ABOMINEVOLI PARASSITI DI STATO! MaxiBonus da 5mila euro ai Deputati. Mentre Meloni Taglia la Paghetta ai Poveri

ABOMINEVOLI PARASSITI DI STATO! MaxiBonus da 5mila euro ai Deputati. Mentre Meloni Taglia la Paghetta ai Poveri

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Onde evitare una serqua di ulteriori epiteti in un giornale online ispirato alla Gospa (Madonna in Croato) rimandiamo all’articolo di Repubblica e ci limitiamo a riconfernare il titolo: Abominevoli Parassiti di Stato!


Regalo di Natale per i deputati: maxi bonus da 5.500 euro per tablet, Airpods, cellulari e pc

di Lorenzo De Cicco

È un cashback da 5.500 euro. Ma vale solo per loro: i deputati. Mentre il governo sforbicia il Reddito di cittadinanza, taglia lo sconto sul caro benzina, destina le briciole alla sanità (2 miliardi già mangiati dall’inflazione), gli onorevoli si sono regalati, senza troppa pubblicità, un maxi-bonus per comprarsi tablet, smartphone, schermi a 34 pollici, Airpods e pc. La determina di Montecitorio è stata firmata giovedì scorso, il 24 novembre, dai questori della Camera. Giusto un mese prima di Natale. In calce ci sono le firme di tre deputati: Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia, Alessandro Manuel Benvenuto della Lega e Filippo Scerra del M5S.

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Lo spunto per elargire il gettone è il varo della nuova disciplina delle “dotazioni d’ufficio” a disposizione degli eletti. A sentire i tre questori che hanno licenziato il provvedimento, questo bonus andrebbe incontro alle “esigenze individuali e l’aggiornamento tecnologico” dei 400 onorevoli.

Rispetto alla scorsa legislatura, balza all’occhio soprattutto l’importo: nel 2018, sotto la presidenza del grillino Roberto Fico, i questori confermarono l’extra per computer e telefonini. Ma era meno della metà rispetto a quello attuale: 2.500 euro a testa di rimborso spese. Ora invece il bonus è stato gonfiato, con un aumento del 120%, all’avvio di una legislatura segnata dall’austerity e con i soldi in cassa che, dicono un po’ tutti i partiti, sono pochi e vanno spesi bene al centesimo. Con qualche eccezione per gli eletti, a quanto pare.

In allegato al provvedimento, c’è un elenco di beni rimborsabili da Montecitorio, dunque dai contribuenti, lungo quanto una lista della spesa: portatili, smartphone, tablet completi di accessori, cuffie come le costose Airpods della Apple, monitor fino a 34 pollici (la scorsa legislatura erano 32, meglio abbondare). Già prima del voto qualche parlamentare aveva storto il naso per il gruzzolo troppo esiguo riservato agli acquisti tecnologici. Racconta un ex questore di Montecitorio: “Dicevano che 2.500 euro non bastavano. Ma visto che si trattava di un provvedimento una tantum, che viene stabilito all’inizio del mandato, non abbiamo pensato di ritoccarlo”.

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Subito dopo le elezioni, ecco la moltiplicazione che, si augurano i tre neo-questori in coda alla determina, potrà “corrispondere alle esigenze di flessibilità da diversi colleghi rappresentate”. La nuova disciplina cambia anche le regole per gli articoli di cancelleria “griffati” dalla Camera: penne, bloc notes, buste per le lettere e cd. Ai deputati è riservato un pacchetto di prodotti che, è scritto chiaro, “non concorrono alla determinazione dell’importo di 5.500 euro”. Solo se ne vorranno di più dovranno attingere dal bonus.

Incassare il gettone è facile. I controlli sono tutti interni: il vaglio è affidato al collegio dei questori. Insomma, alcuni deputati certificano gli scontrini presentati da altri deputati. Poi scatta il rimborso. Altra novità rispetto agli anni passati: nel 2018 i grillini inserirono alcune penali, per limitare l’erogazione dei fondi. Per esempio, erano previste trattenute nel caso in cui un parlamentare non partecipasse ad almeno il 50% delle sedute in Aula o non presentasse almeno l’80% delle proposte di legge o degli atti ispettivi in formato elettronico, per risparmiare sulla carta.

Di questo passaggio, nel provvedimento varato il 24 novembre, non c’è più traccia. Niente penali e bonus più che raddoppiato. La giostra dei gettoni di Montecitorio gira a pieno regime. L’austerity del Paese resta fuori dal Palazzo.

Lorenzo De Cicco – pubblicato in origine su Repubblica


Nota di Gospa News: Il maxi bonus da 5.500 euro, se sarà utilizzato da tutti i 400 deputati che ne hanno diritto, comporterà un aggravio di 2,2 milioni di euro per le Casse dello Stato mantenute dalle tasse dei contribuenti.FONTE – REPUBBLICA

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fonte selezionata da Gospa News

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