LOCKDOWN IN ARRIVO PER 3 REGIONI DEL CENTRODESTRA. Piemonte, Lombardia e Calabria nel mirino del boia Conte
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Quel che sta accadendo in Italia meriterebbe un libro a testimonianza delle violazioni dei più basilari diritti umani. Ma siccome quasi tutto l’entourage di centrodestra, da Silvio Berlusconi a Matteo Salvini passando per Giorgia Meloni, è troppo impegnato alla salvaguardia dei suoi posti di lavoro, gli scranni da deputati e senatori da 20mila euro al mese, nessuno sosterrà mai una tale denuncia…
Per un’arcana circostanza, però, sono proprio le regioni governate dal centrodestra a manifestare il più alto indice di contagio RT da Covid-19, come riportato dall’Ansa, e quindi la necessità manifestata dal premier Giuseppe Conte, dopo un prolisso ed enfatico proclama in Parlamento, di stringere ulteriormente la morsa per contenere i contagi applicando una strategia con tre differenti severità di restrizione.
Non a caso, in una precedente riflessione, abbiamo paragonato i DPCM di Conte, benedetti dal suo mentore Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana in disfacimento, alla garrota di ispanica invenzione. Il cappio che stringedosi intorno al collo per mezzo delle torsioni perpetrate con un manubrio giunge a soffoccare lentamente il condannato a morte. Fino a decapitarlo se il cavo è fatto d’acciaio.
Memore del precedente lockdown primaverile, imposto d’urgenza dal governo perché incapace soprattutto di applicare le cure contro SARS-Cov-2 che già c’erano per le normali epidemie da Coronavirus (cortisone, idrossiclorichina ecc), il presidente del consiglio più minuscolo della storia d’Italia ma più protetto che mai dal Quirinale che l’ha scelto, non può permettersi di addivenire al passo essenziale per terrorizzare l’Italia intera con un nuovo lockdown generale e pertanto espleta il suo mandato di boia a piccoli passi verso la dannazione del paese.
Comincia così con qualche regione per volta in vista di un futuro blocco nazionale per proteggere la sua poltrona finchè non sarà sacrificato sull’ara del potere PD e per facilitare l’accettazione sociale del lucroso vaccino, promosso dalle Big Pharma scelte dai Democratici, quando arriverà…
Poco importa se il boom di contagi, stavolta, riguarda il 95 % di asintomatici che stanno benissimo e non sarebbero nemmeno venuti a conoscenza di essere contagiati dal Covid-19 se non ci fossero stati i dubbi tamponi molecolari PCR e gli ancor più incerti test antigienici a decretarli come positivi al virus. Vedremo in seguito i conflitti di interessi tra laboratori che elaborano i tamponi e lavorano in stretta sinergia con le multinazionali dei vaccini, fomentate da un macroscopico interesse a diffondere il regime del terrore affinchè tutti si preparano all’arrivo dell’antidoto.
Nel frattempo i consulenti di Conte, per non essere alluvionati dai virologi che ne contestano le lapalissiane falsità nell’interpreazione scientifica di dati assai opinabili, si sono rifugiati nel termine astruso di “paucisintomatici”: in patologia, di forma morbosa che si manifesta con sintomi inferiori di numero e di minore intensità rispetto al consueto. Praticamente è lo status di chi ha il naso che cola ma risulta positivo al Covid, una speculazione diagnostica azzardata che rende molto credibile la tesi di un giornalista scientifico irlandese per il quale si sta facendo confusione tra casi di influenza stagionale e SARS-2.
SPARITA L’INFLUENZA, ESPLODE COVID-19. Il giornalista scientifico: “Casi scambiati per SARS-2”
Resta il fatto che per l’ennesima casuale coincidenza di questo virus profetizzato anni fa SOLTANTO da un’orda di esponenti del Democratic Party americano (Bill Gates, l’e vice direttrice CIA Avril Haines, Joe Biden e lo stesso Obama) ha colpito in modo chirurgico Piemonte, Lombardia e Calabria, regioni amministrate dal centrodestra che sta cercando una timida reazione al regime totalitario del Partito Democratico. Queste tre regioni oggi rischiano un lockdown totale, in virtù dell’aggravarsi di una situazione che ha portato in terapia intensiav 2022 su 60milioni di abitanti.
Già temendo il peggio stamattina il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. “Non è possibile intervenire a pezzi, bisogna intervenire tutti insieme, con un modulo che preveda le responsabilità di Regioni e Governo, che sia completo e che dia una prospettiva. Quello che non vedo oggi è una prospettiva da dare al Paese”.
“Il lockdown è l’unica misura che si è dimostrata efficace: se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti, procediamo. Ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale”: è questa, secondo quanto si apprende, la posizione espressa dal governatore della Lombardia Attilio Fontana nel corso dell’incontro Regioni-Governo sul dpcm di domenica 1 novembre. E’ pacifico che entrambi i governatori temevano una rappresaglia specifica che avrebbe penalizzato le due regioni consentendo al Governo di localizzare una stretta invasiva che pertanto non avrebbe suscitato la temuta eco di proteste nazionali.
In altre regioni la situazione permane grave, per ammissione del premier Conte, ma si chiudono musei e mostre, dopo palestre, teatri e cinema, si dimezzano gli orari dei ristoranti, mantenendo aperte però le scuole elementari (dopo didattica a distanza per medie e superiori in molte zone) come se per i bimbi ammassati in classe e nei bus il rischio di contagio e di trasmissione dello stesso non fosse grave quanto per gli amanti della cultura o dei ristoranti. Esiste un pericolo nazionale o no? Oppure, nel caso di una chiusura delle scuole, è più elevato il pericolo che la popolazione s’incazzi davvero e reagisca opponendosi ad ogni misura restrittiva come già stanno facendo alcuni ristoratori e manifestanti?
Sarà un caso che proprio in Piemonte e Lombardia opera una multinazionale della diagnostica specializzata su test sierologici e tamponi che presta servizio anche per l’Azienda Territoriale Sanitaria di Milano ed è, come vedremo nel prossimo reportage, nel cartello delle Big Pharma?
Di coincidenze ne abbiamo viste troppe. Soprattutto quelle per cui nessun esponente dell’opposizione di centrodestra in Parlamento e nessun governatore (ad eccezione di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto dove la pandemia è comunque sotto controllo dall’aprile scorso) pare voler cercare risposte alternative a quelle che propinano Conte e la sua corte dei miracoli di medici invischiati con le Big Pharma o ricercatori allo sbaraglio in cerca di fama sanitaria internazionale come ben evidenziato dal professor Giorgio Palù, per 7 anni presidente della Società Europea di Virologia e fermamente contrario ad ogni forma di lockdown come molti altri esperti medici avversi al terrorismo pandemista.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
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GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS