BEIRUT: DEEP STATE Affossa il Governo Sciita-Cristiano. Ex Parlamentare Sionista: “Esplosione come Bomba Nucleare. Spero sia stato Israele”

BEIRUT: DEEP STATE Affossa il Governo Sciita-Cristiano. Ex Parlamentare Sionista: “Esplosione come Bomba Nucleare. Spero sia stato Israele”

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IL PREMIER LIBANESE SI DIMETTE

AGGIORNAMENTO DELL’11 AGOSTO

Il governo libanese si è dimesso lunedì, poiché le ricadute dell’esplosione mortale della scorsa settimana hanno approfondito una crisi politica nella capitale devastata dalle esplosioni. Il primo ministro Hassan Diab ha detto che si dimetterà insieme a tutti i suoi ministri. “Ci ritireremo e staremo con il popolo. Dobbiamo aprire la porta per il popolo”, ha detto in un discorso alla nazione.

Il Deep International State di impronta massonico-sionista ha vinto ancora a volta nel martoriato Liano. La rivolta di piazza di poche migliaia di guerriglieri, abilmente pilotata da Canvas, sedicente centro anti-violenza sostenuto dalla Cia, sta destabilizzando come il paese come avvenuto nella rivoluzione del Cedro del 2005  prima della successiva guerra lampo scatenata da Israele nel 2006.

Le proteste avevano già provocato nel 2019 la caduta del precedente governo di vaste alleanze tra Musulmani Sciiti, Sunniti e Cristiani Maroniti del premier Saad Hariri, figlio di Rafīq al-Ḥarīrī, ucciso in un attentato sul lungomare di Beirut il 14 febbraio del 2005 insieme ad altre 22 persone.

Quell’attentato, come oggi la strage per l’esplosione che si sospetta sia stata causata da un attacco esterno, gettò benzina sul fuoco della Rivoluzione del Cedro per i sospetti contro  alcuni Hezbollah (in attesa di processo), in una provocazione per un conflitti tra questi ultimi, partito e forza paramilitare Sciita, e i Sunniti.

Tutto ciò avviene nell’ambito di quei continui tentativi di provocazione occultamente orchestrati dai Sunniti estremisti come i Wahabiti dell’Arabia Saudita, storici alleati proprio di Israele.

PUBBLICATO IL 9 AGOSTO 2020

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION HERE

Mentre la guida spirituale dei Musulmani Sciiti in Libano, il Secretario Generale degli Hezbollah Sayyed Hasan Nasrallah predica unione tra le confessioni religiose un ex membro della Knesset, il parlamento monocamerale di Israele che ha sede a Gerusalemme, ringrazia Dio per l’esplosione che ha devastato Beirut lasciando un bilancio provvisorio di 158 morti.

In questo differente atteggiamento si può misurare la volontà dell’esponente islamico di sedare gli animi dopo i tumulti di piazza divampati nella città libanese per lo scoppio di un deposito di nitrato di ammonio che però alcuni ritengono sia stato innescato da un attacco esterno.

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Mentre l’ex parlamentare israeliano Moshe Feiglin ha pubblicato su Facebook un post in cui ha ringraziato Dio che l’esplosione mortale sia avvenuta a Beirut, e ha affermato che era giusto in tempo per Tu B’Av, che è una festa dell’amore, e nei tempi moderni è diventata una romantica festa ebraica per ballare, distribuendo fiori e cantando. Lo riferisce il media arabo MEMO (Middle East Monitor).

«Oggi è Tu B’Av, un giorno di gioia, e un vero ed enorme grazie a Dio ea tutti i geni e gli eroi davvero (!) Che hanno organizzato per noi questa meravigliosa celebrazione in onore del giorno dell’amore» ha scritto Feiglin, leader del partito sionista libertario Zehut, ex membro di Likud, il partito di Benjamin Netanyahu, che ha rappresentato nella Knesset tra il 2013 e il 2015.

L’ex parlamentare ha fatto allusioni ancor più pesanti in un’intervista ad una radio locale tanto da parlare di una bomba nucleare e di un’eventuale responsabilità israeliana, tra le ipotesi che circolano sulla misteriosa e terribile strage.

L’ex membro del Knesset Moshe Feiglin (partito di destra Zehout) con Benjamin Netanyahu durante la loro alleanza di governo

«Non credi davvero che questo fosse un magazzino di carburante disordinato, vero? Capisci che questo inferno avrebbe dovuto cadere su di noi come una pioggia di missili?! Ho una certa esperienza con gli esplosivi. La più grande esplosione a cui ho preso parte è stata di 2,5 tonnellate di TNT» ha detto l’ex parlamentare israeliano secondo quanto riportato da MEMO.

«Quello che abbiamo visto ieri al porto di Beirut è stato molto più grande. L’effetto distruttivo (senza le radiazioni) era come una bomba nucleare – ha aggiunto Feiglin – Se siamo stati noi, e spero che fossimo noi, allora dovremmo esserne orgogliosi e con questo creeremo un equilibrio di terrore. Evitando di dire che siamo noi, ci stiamo mettendo sul lato oscuro della moralità. Siamo tutti autorizzati a rallegrarci che sia esploso nel porto di Beirut e non a Tel Aviv».

Di tenore opposto le dichiarazioni del leader degli Hezbollah.

«Siamo di fronte a una grande catastrofe umanitaria e nazionale a tutti i livelli» ha detto venerdì durante un discorso televisivo Sayyed Hasan Nasrallah, figura leggendaria in Libano perché ritenuto discendente di Maometto, dopo aver espresso le condoglianze ai parenti delle vittime auspicando una pronta guarigione dei feriti e il ritrovamento dei numerosi dispersi.

Hassan Nasrallah, segretario generale del partito Hezbollah

«Ci sono più di 150 martiri; la maggior parte di loro sono libanesi, con un numero notevole di siriani e cittadini di diversi paesi» l’esplosione ha infatti colpito il porto di Beirut proprio nella zona di alcune ambasciate straniere, tra cui quella Siriana e Australiana, gravemente colpite.

Gli Hezbollah sono oggi un partito di governo in Libano a sostegno del premier Sciita Hassan Diab appoggiato anche dal partito a maggioranza sciita Amal e dal blocco cristiano del Movimento dei Patrioti Liberi, guidati dall’ex ministro degli Esteri Gebran Bassil, di cui fa parte anche il presidente della Repubblica Michel Aoun, ex generale dell’esercito.

 

RIVOLTA PILOTATA CONTRO IL GOVERNO

Proprio Aoun è finito nel mirino dei rivoltosi che dall’ottobre 2019 contestano non meglio identificati episodi di corruzione nel governo (certamente molto meno gravi di quelli emersi in Italia con il PalamaraGate che ha scoperchiato complotti tra magistrati e politici senza un solo arresto) e la perdurante crisi economica.

Come evidenziato in altri articoli sulle proteste pilotate da CANVAS e da servizi segreti occidentali, il tracollo finanziario del paese è in realtà stato provocato come in Venezuela dalle sanzioni USA contro le banche libanesi ritenute finanziatrici di Hezbollah che per Washington è un’organizzazione terroristica in quanto alleata dei Pasdaran Sciiti dell’Iran.

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«Beirut è stata completamente cancellata dall’esplosione. Ciò potrebbe causare gravi perdite economiche. Questa esplosione ha colpito tutti i libanesi con tutte le loro affiliazioni settarie. Beirut è la città di tutti i libanesi e rappresenta tutti i segmenti della società libanese. Dobbiamo esprimere simpatia, amore e solidarietà l’uno con l’altro. Vorremmo che gli Stati Uniti imponessero il loro assedio solo a Hezbollah, non a tutti i libanesi» ha aggiunto Nasrallah come riportato dal media libanese Al Manar.

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Ma ieri nel “sabato della rabbia” poche centinaia di rivoltosi abilmente addestrati alla guerriglia urbana come quelli della Rivoluzione del Cedro del 2005 di cui ancora si vanta CANVAS, il sedicente centro antiviolenza di Belgrado finanziato dal controspionaggio americano della Central Intelligence Agency, hanno preso di mira con violente proteste proprio Hezbollah, Aoun ed il governo del premier Diab.

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Nel quartiere a maggioranza cristiana di Achrafieh, un gruppo nutrito di manifestanti – tra cui molti veterani dell’esercito – ha occupato il palazzo storico Bustros, sede del ministero degli Esteri, proclamandolo subito come quartier generale dei rivoltosi. Sulla facciata dell’edificio, che aveva riportato danni nella deflagrazione di martedì, sono stati stesi grandi striscioni rossi raffiguranti il pugno chiuso con le scritte «Beirut capitale della rivoluzione». L’esercito ha poi liberato la sede ritenuta il simbolo del presidente Aoun.

 

HEZBOLLAH: NESSUNA MUNIZIONE NEL PORTO

La polizia libanese ha arrestato 20 persone. Tra gli agenti, si legge in un comunicato citato dal sito del quotidiano L’Orient le Jour, si contano 70 feriti ma uno di loro sarebbe poi deceduto. Ieri sera la Croce Rossa libanese aveva fornito un bilancio totale di 238 feriti, di cui 63 ricoverati in ospedale e 175 medicati sul posto.

Il premier Diab: “La strage al porto non resterà impunita”. E chiede elezioni anticipate “La strage al porto di Beirut non resterà impunita” ha assicurato il premier Hassan Diab, in un discorso alla nazione. “Tutti i responsabili del porto saranno indagati”, ha aggiunto. Diab ha invitato i partiti politici a risolvere la crisi del paese in due mesi altrimenti ci saranno le elezioni anticipate. La ministra dell’Informazione libanese, Manal Abdul Samad, ha annunciato oggi le sue dimissioni, secondo quanto riferiscono i media libanesi.

La folla ha puntato il dito contro gli Hezbollah per il magazzino di stoccaggio del nitrato di ammonio da cui sarebbe partita la fatale deflagrazione, sebbene, come riferito da Gospa News, altre molteplici fonti militari sostengano che ci siano stati più inneschi a causa di bombe o missili.

«Subito dopo l’esplosione, alcuni canali televisivi locali e arabi e pagine di social media hanno adottato un presunto scenario secondo il quale il magazzino del porto di Beirut, esploso, conteneva missili o munizioni per Hezbollah» ha detto il segretario generale della forza paramilitare Scittia.

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«Sebbene fonti ufficiali negassero la presenza di missili nel porto e confermassero che il nitrato è utilizzato per scopi agricoli e industriali, loro (canali televisivi locali e arabi) hanno insistito sul fatto che il nitrato di ammonio era stato immagazzinato da Hezbollah per 6 anni per incolpare il partito per l’esplosione – ha aggiunto Sayyed Hasan Nasrallah – Nego categoricamente l’affermazione che Hezbollah abbia depositi di armi, munizioni o qualsiasi altra cosa nel porto».

Sayyed Nasrallah ha sottolineato che Hezbollah non gestisce il porto di Beirut né interferisce nella sua amministrazione, aggiungendo che la Resistenza conosce il porto di Haifa nella Palestina occupata più del porto di Beirut. «Come resistenza, è nostro dovere sapere cosa sta succedendo nel porto di Haifa, ma non nel porto di Beirut».

Il presidente Aoun aveva in precedenza dichiarato che tutte le ipotesi erano possibili: l’incidente ma anche una bomba o un missile per un attacco esterno.

 

PROTESTE A GERUSALEMME CONTRO NETANYAHU

Mentre le manifestazioni in Libano sono finite sotto l’attenzione dei media occidentali solo Russia Today ha riportato con risalto le proteste avvenute in Israele.

«Il filmato mostra gli ufficiali che trascinano via i manifestanti fuori dalla residenza del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Diverse persone sono state arrestate a Gerusalemme dopo una manifestazione di migliaia di persone» scrive RT.

Le proteste a Gerusalemme

«Una clip dell’agenzia video Ruptly di RT mostra gli scontri tra attivisti e agenti di polizia domenica mentre tentano di interrompere un sit-in presso la residenza ufficiale del primo ministro israeliano nel centro di Gerusalemme, che è stata al centro di frequenti manifestazioni antigovernative.

Secondo il Times of Israel, almeno tre persone sono state arrestate per “disturbo all’ordine pubblico e aggressione agli agenti”. Nelle ultime settimane si sono svolte manifestazioni in tutto il paese – le più grandi proteste dal 2011 – per le accuse di corruzione contro Netanyahu e per ciò che i critici percepiscono come la cattiva gestione della crisi del coronavirus da parte del suo governo.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – JIHADISTS REPORTS

GOSPA NEWS – WARZONES REPORTS

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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