“AFFARI DI FAMIGLIA” SULLE ARMI DI LEONARDO: GIORGETTI SI DIMETTA! Suo Fratello Manager degli Elicotteri. Lui assunse figlio di Tangentista della Multinazionale

“AFFARI DI FAMIGLIA” SULLE ARMI DI LEONARDO: GIORGETTI SI DIMETTA! Suo Fratello Manager degli Elicotteri. Lui assunse figlio di Tangentista della Multinazionale

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Il Presidente della Repubblica e del Consiglio Supremo di Difesa Sergio Mattarella, sovente occulto regista delle strategie di Leonardo, accanto all’allora sottosegretario Giancarlo Giorgetti che il 22 ottobre ha giurato al Quirinale come Ministro dell’Economia del Governo Meloni

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Il leghista Giancarlo Giorgetti, oggi Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo di Giorgia Meloni, in qualità di Ministro dello Sviluppo Economico (MISE) del Governo Draghi ha fatto piovere 50 milioni di euro per il lancio di Torino come Città dell’Aerospazio divenuta partner sull’Intelligenza Artificiale della Microsoft Bill Gates e fulcro del progetto DIANA della NATO di cui  è segretario generale Jens Soltenberg, già direttore della GAVI Alliance fondata dal guru IT e promossa dalla Rockefeller Foundation.

A Torino, la sede di DIANA sarà ospitata nelle Officine grandi riparazioni (OGR): lo stesso luogo dove è già partito il progetto Microsoft for Startups grazie alla collaborazione siglata tra Microsoft Global Sales, Marketing and Operations e la OGR supportata dai finanziamenti della Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino).

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Tra i manager della Leonardo Helicopters c’è guarda caso Francesco Giorgetti, fratello del ministro, che è approdato al settore di punta della industria di armamenti dopo aver fatto carriera nell’ENI quando il congiunto diventò deputato col ruolo di vicepresidente e capogruppo della Lega Nord Padania nella 3ª Commissione Affari esteri e comunitari, nonché membro della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della NATO.

Dopo aver lavorato come Contract Manager freelance nel settore dell’International Government Business Unit con il Qatar (partner strategico dell’Italia nell’industria bellica e non solo paese sospettato per le presunte tangenti ad alcuni eurodeputati di sinistra) l’avvocato Francesco divenne Head of Contract della Helicopter Division di Leonardo a Cascina Costa di Samarate, nella Provincia di Varese che ha segnato il successo politico di Giancarlo Giorgetti ma anche del suo fidato amico leghista Attilio Fontana, oggi governatore della Regione Lombardia, con cui condivide la passione per gli affari pubblici di famiglia.

La questione non è di poco in relazione alle spese sugli armamenti decise dal Governo Meloni in cui siede il ministro Giorgetti guida il Dicastero che detiene il 30,2 % dell’azienda bellica in cui lavora il fratello come manager commerciale!

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Ecco perché forse farebbe bene a dimettersi da tale incarico e passare magari al Ministero dello Sport. Magari evitando però di domandare sponsorizzazioni per società calcistiche come quando nel 2004 chiese a Giampiero Fiorani della Banca Popolare di Lodi, se avesse voluto, di girare il finanziamento al Varese Calcio, dopo aver rifiutato la mazzetta da 100mila euro che il banchiere gli aveva portato nel suo ufficio a Montecitorio (Wikipedia scripsit!).

In questo reportage sveleremo una girandola di conflitti d’interessi familiari che transitano all’ombra dei grandi registi della geopolitica militare italiana: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prima e il suo prescelto erede Sergio Mattarella poi.

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Lo faremo sintetizzando almeno una ventina di altri articoli giornalistici concernenti anche alcune inchieste giudiziarie ancora in corso le quali, è bene chiarirlo da subito, non riguardano comunque il ministro Giorgetti che, per sua “disgrazia”, si trova invischiato politicamente in tutti questi nauseabondi intrighi.

GLI AFFARI DI FAMIGLIA CON IL GOVERNATORE FONTANA

Il governatore Fontana è ancora sotto inchiesta per lo scandalo di una fornitura di camici in piena pandemia dopo essere stato prosciolto dall’accusa di autoriciclaggio e falso nella “voluntary disclosure” di un conto svizzero da 5,2 milioni che sarebbe derivante da guadagni della madre.

«Nel mese di giugno, infatti, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Paolo Filippini e Carlo Scalas avevano depositato il ricorso alla gup Chiara Valori che aveva prosciolto dall’accusa di frode in pubbliche forniture, lo scorso 13 maggio, Fontana, il cognato Andrea Dini e altri tre indagati: Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, rispettivamente ex dg e dirigente di Aria, la centrale acquisti regionale, e per Pier Attilio Superti, vicesegretario generale della Regione» ha scritto Repubblica.

E’ stato anche bersagliato dalla trasmissione Report per un piccolo vecchio scandalo politico, senza conseguenze giudiziarie, inerente la variazione di destinazione d’uso da agricoli a edificabili di 4mila mq di terreni in una delle zone più pregiate di Varese, quando era Sindaco del capoluogo provinciale, che furono ereditati dalla figlia Maria Cristina Fontana nel 2012 insieme a una villa di famiglia da 15 vani immersa nel verde.

Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana della Lega Nord

Da avvocato, invece, Attilio Fontana aveva difeso Laura Ferrari Giorgetti, moglie dell’attuale ministro della Lega, quando, nel lontano 2008 fu indotta a patteggiare davanti al Gup del Tribunale di Busto Arsizio, Chiara Venturi, due mesi e 10 giorni di reclusione per truffa a enti pubblici. La pena detentiva fu convertita in una sanzione pecuniaria da 3.240 euro di multa, a cui si aggiunsero i 25 mila euro versati a titolo di risarcimento danno alla Regione Lombardia per aveva «gonfiato» il numero degli allievi che frequentavano i corsi di formazione nell’ambito di un’attività di equitazione in una onlus che ricevette ben 400 mila euro di finanziamenti dal Pirellone.

Da Sindaco di Varese, invece, lo stesso Fontana incappò in «un conflitto di interessi pubblico e sotto gli occhi di tutti, di cui però finora nessuno ha mai parlato. È andato avanti per quattro anni e ha avuto come teatro l’ippodromo comunale di Varese» raccontò Giorgio Mottola inviato di Sigfrido Ranucci per la trasmissione Report di RAI 3 del 19 ottobre 2020.

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti della Lega Nord

E poi aggiunse: «E proprio durante l’amministrazione Fontana, Laura Ferrari e sua sorella ottengono dalla società privata che ha in concessione l’ippodromo comunale di occupare il centro della pista con il loro maneggio»

«Abbiamo chiesto alla società concessionaria dell’ippodromo e ci ha spiegato che il rapporto con l’associazione “Pony Club le Bettole” era regolato da un contratto di comodato d’uso gratuito. Vale a dire che la moglie e la cognata di Giorgetti, per tutti gli anni in cui hanno occupato l’ippodromo, non hanno pagato nemmeno un euro» concluse il giornalista Mottola (i dettagli sono leggibili nel PDF di trascrizione della puntata al link in calce di cui possediamo anche l’originale).

I GIORGETTI INIZIANO LA LORO ASCESA DOPO LA CHIAMATA DI NAPOLITANO

Su Wikipedia, invece, leggiamo la sintesi di un momento cruciale nella storia politica dell’attuale ministro Giancarlo Giorgetti.

«Ricandidato agli inizi di gennaio alle elezioni politiche del 2013, viene rieletto ancora deputato nella circoscrizione Lombardia 2 per la Lega Nord, di cui viene eletto successivamente capogruppo e mantenendo l’incarico fino all’8 luglio 2014. Nella XVII legislatura è stato anche presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale».

«Il 30 marzo 2013, in quanto presidente di una commissione permanente parlamentare, viene invitato dal Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano a far parte del gruppo dei “dieci saggi”, che si occuperà di elaborare delle proposte programmatiche di leggi nel campo economico, istituzionale e sociale attorno al quale riunire una maggioranza parlamentare che sostenesse un nuovo governo»

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Napolitano, noto per aver intessuto ottime relazioni con la Central Intelligence Agency a partire dal Rapimento Moro e aver “obbligato” il Governo Berlusconi a concedere le basi italiane per bombardare la Libia del colonnello Muhammar Gheddafi, alleato strategico di Silvio Berlusconi con cui progettò il gasdotto Greenstream, alla scadenza del suo mandato al Quirinale lascia l’incarico a un suo compagno del Partito Democratico: Sergio Mattarella, forte della sua esperienza da vicepresidente del Consiglio con delega ai Servizi Segreti e Ministro della Difesa, che viene eletto il 31 gennaio 2015 e poi destinato, con la sua riconferma del 3 febbraio 2022, a diventare ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale nella gestione delle emergenze della pandemia e della guerra in Ucraina.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, Roma, 1 giugno 2018. ANSA/GIANDOTTI/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

Proprio nel 2015 l’avvocato Francesco divenne Head of Contract della Helicopter Division di Leonardo (contratto di 1 anno e 8 mesi) prima di essere promosso nel 2017 a Campaign Manager proprio mentre il nuovo Capo di Stato comincia a seguire da vicino le sorti della multinazionale italiana degli armamenti con un impegno che culminerà con la nomina a presidente di un ex generale della Guardia di Finanza di sua fiducia, Luciano Carta già direttore del controspionaggio AISE.

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Ma già nel 2011 l’ascesa dei due Giorgetti nel duplice ambito delle istituzioni e di società controllate aveva suscitato l’attenzione di un inchiesta di Repubblica sui parenti dei politici assunti in Finmeccanica, il nome della SPA nazionale degli armamenti poi cambiato dopo lo scandalo delle presunte tangenti indiane (il 22 maggio 2019 la Corte di Cassazione decretò il proscioglimento dall’accusa di corruzione internazionale e false fatture per gli ex amministratori delegati di Finmeccanica e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, in relazione alla vicenda delle presunte tangenti per la fornitura di elicotteri all’India).

Il profilo Linkedin di Francesco Giorgetti e la vecchia inchiesta di Repubblica (link in calce all’articolo)

Il 4 marzo 2018 Giancarlo viene rieletto per la sesta volta deputato nel collegio plurinominale Lombardia 2 – 01. E l’8 luglio successivo, come previsto dalla legge 7 del 11 gennaio 2018  sulla governance del settore aerospaziale, aggiunge al suo incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Governo Conte 1 – Lega – Movimento 5Stelle) quello di presidente del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale.

I DUE FRATELLI NEGLI AFFARI DI LEONARDO

Qualche mese dopo, nel febbraio 2019, come riporta il sito specializzato Aeropolis, «il sottosegretario Giorgetti andò a visitare  le aziende lombarde di Leonardo accompagnato dal sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, rigorosamente lombardo e leghista, con loro il Generale Nicolò Falsaperna, Segretario Generale della Difesa».

La prima visita della delegazione è stata allo stabilimento di Vergiate, dove i sottosegretari hanno potuto vedere da vicino gli elicotteri AW139, AW 169 e anche i velivoli AW189. Poi lo spostamento a Venegono, alla linea di produzione deiM-346 e M-345, e infine allo stabilimento di Cameri dove Leonardo produce componenti alari dell’F-35 di Lockheed Martine l’assemblaggio dei velivoli multiruolo destinati all’AMI.

La visita di Giancarlo Giorgetti allo stabilimento Leonardo di Vergiate nel febbraio 2019 – (link in calce all’articolo)

Nel giugno 2019, invece, l’industria aerospaziale italiana riuscì ad aggiudicarsi una gara per la fornitura di una ventina di elicotteri AW149 alla marina egiziana.

«Stando a quanto rivelato da diverse fonti a Financecommunity.it, un ruolo di primo piano nello sblocco della commessa lo avrebbe svolto Francesco Giorgetti, fratello di Giancarlo, ovvero del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro del vice premier leghista Matteo Salvini. Francesco Giorgetti lavora a Cascina Costa di Samarate, negli uffici di Leonardo Helicopters, come campaign manager-international government sales» scrisse Financecommunity.

Nel luglio 2022 il Ministro per lo Sviluppo Economico del Governo Draghi confermò lo stanziamento di 50milioni di euro per lo sviluppo delle attività di R&S e di trasferimento tecnologico – creazione di un Hub Automotive e di un Hub Aerospazio a Torino: al sostegno agli investimenti produttivi e alla riqualificazione delle competenze – formazione e reimpiego di lavoratori appartenenti a uno specifico bacino di riferimento.

«Con questo intervento il governo conferma gli impegni già presi con il territorio per creare una forte sinergia tra il mondo della ricerca e l’industria in modo da sostenere gli investimenti innovativi, a partire dalle aziende presenti nei settori dell’automotive e aerospazio, e mantenere alta l’attenzione verso l’occupazione e la formazione professionale dei lavoratori» dichiarò Giorgetti.

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Pochi mesi prima, il 7 aprile 2022 i Ministri degli esteri dell’Alleanza hanno approvato la Carta per il Defence innovation accelerator for the north Atlantic” (Acceleratore di innovazione nella difesa per l’Atlantico del nord), il cui acronimo è DIANA. All’interno di questo progetto, Torino è stata scelta come prima sede europea degli acceleratori di startup nel campo della sicurezza.

A Torino, la sede di DIANA sarà ospitata nelle Officine grandi riparazioni (OGR): da qui, all’inizio del 2023 saranno lanciate le prime nove gare e definiti i progetti da finanziare. Mentre dal 2026 in avanti, la sede sarà spostata all’interno della città dell’Aerospazio: un progetto che prevede la riqualificazione di un’area di 184000 metri quadrati attorno a corso Marche – nella periferia ovest della città – e sarà finanziato con 300 milioni del PNRR e altri 800 provenienti dalle 70 aziende del settore che vi stabiliranno la loro sede.

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Nell’ambito del piano NATO ci sarà anche una sinergia tra il Politecnico di Torino e Leonardo (’industria nazionale italiana della difesa econtrollata dallo Stato ma partecipata da fondi d’investimento internazionali quali BlackRock) che ha già definito una collaborazione con Microsoft per le nuove tecnologie militari nel campo dell’Intelligenza Artificiale.

Tra queste, anche Leonardo, azienda italiana attiva nei settori della difesa e dell’aerospazio, partecipata al 30% dal Ministero dell’economia e che coordinerà tre progetti del nuovo sistema di difesa europeo: il sistema di navigazione satellitare Galileo, finanziato dall’Unione europea con 35,5 milioni di euro; quello di tecnologia sicura Essor, che ha ricevuto 34,6 milioni; e il progetto degli anti-droni Jey Cuas, che costerà altri 13 milioni di euro. Una parte degli spazi della città sarà destinata al nuovo campus del Politecnico, mentre l’altra sarà occupata dagli uffici del programma DIANA e da alcune aree per la sperimentazione di nuove tecnologie di terra e di volo.

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Ebbene sia Leonardo che le OGR hanno scommesso sull’Intelligenza Artificiale di Bill Gates, già noto per essere il finanziatore e coordinatore delle Big Pharma dei vaccini con cui lo stesso Giorgetti ha sviluppato accordi per la produzione dei sieri genici in Italia. Ma non finiscono qui i sospetti conflitti d’interesse geopolitici a sfondo familiare.

L’ASSUNZIONE DEL FIGLIO DELL’INDAGATO PER TANGENTI AL LEGHISTA SIRI

«Federico Arata, figlio del professor Paolo Franco Arata indagato con l’accusa di aver corrotto il sottosegretario Armando Siri, è stato assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. In particolare, avrebbe firmato un contratto nel Dipartimento programmazione economica. Franco Paolo Arata è anche accusato di essere la «testa di legno» dell’imprenditore siciliano Vito Nicastri, ritenuto uno dei finanziatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Stando ai magistrati delle procure di Palermo e Roma, Arata avrebbe corrotto Siri con lo scopo di ottenere provvedimenti di favore nel settore delle rinnovabili» scriveva il Sole24Ore del 19 aprile 2019, poche settimane prima che Giorgetti ricevesse la delega all’aerospazio.

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Nella Capitale, con l’accusa di corruzione, è indagato il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. Il politico, ideologo della Flat tax e braccio destro del ministro dell’Interno, è estraneo ai presunti fatti di mafia, ma da Arata – che lo stesso sottosegretario aveva proposto come commissario per la “Sblocca cantieri” – avrebbe ricevuto 30mila euro per inserire «emendamenti – si legge nei documenti – contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto “minieolico”».

Manlio Nicastri ha patteggiato una pena a due anni, così come il padre Vito (2 anni e 10 mesi) nel processo che lo vedeva imputato per corruzione e intestazione fittizia di beni.

«Mentre sul capo del senatore della Lega Armando Siri, dall’ottobre 2020, pende una doppia accusa di corruzione dopo l’avviso di chiusura delle indagini preliminari della Procura della Repubblica di Roma. All’ex sottosegretario alle Infrastrutture, fedelissimo del leader del Carroccio Matteo Salvini, gli inquirenti contestano, da una parte di aver influito sulle scelte di politica ambientale per creare un vantaggio all’imprenditore del settore eolico Paolo Franco Arata, dall’altra di agevolare illecitamente il completamento dell’aeroporto di Viterbo, di interesse di Leonardo Spa» spiega Il Sole 24 Ore.

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«Nella seconda imputazione avrebbe ricevuto “indebitamente la promessa di ingenti somme di denaro (per il tramite e in parte destinate anche agli intermediari Franco Paolo Arata, con legami personali e illeciti con lo stesso Siri e Valerio Del Duca) e comunque la dazione di 8mila euro” anticipate dagli esponenti sotto inchiesta di Leonardo spa. Stando all’accusa, Siri “si attivava per ottenere un provvedimento normativo ad hoc che finanziasse, anche in misura minima, il progetto di completamento dell’aeroporto di Viterbo, di interesse della Leonardo Spa per future commesse”» ha scritto il quotidiano di Confindustria.

Inoltre, continua l’accusa, «esercitava pressioni direttamente e per interposta persona» – attraverso l’ex presidente della Consob «l’avvocato Lamberto Cardia», ritenuto «persona di sua fiducia» – «sul comandante generale della Guardia Costiera, ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino, al fine di determinarlo a rimuovere il Contrammiraglio Piero Pellizzari dall’incarico di Rup nell’ambito dell’appalto in essere – ma in scadenza per la fornitura di sistemi radar Vts, essendo questi inviso alla Leonardo

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Come ha invece spiegato il quotidiano Domani: «Il caso Siri non è chiuso: la Corte costituzionale dovrà decidere se le intercettazioni del senatore Armando Siri, finite nell’inchiesta che lo vede imputato per corruzione, potranno o no essere usate. Il Senato a marzo ha deciso di vietarne l’uso non ritenendole necessarie e casuali, salvando così il parlamentare, ma il pubblico ministero Mario Palazzi ha chiesto di sollevare il conflitto d’attribuzione davanti alla Consulta: per il pm il Senato è andato oltre i suoi poteri. Il giudice ha ritenuto fondata la sua richiesta e adesso il processo resterà in sospeso finché non arriverà il verdetto della Corte».

Senza entrare nel merito delle singole responsabilità penali e pertanto giudiziarie facciamo un sunto finale sui comportamenti politici.

L’attuale Ministro dell’Economia e Finanze del Governo Meloni, che sta studiando come ridurre da 8 a 7 le mensilità per i disperati italiani sostenuti dal Reddito di Cittadinanza, prima ha visto il fratello fare carriera in Leonardo, poi ha assunto a Palazzo Chigi il figlio di un imprenditore, in odore di mafia secondo i PM, che avrebbe gestito mazzette per conto dell’industria nazionale degli armamenti; destinata a beneficiare, sebbene indirettamente, dei finanziamenti stanziati nel campo aerospaziale dal Dicastero MISE in precedenza guidato da Giorgetti.

Ecco dunque macroscopici conflitti d’interessi per una girandola di affari familiari da cui l’attuale ministro dovrebbe prendere le distanze magari con la scelta drastica di dimettersi da Ministro dell’Economia e delle Finanze che controlla al 30,2 % Leonardo (con maggioranza relativa dunque), dodicesima impresa di difesa del mondo e prima nell’Unione europea per grandezza, con entrate dal settore difesa che rappresentano il 68% del proprio fatturato.

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In questo periodo di spese militari folli del Governo Meloni per la fornitura di armi all’Ucraina hanno già destato scalpore gli enormi conflitti d’interessi del Ministro della Difesa Guido Crosetto, già presidente della Confindustria delle armi e consigliere di Leonardo, ma anche legato, come Gates e la Meloni ai think controllati dalla Fondazione Rockefeller. 

Ma almeno non ci risulta che Corsetto abbia “dimenticato” qualche parente nell’industria aerospaziale italiana… Se così fosse qualcuno ce lo segnali!

Senza nemmeno ponderare che domani qualche acribico magistrato possa rilevare eventuali ipotesi di reati penali come occorso al senatore Siri, non ci pare molto corretto che un manager commerciale di Leonardo possa magari maturare qualche “premio di produzione” grazie agli elicotteri o agli armamenti acquistati per volontà belliche da un Consiglio dei Ministri in cui siede il fratello! Per di più nella coltre melmosa del segreto di stato come avvenuto finora per le forniture a Kiev… 

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – LOBBY ARMI

GOSPA NEWS – DOSSIER UCRAINA

WIKIPEDIA – GIANCARLO GIORGETTI

REPUBBLICA – RICORSO PROCURA DI MILANO SU FONTANA PROSCIOLTO

ASI – A GIORGETTI DELEGA SULL’AEROSPAZIOFINANCE COMMUNITY – LEONARDO VERSO CONTRATTO IN EGITTO DA 1 MILIARDO  IL SOLE 24 ORE – CASO SIRI: FIGLIO ARATA ASSUNTO DA GIORGETTI A PALAZZO CHIGIIL SOLE 24 ORE – MAZZETTE CAMBIO FAVORI. SIRI A RISCHIO PROCESSODOMANI – CASO SIRI ALLA CORTE COSTITUZIONALE

MELONI E CROSETTO NELLA CORTE DEI ROCKEFELLER. Lei nell’Aspen, lui nello IAI: partner di Think-Tank USA Covo di Lobby Armi & Big Pharma

USA, ITALIA E GERMANIA DIFENDONO IL NAZISMO INSIEME ALL’UCRAINA. 50 Paesi Votano contro la Risoluzione della Russia all’ONU

WUHAN-GATES – 62. Vaccini d’Oro & SARS-Cov-2 da Laboratorio: Complotto NWO-Gates-CIA nel Covo dei Rockefeller a Bellagio

SPESE MILITARI FOLLI IN ITALIA ANCHE A CAMERE SCIOLTE PER LA GUERRA IN UCRAINA. Quinto Decreto Guerini per Armi a Zelensky e Piano da 12,5 miliardi di euro

DOPO VACCINI & INTELLIGENZA ARTIFICIALE GATES ARRAFFA PURE IL TARTUFO BIANCO D’ALBA. Perla di Langa nella Microsoft House

https://www.youtube.com/watch?v=h6DfB8Gdan0

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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