FIGLIO DI MIGRANTE ISLAMICO VINCE IL SANREMO DI BAGLIONI
SCARTATI I SOVRANISTI ITALIANI NEW TROLLS
IL SARDO-EGIZIANO BATTE IL ROMANO DOC:
RAPPER MAHMOOD IN VETTA COME NEL 2018
RAPPRESENTERA’ LA CANZONE ITALIANA A TEL AVIV
ANCHE SE BOCCIATO DA TELEVOTO E YOUTUBE
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
«Sono al 100 % italiano». Alessandro Mahmood risponde così a chi già lo vede come epifenomeno del trionfo immigrazionista applicato al mondo dello spettacolo e delle arti (decadute). Udendo il suo italiano quasi perfetto non c’è da dubitarne. Ascoltando la canzone Soldi, con cui ha vinto il Festival di Sanremo 2019 quale risposta dello strapotere culturale di sinistra magistralmente espresso da Claudio Baglioni nelle sue propagande pro migranti, qualche dubbio lo si comincia ad avere. Sentendo riecheggiare le parole Ramadan e Narghilè, i termini arabi “waladi habibi” per dire “amato ragazzo” e quelle rime in “etto” allusive al profeta come la radice etimologica del suo cognome, insufflate dentro sonorità rapper sincopate come i lamenti delle preci sunnite, c’è poco della melodica storia dei cantautori italiani ben più presente nei brani perdenti di Ultimo (I tuoi particolari) e Il Volo (Musica che Resta). Con buona pace dei New Trolls, nemmeno ammessi al Festival per un testo ritenuto eccesssivamente sovranista, sarà Mahmood a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest dell’Expo di Tel Aviv del maggio prossimo. Speriamo che prima di allora non scoppi una nuova guera del kippur tra egiziani ed israeliani. Accanto alla bandierina italiana ci sarà un nome egiziano e palesemente arabo a sancire il successo di quella integrazione multietnica forzosa e pagata dai mondialisti che è diventata l’incubo della Nca (National Crime Agency) britannica, la Fbi del Regno Unito, come della Säkerhetspolisen (SÄPO), i servizi segreti svedesi antiterrorismo.
I GIORNI LONTANI DELL’ITALIANO VERO
Un successo di Mahmood, nonostante solo 14 % di consensi del televoto, che rappresenta la gioia degli immigrazionisti ma anche dei livorosi francesi. già capaci di storpiare l’accento di uno dei loro più grandi giocatori di tutti i tempi, Michel Platini di origini piemontesi, i quali potranno sbugiardare il talento e la fierezza dal tricolore declinato in verde dileggiandoci per non essere stati capaci di esprimere un italiano vero. Sono lontani i giorni del 1983 quando lo cantava il toscano meticcio Toto Cotugno, figlio di padre siciliano emigrato al Nord, facendoci passare per un popolo di terroni tutti spaghetti e mandolino: ma in fondo ci stava benissimo perché faceva parte della nostra storia e chiunque di noi almeno una volta aveva amato una bellezza mediterranea del Sud Italia. Altri tempi. Gli azzurri avevano umiliato il mondo dei fuoriclasse nel 1982 ai Mondiali di calcio di Spagna con i gol di Pablito Paolo Rossi e le marcature gagliarde di quel Claudio Gentile cui si perdonava volentieri di essere nato da altri siciliani a Tripoli, in Libia. L’Italiano vero con sangue di Trinacria vinse persino l’Eurovision Song Contest del 1990 a Zagabria poche settimane prima delle notti magiche in cui un altro Toto, ma con l’accento sulla O perché veracemente siculo, al secolo Salvatore Schillaci, a suon di gol infiammò il cuore e convertì all’amore indiscriminato qualsiasi nordista inveterato. Altre storie di una miscellanea di genotipi etnici differenti, anche in usi, costumi e soprattutto lingua, come ci insegnò decenni dopo il Commissario Montalbano del geniale Rino Camilleri, confluiti in un’identità italica mai completamente raggiunta proprio per la fierezza dei regionalismi. Quei regionalismi che inducono i Conch’e tazzeri, ovvero i sardi con la testa dura come un tagliere, a chiamare gli italiani della penisola tutta “continentali”. Il mio primo grande amore era sassarese, sembrava uscita dal romanzo epico ed etnico Salambò di Gustave Flaubert: perché si chiamava Nuhara ed il suo cognome terminava rigorosamente in U. Perciò nessun piemontese Docg come me, con l’aggravante atavica del montagnino di Valsesia, più di me potrà ricordare per sempre con amore la meravigliosa terra e gente di Sardegna. Ma proprio perché conosco bene i sardi so che diffidano abbastanza dagli italiani tutti e ci vuole davvero un grande cuore e tanta buona fede per farseli amici: da quell’istante in poi si divene davvero fratelli, ma di sangue più che d’Italia, perché il Continente per loro resta sempre il Continente. Orbene sono lieto che Alessandro dal cognome patronimico Mahmood si consideri italiano al “cento per cento” essendo nato a Milano nel 1992. Ma rappresenta un fatto “Ecceziunale veramente”, come direbbe l’immigrato cinematografico meneghino Diego Abatantuomo, visto che la mamma è proprio sarda ed il papà egiziano. Ne prendiamo comunque atto e siamo fieri che lo dichiari apertamente anche se nella sua discutibile e mediocre canzone Soldi invece di parlare della Quaresima cattolica parla ovviamente del Ramadan musulmano…
I DUE FIGLI DI IMMIGRATI VINCITORI DI SANREMO GIOVANI 2018
Ma non perdiamoci in “bezzecole, quissquillie e pinzellacchere”, come eccepirebbe l’unico vero grande Totò, il comico napoletano più beneamato d’Italia prima dell’avvento del decongiuntivato Luigi Di Maio, badiamo al sodo e ascoltiamoci il nuovo divo della canzone melodica italiana su YouTube. Con le sue sorprese… I membri della Giuria d’Onore di Sanremo guidato dal direttore artistico Claudio Baglioni più che accreditarsi al popolo esperti musicali sono apparsi alla platea del Bel Paese come tuffatori provetti in una duplice rotazione da triplo salto mortale carpiato pur di far prevalere il figlio di un immigrato egiziano sul romano doc Niccolò Moriconi, al secolo Ultimo, conclamato vincitore dal televoto. Evito di analizzare i numeri come fanno molti quotidiani oggi accreditando la tesi dei social di un complotto politico (link sulle votazioni a fondo pagina). Rilevo che non si può nemmeno incolpare la circostanza che Nicolò lo scorso anno vinse le Nuove Proposte e perciò, per la stessa ambigua legge delle compensazioni che ha tolto a Cristiano Ronaldo il pallone d’oro 2018, non si voleva celebrare un già vincitore. Perché lo stesso Mahmood giungeva nella sfida tra i Big con in mano la palma di trionfatore della seconda serata del Sanremo Giovani 2018, premiato alla stessa stregua di Einar Ortiz, nativo di Cuba e conquistador della prima esibizione. Chi non segue Sanremo da vent’anni – come me, e per questo ha scritto una riflessione pacata e non infoiata – è rimasto sopreso e anche un po’ disgustato nell’apprendere che lo scorso anno i due giovani talenti emergenti della musica contemporanea italiana erano due figli di immigrati. Il troppo, si sa, stroppia anche quando si vuole portare avanti un sano messaggio di integrazione multietnica e di sdoganamento da ogni prefiudizio razzista. E diviene un boomerang quando le coincidenze divengono troppe in un ambito che dovrebbe essere, anche se tutti sanno che non è, altamente meritocratico come quello culturale. Tanto da far sembrare che il trionfo di oggi fosse stato preparato nelle premiazioni di ieri visto che anche allora il direttore artistico era quel Claudio Baglioni che con triste crudezza, figlia di un verismo oggi proibito dal politicamente corretto, cantava le Ragazze dell’Est dipingendone l’amara indole peripatetica nei “vaghi sorrisi di attesa” sulle vie chiuse…
MAHMOOD, 11MILA POLLICI VERSI SU YOUTUBE
L’effetto di questo boomerang è presto amplificato da Youtube, il giudice più severo ed impietoso che esista: dove Mahmood oggi alle 15, all’indomani del trionfo, nell’esibizione della sua canzone Soldi post proclamazione conquistava solo 29.155 like a fronte di 11.845 pollici versi, ma nel video ufficiale si guadagna 94.084 apprezzamenti contro 7.028 deprezzamenti; ben altro rispetto a Ultimo premiato per I tuoi particolari da 125.914 pollici su e solo 2548 giù, il doppio de Il Volo la cui Musica che resta è però forte di 53.454 like e solo 1.809 dislike. Insomma. Il beniamino della Giuria d’Onore avrà comunque successo grazie al primo premio, alla promozione ed al mainstream favorevole ma i pollici versi continueranno certamente ad aumentare: anche e proprio per il sapore di un’affermazione costruita secondo le logiche favorevoli alle ondate migratorie che hanno infiammato le polemiche di Baglioni contro il Minsitro dell’Interno Matteo Salvini nelle settimane antecedenti il festival. Qualcuna l’ha già ribattezzata la vendetta del Claudio nazionale ma in realtà è una vittoria di Pirro su cui aleggiano gli spettri dei vari Soros mondialisti capaci di finanziare Ong, eurodeputati e magari anche gli organizzatori manifestazioni pubbliche… Già m’immagino ora i buonisti che tacceranno di razzismo gli 11mila follower di youtube che contestano la vittoria di Mahood: roba da voltastomaco, quasi come la sua canzoncina…Vabbè in fondo è solo il Festival di Sanremo tenutosi nel Casinò più esclusivo d’Italia… Cose loro! Ops scordavo! Lo abbiamo pagato tutti noi con il canone Rai. Mi sa che ora mi tocca scrivere un’altra riflessione molto più furente… Mannò: Sono solo canzonette, come diceva un altro italiano verace. Quindi chiudiamo in musica citando uno dei capolavori italici veristi di Baglioni: «E l’orologio contro il muro/Segna l’una e dieci da due anni in qua/Il nome di questa stazione/È mezzo cancellato dall’umidità/Un poster che qualcuno ha già scarabocchiato/Dice “vieni in Tunisia” /C’è un mare di velluto ed una palma /E tu che sogni di fuggire via». Peccato che Claudio non abbia seguito l’invito di quel suo Poster invece di restare in Italia per far vincere Sanremo ad un arabo…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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testo di Soldi di Mahmood
In periferia fa molto caldo
Mamma stai tranquilla sto arrivando
Te la prenderai per un bugiardo
Ti sembrava amore era altro
Beve champagne sotto Ramadan
Alla TV danno Jackie Chan
Fuma narghilè mi chiede come va
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio
lasci casa in un giorno
Tu dimmi se
Pensavi solo ai soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Dimmi se ti manco o te ne fotti
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Ciò che devi dire non l’hai detto
Tradire è una pallottola nel petto
Prendi tutta la tua carità
Menti a casa ma lo sai che lo sa
Su una sedia lei mi chiederà
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi
Come se avessi avuto soldi
Prima mi parlavi fino a tardi
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima
Io da te non ho voluto soldi…
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Lasci casa in un giorno
Tu dimmi se
Volevi solo soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Lasci la città ma nessuno lo sa
Ieri eri qua ora dove sei papà
Mi chiedi come va come va come va
Sai già come va come va come va
Ecco invece il testo della canzone scartata
Testo di Porte Aperte dei New Trolls
C’è molta gente disperata – che non ha perso la dignità
non ha una tavola imbandita – stringe la cinghia perché lo sa
che non arriva a fine mese – con le promesse che tu fai
e quel poco di lavoro ancora non ne dai
Non siamo qui a puntualizzare – ma la coscienza non permetterà
noi siamo qui a ricordare – queste verità
di un unione fatta di parole e di ipocrisie
le nostre porte aperte al mondo – e il terremoto che le spazza via
E questa Italia che da tempo non cammina
e ci strascina per le strade tutte rotte
e questa Italia che da tempo è lontana
non ci priverà del fiato – né la forza di gridare
E la paura poi ci assale – nelle vie delle città
non ci permette più di camminare – con l’amata libertà
sono troppi gli occhi sconosciuti – troppi intorno a noi
tutti i nostri sacrifici – sono a rischio sai
Ma siamo gente appassionata – della cultura e dei musei
davanti a una partita di pallone – siamo tutti figli tuoi
siamo lo specchio di una vita – che tutti ci invidiano
la Nazione per i sogni – dove tutti sbarcano
E questa Italia che da tempo non cammina
e ci strascina per le strade tutte rotte
e questa Italia che da tempo è lontana
non ci asciugherà il fiato – né la forza di gridare
E questa Italia che da tempo non cammina
e ci strascina per le strade tutte rotte
e questa Italia che da tempo è lontana
non ci priverà del fiato – né la forza di gridare.
Sanremo, scartata la canzone dei New Trolls: parla degli italiani che non arrivano a fine mese…