GREAT RESET: LAGARDE, WEF, BCE & FMI PRONTI A “REGALARE” GLI STATI A BLACKROCK: Diabolico Piano RST sul Debito Pubblico
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Inchiesta del 29 luglio 2023
«Quasi il 90% (33 su 38) delle banche centrali monitorate dalla Banca dei regolamenti internazionali ha alzato i tassi di interesse nel 2022, un drammatico allontanamento dalle condizioni finanziarie accomodanti che hanno caratterizzato il decennio precedente. Con un rapido aumento dei tassi, il rischio di le conseguenze indesiderate e l’errore politico sono elevati, con un possibile superamento che porta a una recessione economica più profonda e prolungata e a una potenziale recessione globale».
E’ questo l’allarme lanciato dal Global Risk Report 2023 del World Economic Forum diffuso durante il summit internazionale annuale del gennaio scorso nel quale due dei maggiori pericoli previsti per il prossimo biennio sono stati la Cristi del Costo della Vita e il Confronto Geoeconomico, rispettivamente al primo e al terzo posto.
Al secondo ci fu, manco a dirlo, il rischio di Disastri Naturali ed Eventi Meteo Estremi che ci porterà, in prossime inchieste, a valutare l’esistenza o meno di un reale complotto unilaterale del Nuovo Ordine Mondiale dietro altalenanti cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti tranne che dei negazionisti.
E’ infatti indubbio che i ghiacciai dell’Antartide si stanno riducendo e i nevai delle più alte vette alpine si stanno esaurendo. Va invece messa in discussione la geopolitica tirannica con cui il NWO vuole rispondere a un’emergenza già facilmente contenibile con il semplice arresto della de-forestazione e la rapida creazione di isole verdi nelle megalopoli.
Sulla questione si sta riproponendo lo schema della pandemia da Covid-19: invece di indagare sull’origine artificiale del SARS-Cov-2 creato in laboratorio e diffuso intenzionalmente in un folle progetto contro l’umanità ci sono ancora gli imbecilli che negano l’esistenza del coronavirus facendo il gioco dei cospiratori globali che l’hanno diffuso per imporre una dittatura mondiale. Ma veniamo all’argomento di oggi…
Il Complotto NWO per il Great Reset dietro ai Rialzi dei Tassi d’Interesse
Che invece ci sia un macroscopico complotto NWO dietro il disastro economico globale finalizzato al famigerato progetto del Great Reset voluto da Schwab, presidente del WEF, da Bill Gates, grande finanziatore del summit, e di Carlo III Re d’Inghilterra, per tradizione storica leader dell’élite massonica anglosassone creata dai Rothschild e dai Rockefeller, diventa certezza leggendo il capitolo sulla “Crisi Economica” del Global Risk Report 2023 e osservando il comportamento delle banche centrali mondiali.
Esso pare proiettato verso l’obiettivo di far salire alle stelle il debito pubblico degli stati dalle economie più fragili o i più indebitati (come l’Italia) portandoli verso una “privatizzazione forzosa” attraverso un piano diabolico già messo nero su bianco dal Fondo Monetario Internationale.
Ciò potrebbe indurre molte azioni a fare la fine dello Sri Lanka finito in ostaggio del famigerato fondo d’investimento newyorkese BlackRock che ne controlla la maggior parte del suo debito pubblico.
L’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve ha preceduto l’ennesimo ulteriore aumento, dello 0.25% (deciso giovedì), anche da parte della Banca Centrale europea, peraltro sotto pressione per le critiche, anche politiche, per porre fine a questa escalation infinita.
La Federal Reserve statunitense ha deciso di alzare i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, tra il 5,25% e il 5,5%. La decisione arriva dopo che, in giugno, la Fed aveva interrotto il suo ciclo di rialzo dei tassi, lasciandoli invariati.
Breve Promemoria sul Signoreggio Bancario
Per i meno avvezzi alle questioni finanziarie rammentiamo che sia la Federal Reserve americana che la BCE producono liquidità monetaria senza avere le necessarie coperture finanziarie in contropartita aurea e basandosi pertanto sul cosiddetto fenomeno del “signoraggio bancario”.
Inoltre la FED è controllata da banche private che la partecipano fin dai suoi albori esattamente come la maggior parte della Banche Centrali Nazionali che, come la Banca Italia, dopo piani di privatizzazione devono rispondere a istituti di credito privati che di conseguenza detengono anche il debito pubblico degli stati determinandone l’affidabilità.
Chiedo venia agli specialisti di economia se, per brevità, ho fatto una sintesi grossolana di concetti finanziari assai più articolati.
Ma la questione è un’altra. Se risulta comprensibile che gli USA alzino il costo del denaro per difendersi dall’altalena di svalutazione conseguente alle manovre suicida del G7 di imporre sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina costringendo Mosca a sviluppare nuove alleanze in Africa e Asia che proiettano questi mercati verso una ancora più rapida “de-dollarizzazione”.
E’ totalmente incomprensibile sotto il profilo finanziario il comportamento della presidente della BCE Christine Lagarde che segue ostinatamente la rotta della FED nonostante l’allarme lanciato dal World Economic Forum di cui la stessa Lagarde è Membro del Consiglio di Fondazione.
Pe comprendere una manovra che apparirebbe suicida, o appunto conferma di una proiezione verso il Great Reset, appare fondamentale rileggere il curriculum della stessa manager.
Come avvocato ha esercitato per 20 anni presso lo studio legale internazionale Baker McKenzie di cui nel 1999, diventa Global Chairman. Nel 2005 entra a far parte del governo francese come segretario al commercio. Due anni dopo, è stata la prima donna a ricoprire la carica di ministro delle finanze e dell’economia di un paese del G7. Tra il 2011 e il 2019 è diventata il primo amministratore delegato donna del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Da novembre 2019 è Presidente della Banca Centrale Europea.
CORONAVIRUS, BCE AVVOLTOIO SENZA PIETA’: Bazooka Q.E. per spolpare l’Italia col deficit
E’ quindi palese che Lagarde, già protagonista dell’uso del pericoloso “bazooka” del Quanttative Easing in piena pandemia, ha certamente più a cuore gli interessi del FMI rispetto a quelli dei cittadini più poveri dell’Unione Europea che stanno già pagando a caro prezzo nei mutui immobiliari l’impennata del costo del denaro post-pandemia che non è corrisposta a una ripresa dinamica dei fatturati nell’ambito della piccola e media impresa.
Le Famiglie Italiane con 15 miliardi di Euro di Rate Mutuo non Pagate
Per evidenziare la situazione facciamo riferimento all’Italia e riprendiamo un passo eloquente di un articolo del quotidiano Il SOLE 24 Ore del 7 luglio 2023.
«A marzo 2023 il totale delle rate non pagate da quasi un milione di famiglie italiane si è attestato a quasi 15 miliardi. A pesare sui bilanci delle famiglie e sulla possibilità di rispettare le scadenze di pagamento di mutui e prestiti è stato soprattutto il rialzo continuo dei tassi di interesse adottato dalla BCE per contrastare la corsa dell’inflazione» si legge.
«Da un’analisi della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, emerge che, dei 14,9 miliardi di crediti deteriorati, 6,8 miliardi sono mutui non pagati, altri 3,7 sono rate di credito al consumo non rimborsato e altri 4,3 rientrano tra arretrati di altri prestiti personali» aggiunge il quotidiano di Confindusria.
Per il segretario generale del sindacato dei bancari, Lando Maria Sileoni, «è ormai evidente che l’azione della Banca centrale europea per contrastare l’inflazione non sta generando i frutti sperati. I prezzi non calano significativamente e l’aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese».
Federconsumatori si consola per il fatto che «è stata costituita la Commissione di allerta rapida sui prezzi, in cui avviene un costruttivo confronto tra un gruppo di lavoro ristretto delle Associazioni dei Consumatori, il Garante dei Prezzi e il Presidente del CNCU Massimo Bitonci, di cui abbiamo apprezzato l’impegno e la disponibilità nel sostenere le esigenze dei consumatori. Nell’ambito dell’attività di tale commissione abbiamo proposto, da tempo, di affinare la sperimentazione di un paniere di prodotti fondamentali a costo calmierato, allo scopo di contrastare l’incessante crescita dell’inflazione».
Ma appare solo un secchiello per svuotare la sentina di una nave economica piena di falle. Costruite ad arte!
L’Allarme del World Economic Forum sulla Crisi del Costo della Vita
Si leggeva infatti nel Global Risk Report 2023 del World Economic Forum (PDF in Italiano del capitolo sulla Crisi Economica in calce all’articolo tra le fonti insieme al rapporto integrale in Inglese):
«Il prossimo decennio sarà caratterizzato da crisi ambientali e sociali, guidate da tendenze geopolitiche ed economiche sottostanti. La “crisi del costo della vita” è classificata come il rischio globale più grave nei prossimi due anni, con un picco nel breve termine. La “perdita di biodiversità e il collasso dell’ecosistema” è considerata uno dei rischi globali in più rapido deterioramento nel prossimo decennio e tutti e sei i rischi ambientali figurano tra i primi 10 rischi nei prossimi 10 anni. Nove rischi sono presenti nelle prime 10 classifiche sia a breve che a lungo termine, tra cui “Confronto geoeconomico” e “Erosione della coesione sociale e della polarizzazione della società”, accanto a due nuovi entrati ai vertici della classifica: “Criminalità informatica diffusa e insicurezza informatica” e “Migrazione involontaria su larga scala”».
E poi entrava ancora più nel dettaglio:
«La guerra economica sta diventando la norma, con crescenti scontri tra potenze globali e interventi statali nei mercati nei prossimi due anni. Le politiche economiche saranno utilizzate in modo difensivo, per costruire l’autosufficienza e la sovranità delle potenze rivali, ma saranno anche sempre più schierate in modo offensivo per limitare l’ascesa di altri. La “armizzazione” geoeconomica intensiva evidenzierà le vulnerabilità della sicurezza poste dall’interdipendenza commerciale, finanziaria e tecnologica tra le economie integrate a livello globale, rischiando un ciclo crescente di sfiducia e disaccoppiamento».
«Poiché la geopolitica ha la meglio sull’economia, diventa più probabile un aumento a lungo termine della produzione inefficiente e dell’aumento dei prezzi. Anche i punti critici geografici che sono fondamentali per l’efficace funzionamento del sistema finanziario ed economico globale, in particolare nell’area Asia-Pacifico, destano una crescente preoccupazione».
Più nel dettaglio il capitolo sul rischio economico ha evidenziato:
«L’edizione dello scorso anno del Global Risks Report ha avvertito che l’inflazione, il debito e gli aumenti dei tassi di interesse erano rischi emergenti. Oggi i governi e le banche centrali, guidati dai mercati sviluppati, in particolare Stati Uniti d’America, Eurozona e Regno Unito di Gran Bretagna, stanno camminando un filo teso tra la gestione dell’inflazione senza innescare una recessione profonda o prolungata e la protezione dei cittadini da una crisi del costo della vita, mentre si fa fronte a carichi di debito storicamente elevati».
In un paragrafo successivo si aggiunge:
«Tuttavia, per le economie in via di sviluppo, esiste il rischio di ulteriori difficoltà economiche e compromessi più severi. Un’inflazione ostinatamente elevata e un contenimento più disordinato aumenteranno la probabilità di una crescita economica stagnante, shock di liquidità e crisi del debito su scala globale. Gli importatori di energia, in particolare, sopporteranno il peso dell’aumento dei prezzi dell’energia derivante da un dollaro USA rafforzato, ma la sua forza continua sta importando l’inflazione in tutto il mondo».
Riletti alla luce dei continui ed ossessivi rialzi del costo del denaro di FED e BCE questi non paiono degli allarmi ma piuttosto delle degli “obiettivi strategici” paragonabili a previsioni di bilancio a cui lo stesso WEF ha già trovato una soluzione che, proprio come nel caso dei vaccini Covid, rischia di essere ben più devastante del problema…
Il Tragico Caso dello Sri Lanka
«I programmi di crescita, compreso il perno critico verso economie più verdi, si sono basati sulla disponibilità di debito a buon mercato. La misura in cui i paesi possono continuare a finanziare lo sviluppo dipenderà dalla politica interna e dalle dinamiche del debito» rileva ancora il Global Risk Report 2023 del WEF che poi cita il caso più eclatante… .
Gli esperti finanziari del WEF, però, si scordano di evidenziare che il dissesto dell’isola dell’Oceano Indiano è stato creato ad arte e rappresenta un progetto-pilota della sperimentazione di nuovi strumenti d’azione invasiva del Fondo Monetario Internazionale affiancato dal cosiddetto Club di Parigi e dai poteri forti degli USA.
Gospa News International ha infatti la fortuna di avere tra i suoi più assidui collaboratori la docente srilankese di antropologia sociale Darini Rajasingham-Senanayake che lavora a Colombo ed ha pubblicato più di una decina di articoli sul “fallimento pianificato” dello Sri Lanka.
https://www.gospanews.net/en/2022/08/28/imf-bailout-of-blackrock-amid-adani-greenwash-indian-ocean-region-economic-nightmare-after-argentina-one/
La professoressa, autrice di un appello mondiale con altri accademici per la cancellazione del debito, ha analizzato sia le cause che gli obiettivi: il principale è quello di porre sotto il controllo economico e geopolitico degli USA e dell’Occidente l’isola, strategica anche sotto il profilo militare nel contesto InfoPacifico almeno quanto lo è l’Italia nel Mar Mediterraneo.
«BlackRock, la più grande società di gestione di asset e investimenti al mondo con oltre 10 trilioni di dollari, è il principale detentore del debito ISB opaco dello Sri Lanka che ha causato il default a fasi del paese nell’aprile di quest’anno. Gli ISB ammontano a quasi il cinquanta per cento del debito estero dello Sri Lanka» ha rimarcato Darini Rajasingham-Senanayake su Gospa News International evidenziando un’analoga situazione dell’Argentina che, proprio per i suoi problemi economici, ha chiesto di entrare nel BRICS, l’alleanza tra Brasile, Russia, India Cina e Sudafrica che ha creato una piattaforma finanziaria alternativa al FMI grazie alla New Development Bank, di cui le sanzioni a Mosca per la guerra Ucraina ha accresciuto il peso mondiale.
Il Diabolico Piano FMI per regalare gli Stati ai Fondi Privati
Ma questi piani di “privatizzazione” del debito sovrano per creare un dominio geopolitico sullo Stato sono frutto di un piano casuale? Assolutamente no!. Lo spiega molto bene lo stesso Global Risk Report 2023 del World Economic Forum.
Ecco i passaggi essenziali del paragrafo “Agire Oggi” del capitolo sulla “Crisi Economica”:
«Riconoscendo i rischi posti a una più ampia stabilità finanziaria, svalutazioni del debito tempestive e più profonde potrebbero consentire un più rapido ritorno al progresso dello sviluppo per i paesi vulnerabili e rendere meno probabile un futuro default. Il settore privato potrebbe essere incentivato a partecipare alla ristrutturazione del debito attraverso una varietà di meccanismi, tra cui l’emissione di nuove obbligazioni con tutele legali più solide, impegni di ripristino delle perdite e strumenti di recupero del valore, con questi ultimi che consentono ai creditori privati di trarre vantaggio dagli sviluppi al rialzo nei paesi debitori in futuro, come gli strumenti legati al PIL in Costa Rica, Argentina, Grecia e Ucraina».
Le molteplici crisi all’orizzonte…
«Infine, è improbabile che saremo in grado di raddoppiare il debito nella stessa misura per attutire la prossima crisi. Un approccio più proattivo nei confronti dei paesi che non sono ancora sull’orlo della sofferenza del debito potrebbe contribuire a mitigare il rischio sistemico di contagio del debito sovrano. Il riconoscimento di crisi simultanee – debito, impatti climatici e sicurezza alimentare – potrebbe essere integrato verso una maggiore flessibilità e forme di finanziamento più agevolate a disposizione dei mercati vulnerabili».
Ecco quindi la soluzione diabolica della privatizzazione del debito pubblico insieme all’autonomia nazionale:
«Con particolare riguardo all’agenda climatica, c’è una crescente aspettativa che i pacchetti includano sovvenzioni, piuttosto che fare affidamento esclusivamente su prestiti che si aggiungono agli oneri complessivi del debito. Anche il crowd-in di capitali privati, come il Resilience and Sustainability Trust dell’FMI, è fondamentale».
BlackRock e i Pericoli del progetto RST
«Il mandato dell’FMI è quello di promuovere la stabilità della bilancia dei pagamenti dei membri, oltre a favorire la stabilità finanziaria globale e la crescita economica. Oggi, i paesi a reddito medio basso e vulnerabili affrontano le sfide dell’inflazione, dell’aumento dei livelli del debito e dell’incertezza geopolitica, poiché affrontano anche rischi strutturali a lungo termine per la stabilità macroeconomica e della bilancia dei pagamenti, come il cambiamento climatico e la preparazione alla pandemia».
E’ quanto scrive il Fondo Monetario Internazionale nella pagina dedicata al progetto Resilience and Sustainability Trust (RST) che viene proposto come panacea da ogni male proprio come l’ha propagandato il World Economic Forum nel cui Consiglio di Fondazione siede anche Larry Fink, il finanziere sionista fondatore e presidente di BlackRock che ha lucrato sulla pandemia grazie alle partecipazioni nelle Big Pharma, sta lucrando sulla guerra grazie alle azioni nelle principali corporations della Lobby delle Armi e presto potrà lucrare ancor più sulla crisi economica…
Ecco la descrizione del progetto che consentirà ai fondi privati di divorare il debito pubblico con il sostegno e la promozione del Fondo Monetario Internazionale:
«Il Resilience and Sustainability Trust (RST) dell’FMI aiuta i paesi a basso reddito e vulnerabili a reddito medio a sviluppare la resilienza agli shock esterni e a garantire una crescita sostenibile, contribuendo alla stabilità della loro bilancia dei pagamenti a lungo termine. Completa l’attuale toolkit di prestito dell’FMI fornendo finanziamenti accessibili a lungo termine per affrontare le sfide strutturali a lungo termine, tra cui il cambiamento climatico e la preparazione alla pandemia».
Gli strumenti di prestito esistenti dell’FMI supportano i membri che affrontano sfide a breve e medio termine attraverso due fonti di finanziamento chiave: il Conto generale delle risorse (GRA), accessibile a tutti i paesi; e il Poverty Reduction and Growth Trust (PRGT) disponibile per i paesi a basso reddito a condizioni agevolate (attualmente tassi di interesse pari a zero).
- L’RST integrerà gli strumenti di prestito esistenti fornendo finanziamenti accessibili ea più lungo termine per contribuire alla futura stabilità della bilancia dei pagamenti al fine di migliorare la resilienza e la sostenibilità economica.
- L’RST amplificherà l’effetto dello stanziamento generale di DSP da 650 miliardi di dollari USA attuato nel 2021 convogliando le risorse dai membri economicamente più forti verso i paesi in cui i bisogni sono maggiori.
- Questo nuovo Trust consente al Fondo di ampliare il suo sostegno al prestito nell’ambito del suo mandato, limitando allo stesso tempo i rischi per le posizioni finanziarie dei membri presso il Fondo consentendo a un sottoinsieme dei membri, quelli con forti posizioni esterne, di mettere in comune le risorse finanziarie che sono separati dalle risorse generali del Fondo a beneficio di un altro sottoinsieme dei membri: paesi a basso reddito e paesi a reddito medio vulnerabili.
Ecco alcune caratteristiche principali del nuovo strumento finanziario.
Il RST è un trust basato su prestiti amministrato dal FMI, con una governance e una struttura finanziaria sostanzialmente simili a quelle del Poverty Reduction and Growth Trust (PRGT) di lunga data. Le risorse RST sono mobilitate sulla base dei contributi volontari dei membri del FMI con forti posizioni esterne, compresi coloro che desiderano incanalare i DSP a beneficio dei membri a basso reddito e più vulnerabili a reddito medio.
- L’architettura finanziaria è progettata per garantire la sicurezza e la liquidità dei crediti di prestito e di deposito dei contributori sulla RST, che manterranno il loro carattere di attività di riserva, riducendo al minimo la necessità di contributi di bilancio.
- La raccolta fondi per la RST mira a garantire 33 miliardi di DSP (circa 42 miliardi di dollari USA) per soddisfare la domanda di prestiti prevista e per un conto di riserva adeguato.
- Al 12 ottobre 2022, sono stati firmati accordi di contribuzione con 6 membri per un totale di 15,3 miliardi di DSP (circa 20 miliardi di USD) e si stanno compiendo buoni progressi per finalizzare gli accordi di contribuzione verso impegni di 29 miliardi di DSP (circa 37 miliardi di USD) miliardi).
Al momento sono stati raggiunti accordi a livello di personale con i nostri primi tre paesi: Barbados, Costa Rica e Ruanda. Il consiglio prenderà probabilmente in considerazione le loro richieste di approvazione entro la fine del 2022. Si stanno compiendo buoni progressi con altri 5 paesi.
BlackRock può già stappare qualche bottiglia Nabucodonosor (da 15 litri…) di Champagne Krug.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
WORLD ECONOMIC FORUM – GLOBAL RISKS REPORT 2023 – ENG – integrale
WORLD ECONOMIC FORUM – Global Risk Report 2023 – rapporto Crisi Economica ITA
International Monetary Found RST
GOSPA NEWS – GEOPOLITICA – ECONOMIA
https://www.gospanews.net/2023/02/04/blackout-libero-voli-usa-ecco-la-pandemia-cibernetica-prevista-dal-world-economic-forum-per-promuovere-la-blockchain-kraken-di-rothschild-e-i-microchip-di-gates/