pedofilia» ha dichiarato lo stesso sacerdote Di Noto in un’intervista alla Nuova Bussola Quotidiana.

Alcuni gruppi web di tendenza pedofila segnalati dal REPORT METER

«Ci sono migliaia di portali non necessariamente pedopornografici ma pedoculturali, dove si manifesta fondamentalmente un pensiero e cioè: la pedofilia – dicono – è un orientamento, il pedofilo nasce così e fa, in fondo, l’interesse dei bambini. Ci sono anche portali sui pedofili “virtuosi”, cioè coloro che hanno questi desideri ma affermano di non averli mai attuati: tutto questo è funzionale alla normalizzazione del crimine. Sono organizzazioni ben strutturate, che raccolgono fondi, dicono che “l’amore è amore”, “un bambino non può amare un adulto?”, ecc. Ci sono il Fronte di liberazione dei pedofili, la Boy Love Association, ecc. C’è pure la giornata dell’orgoglio pedofilo» aggiunge il parroco di Avola, nominato Referente diocesano per il Servizio Regionale Tutela Minori della Conferenza Episcopale Siciliana (CESI).

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In un prossimo reportage approfondiremo il ruolo internazionale del Circolo Mario Mieli di Roma, intitolato ad un precursore delle battaglie LGBT noto per la sua letteratura dichiaratamente pedofila, che riceve contributi istituzionali e ha contratto lucrosi appalti pubblici con Roma Capitale grazie ad una cooperativa da esso controllata. Ora scopriamo le cifre e gli allarmi del dossier Meter, le inchieste giudiziarie e le battaglie legali a tutela dei minori.

 

3 – BEN 23 INCHIESTE DI POLIZIA GRAZIE A METER

«Se guardiamo ai link che abbiamo monitorato e denunciato nel corso del 2019, il trend delle vittime più richieste è quella 8-12 anni con 5.742.734 fotografie rilevate; seguono 3/7 anni (1.321.969), chiude 0/2 anni (7.646). Quando parliamo della fascia 0/2 anni parliamo di bambini che hanno pochi giorni di vita. È il fenomeno dell’infantofilia che Meter denuncia da molti anni. Le cifre che il Report Meter edizione 2019 fotografa a consuntivo dell’attività annuale sono come sempre impietose: quasi 7 milioni e 100 mila le foto segnalate l’anno scorso, il doppio rispetto al 2018 quando il contatore si fermò a 3 milioni e 50 mila circa. Quasi stabili i video (992.300 contro 1.123.793 del 2018), in aumento le chat (323 contro 234) e solo nel 2019 abbiamo individuato 325 cartelle complesse .rar».

I dati di 17 anni di attività dell’associazione Meter

Il dossier Meter non parla solo di numeri ma evidenzia politiche efficaci di contrasto alla pedofilia. «Nel 2008 è stata siglata la Convenzione fra la Polizia Postale e delle Comunicazioni e l’Associazione Meter Onlus. L’accordo permette il costante confronto tra la Polizia di Stato e Meter (Sede Nazionale), una tra le realtà più impegnate nella tutela dei minori. Infatti, i siti collocati ai primi posti della black list della Polizia Postale sono stati spesso l’oggetto delle segnalazioni inoltrate da Meter. Grazie alla propria esperienza e alla presenza nel database UNICRI, l’Associazione collabora col Centro CNCPO (Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online) della Polizia di Stato, nel rispetto delle normative vigenti in materia».

Don Fortunato Di Noto presidente dell’associazione onlus Meter da lui fondata nel 1989

«Negli ultimi 15 anni abbiamo fatto sviluppare 23 operazioni nazionali e internazionali, centinaia di arresti, migliaia di indagati, tanti bambini individuati – aggiunge ancora il prete anti-pedofili – In certi filoni d’inchiesta ci sono organizzazioni criminali che sfruttano i bambini, anche per la produzione di materiale pedopornografico. Ricordo in questo senso un’operazione in Brasile, avviata dopo una nostra segnalazione. Un’altra operazione, che partì dall’Italia ma riguardava tutta l’Europa, individuò 250 bambini, anche italiani. Alcuni sono in mano a vere e proprie organizzazioni, altri casi avvengono in famiglia o in molti altri ambiti della società».

Proprio uno di questi è al centro di una sconcertante battaglia legale in quell’Emilia Romagna nota per la sua tradizione culturale di sinistra e per lo scandalo di Bibbiano.

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4 – BIMBO AFFIDATO DAI GIUDICI ALLA MADRE CHE NE ABUSO’

«È scandalosa la sentenza emanata lo scorso 30 giugno dal Tribunale ordinario di Bologna: ha affidato un bambino di sette anni alla madre, romena, responsabile di atti di violenza sessuale commessi ai danni del suo stesso figlioletto. Atti documentati da video girati dalla donna stessa e trasmessi ad un’amica, con la quale ha intrecciato una relazione amorosa. Con lei e con il marito di questa donna».

L’attualità dell’allarme sui minori vittime di abusi in famiglia o nelle coppie affidatarie giunge dalle parole dell’avvocato Francesco Miraglia di Roma, in prima linea nella difesa di tre bambini strappati alle famiglie parti offese nell’inchiesta su Bibbiano, ma anche sul fronte opposto come in questo caso, sempre nell’interesse delle creature indifese.

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«Un video agghiacciante, che mostra la donna che consente al piccolo di toccarle le parti intime. Non solo: la donna ad un centro punto chiede al piccolo, che all’epoca aveva cinque anni appena, se volesse che la mamma gli facesse altrettanto. Un video del quale la madre del bimbo parla allegramente con l’amica al telefono, ridacchiando spensierata di quanto il piccino facesse» aggiunge il legale.

«La giustizia è finita» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia, cui si è rivolto il padre del bambino. «Un uomo distrutto da questa sentenza, un uomo che ha tentato di lottare per dimostrare, invano, i comportamenti estremamente sessualizzanti commessi dalla donna nei confronti di loro figlio. Ma su di lui grava un’indagine scaturita da una denuncia sposta in maniera del tutto strumentale dall’ex compagna: ma tanto è bastato al tribunale di Bologna per considerarlo inadatto ad ottenere l’affidamento del bambino ed emanare pertanto questa sentenza choc».

L’avvocato Francesco MIraglia

«La Consulente del tribunale – CTU – ritiene del tutto normale, per nulla grave, per niente strano questo comportamento» prosegue l’avvocato Miraglia, «mentre per la nostra Consulente, la professoressa Vincenza Palmieri, il comportamento di questa donna è volutamente sessualizzato e che usi quelle immagini con l’amica a scopi erotici e morbosi. Mentre abitua il bambino a considerare il tutto “naturale” ma segreto. Invece, a quanto pare, per la Consulente del tribunale e per il tribunale stesso non rappresentano che una “disinibizione inconsueta”».

«Quando si tratta di bambini, i giudici dovrebbero assumere le loro decisioni rivolte al benessere dei minori, approfondendo i casi e non agendo con superficialità; la quale ha ripercussioni gravissime sull’incolumità fisica e psicologica dei bambini. La sentenza di Bologna è vergognosa: se fosse accaduta a parti inverse, se fosse stato il padre a farsi toccare dal figlio o, al contrario, dalla figlia, e a spedire agli amici il video, ridendo e sghignazzando della cosa, quanto meno sarebbe stata emessa una misura cautelare nei suoi confronti. Perché per la madre dovrebbe essere diverso? Nessuno, in tutta questa vicenda, si è preoccupato della salute di questo bambino?».

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«Provvederò ad inviare la documentazione al ministero della Giustizia e a tutti gli enti competenti: questa sentenza, l’incolumità e la salute di questo bambino, non possono cadere sotto silenzio» preannuncia Miraglia.

Non è ozioso ricordare che proprio il Tribunale dei Minorenni di Bologna è stato oggetto di un esposto al Dicastero e al Consiglio Superiore della Magistratura formulato dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, Celestina Tinelli, in riferimento a gravissime anomalie quali persino fascicoli scomparsi…

 

5 – DENUNCE IGNORATE DALLA POLIZIA FRANCESE

In questo contesto di degrado del sistema giudiziario italiano, evidenziato anche dal recente scandalo PalamaraGate sui complotti tra toghe e politici, è ancor più ammirevole ed esemplare l’attività condotta da don Fortunato e dai suoi collaboratori che stanno «cercando di essere buoni cittadini e buoni cristiani» precisa il prete.

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«Dal novembre 2017, l’Associazione Meter è partner ufficiale della Polizia polacca nella lotta alla pedofilia e pedopornografia online. L’accordo, stilato sulla falsariga di quello che regola i rapporti tra la Polizia Postale italiana e Meter, prevede che l’Associazione trasmetta alla Polizia polacca, saltando qualsiasi pastoia burocratica, attraverso un indirizzo email diretto, tutte le segnalazioni inerenti server, utenti e materiale polacco. Da qui la Polizia polacca potrà avviare le sue indagini» si legge nel dossier dell’associazione che non è però sempre così apprezzata dalle forze dell’ordine.

Il logo OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) e le partnership Meter con la Polizia Italiana e Polacca

«Se le Polizie, in diversi Paesi del mondo, avessero preso sul serio le nostre denunce, forse avrebbero maggiormente contribuito alla repressione del drammatico fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori! Forse avrebbero individuato qualche vittima schiava e sottomessa (da anni), da soggetti perversi e pericolosi!» riferisce Meter per il quale la tempestività di intervento è fondamentale per i crimini pedopornografici online.

«Il Deep web è la faccia oscura della Rete che come quella della Luna tutti sanno ci sia ma nessuno ha mai visto. In 7 anni, dal 2012 a oggi, le segnalazioni sono state 47.421. È una giungla nella quale si opera e agisce nella massima libertà al punto che anche per le forze dell’Ordine non è facile intervenire e operare. E spesso si opera tardivamente rispetto alle tecnologie usate dai cyber-pedofili. Un esempio? Un link a tempo: la collezione di foto o video con gli abusi si trova su un determinato indirizzo e sarà attivo solo 24 ore. Troppo poco perché si possa intervenire».

La classifica dei domini  (le “targhe” dei siti internet) è la seguente: al primo posto l’isola di Haiti nel mar dei Caraibi in America Centrale, con 640 link (dominio .ht); al secondo posto la Francia, con 484 link (dominio .fr); al terzo posto, con 410 link, la Nuova Zelanda (dominio .nz). Nulla da Canada e USA. Mentre nel Vecchio continente sono state fatte 644 segnalazioni con Francia (484), Russia (47), Islanda (32). Seguono Montenegro (27), Grecia (25), Albania (21), Olanda (3), Italia (2). Chiudono Unione Europea, Guernsey e Polonia con 1.

Ma ecco il paradosso: «In tanti anni abbiamo mandato molteplici segnalazioni in Francia ma non è mai stata aperta un’inchiesta. In Nuova Zelanda ne è stata avviata una solo quest’anno» precisa il sacerdote Di Noto. Per fortuna in Italia le forze dell’ordine lavorano con maggiore determinazione contro il Deep Web come hanno dimostrato le recenti operazioni di Polizia di Stato e Carabinieri.

 

6 – CHAT DI ORRORI TRA MINORI SCOPERTA DALLA POLIZIA

Sulla chat si scambiavano immagini e video hard, anche con bimbi, nonché immagini raccapriccianti di suicidi e mutilazioni. La Polizia postale di Firenze ha scoperto questa chat “dell’orrore” e ha denunciato 20 minorenni, tra i 13 e i 17 anni, accusati di detenzione, divulgazione, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata.

«L’operazione di oggi, denominata “Dangerous images”, è nata dalla denuncia a Lucca di una madre che aveva scoperto sul cellulare del figlio 15enne filmati hard anche con bimbi.
 Dall’analisi del telefonino è emerso un gran numero di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi poi l´organizzatore e il promotore dell´attività insieme ad altri minori, attraverso Whatsapp, Telegram e altre applicazioni di messaggistica istantanea e social network – riporta il comunicato della Polizia -
Sul telefono del ragazzo erano inoltre presenti numerosi file “gore” (dall´inglese “incornare”), la nuova frontiera della divulgazione illegale, provenienti dal dark web raffiguranti suicidi, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone, in qualche caso di animali.
 Dopo oltre cinque mesi d´indagini i poliziotti hanno identificato i 20 minorenni per i quali è scattata la denuncia».

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Le perquisizioni, eseguite dalla Polizia postale e delle comunicazioni e coordinate dal Cncpo (Centro nazionale contrasto alla pedopornografia online), hanno riguardato minori nelle città di  Lucca, Pisa, Cesena,  Ferrara, Reggio Emilia, Ancona,  Napoli, Milano, Pavia, Varese,  Lecce, Roma,  Potenza e Vicenza.
Il più “anziano” del gruppo ha compiuto da poco 17 anni, il più giovane ne ha 13. A far parte delle chat anche 7 adolescenti, tutti 13enni. Sono stati sequestrati decine di telefonini e computer. Ulteriori indagini sono in corso.

 

7 – BIMBI STUPRATI E UCCISI ONLINE: INCHIESTA CARABINIERI

Risale ad ottobre 2019 l’operazione denominata Delirio, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siena, coordinati da Antonio Sangermano, procuratore capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, avente ad oggetto le ipotesi investigative di diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico ed istigazione a delinquere.

L’indagine aveva rilevato l’esistenza di una chat, denominata The Shoah Party, nella quale erano coinvolti numerosi minorenni residenti in varie località del territorio nazionale. L’attività era consistita in decine di perquisizioni e interrogatori, e si era valsa della preziosa e responsabile denuncia di una madre quale input investigativo.

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«Le investigazioni hanno consentito di acclarare le modalità di accesso al deep web, dove vengono acquisite e poi fatte circolare le immagini “gore”, con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedo-pornografia ai danni di bambini piccolissimi» hanno spiegato i Carabinieri del Comando Provinciale di Siena.

Le immagini rinvenute e già sequestrate attengono dunque e tre tipologie: 1) video pedo-pornografici auto-realizzati da minori, che si riprendono nudi od intenti al compimento di atti sessuali; 2) video realizzati da adulti, relativi ad atti sessuali e violenze compiuti da soggetti minorenni (anche di sesso femminile) ai danni di minori, anche in tenerissima età (2-4 anni); 3) video “gore”, per lo più associati a simboli nazisti.

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Sono emerse nuove e specifiche risultanze indiziarie che fanno ritenere, sulla base di concreti elementi, che un soggetto minorenne, un 17enne del Piemonte, dotato di notevoli competenze tecnico-informatiche, abbia personalmente partecipato on-line assieme ad altri utenti, pagando in cripto valute, quali i Bitcoin, a delle vere e proprie torture ed abusi sessuali su minori, compiute in diretta da soggetti adulti.

«Dalle loro chat è emersa una descrizione dettagliata ed inquietante delle loro esperienze nel deep web, in particolare del ragazzo che ne riferisce alla sua amica, con descrizione delle cosiddette red room, stanze dell’orrore, in cui gli è possibile accedere a pagamento per assistere a violenze sessuali e torture praticate in diretta da soggetti adulti su minori, con possibilità di interagire per gli “spettatori”, che possono richiedere determinate azioni ai diretti protagonisti delle efferate azioni. In particolare, dalle indagini è emerso con dovizia di particolari, l’atto di un minore abusato sessualmente e torturato in diretta».

 

8 – CHAT HARD SUI COLOSSI DEL WEB

Lo straziante SOS lanciato dall’associazione Meter trova quindi puntuale ed orribile conferma. Ma s’innesta con le storie delle famiglie delle piccole vittime che si rivolgono di persona ai due centri operativi in provincia di Siracusa (Avola e Pachino).

«Il nostro Centro Ascolto e di prima accoglienza negli ultimi 17 anni ha ricevuto 10.039 telefonate e ha fornito 1.721 consulenze con presa in carico presso la sede nazionale» precisa il Report che nel solo 2019 ha accolto 142 richieste di aiuto, provenute in maggioranza dalla Sicilia (96, per ovvie ragioni di prossimità) ma con numeri rilevanti anche da Lazio, Calabria e Lombardia. Le statistiche sui minori diffuse dal Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse lasciano comunque inferire un gigantesco sommerso insondabile ben più tremendo.

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Resta quindi un’inevitabile amara conclusione da parte del prete “cacciatore di pedofili” in relazione alle 323 chat di gruppo o individuali denunciate nel 2019.

«Com’è possibile che Meter può fare questo tipo di servizio, con il volontariato e pochissime risorse, e i colossi del web non riescono a trovare una soluzione con un algoritmo, con dei protocolli? La cosa che più inquieta è che in molti Paesi, dopo la richiesta dell’autorità giudiziaria di fornire i dati degli utenti, la soddisfazione di questa richiesta è su base volontaria, per la questione della privacy: ma può essere mai che si usi il pretesto della privacy per un crimine così?» si domanda giustamente don Fortunato.

Clicca sull’immagine per i contatti dell’associazione Meter

«Queste chat sono state chiuse dopo nostra segnalazione, ma il problema è che ne nascono sempre di nuove. Le chat, su canali come Facebook, Instagram, Telegram, Whatsapp, ecc., sono luoghi privilegiati per lo scambio di materiale e l’adescamento di minori. Meter ha lanciato un appello alle polizie di tutti gli Stati.
Io penso alle parole di Gesù, di essere “perfetti nell’unità”. Credo che sia importante unire le forze per i bambini, tutti gli Stati dovrebbero salvaguardarli. Ognuno deve fare la sua parte. I bambini devono essere al primo posto, perché una società che non mette al primo posto i bambini fin dal concepimento è una società fallita».

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione

 


FONTI PRINCIPALI

GOSPA NEWS – INCHIESTE MINORI – PEDOFILIA

GOSPA NEWS – INCHIESTE GIUSTIZIA – MAFIA

REPORT METER 2019  ITA

REPORT METER 2019 ENG

LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA – INTERVISTA A DON FORTUNATO

PROVITA & FAMIGLIA – LEGGE CONTRO OMOTRANSFOBIA

POLIZIA DI STATO – DENUNCIATI 20 MINORENNI

SIENA FREE – OPERAZIONE DEEP WEB DELL’ORRORE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

3 pensieri su “4MILA NEONATI STUPRATI: 23 Inchieste grazie ai Report del Prete anti-Pedofili. Le Chat Hard sui colossi del Web

  1. Volevo ringraziarVi per i Vs. articoli. L’ultimo sulla pedofilia è stato cosi’ istruttivo. Bisogna svegliare le menti dormienti e cercare di frenare il piu’ possibile la caduta vertiginosa dell’umanità verso il basso.

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