LA SHOAH NAZI-SIONISTA DI ZELENSKY. Kiev ordina Chiusura di 74 Chiese Cristiane dopo la Festa per il Capodanno Ebreo
Nell’immagine di copertina il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e il metropolita Onufriy della perseguitata Chiesa ortodossa ucraina
di Carlo Domenico Cristofori
“Avere un ebreo di etnia ebraica maschera la glorificazione del nazismo e di coloro che all’epoca perpetrarono l’Olocausto in Ucraina, sterminando 1,5 milioni di persone”, ha recentemente affermato il presidente russo Vladimir Putin.
Abbiamo scritto decine e decine di articoli sulla persecuzione attuata dal regime di Kiev saldamente ancorato alle radici Naziste quale strategia della NATO per esasperare il nazionalismo ucraino contro i filo-russi in una delle più gravi, perduranti e sanguinarie persecuzioni etniche del Terzo Millennio.
Altrettanti reportage li abbiamo dedicati alla contemporanea oppressione della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC), in quanto devota al Patriarcato di Mosca e sebbene apertamente critica verso l’operazione militare sperciale dell’esercito russo per la de-militarizzazione e de-nazificazione del paese dopo la guerra civile iniziata nel Donbass nel 2014 a seguito del cruento golpe ordito dal tycoon George Soros con la complicità delle ambasciate e dell’intelligence dei paesi dell’Alleanza Atlantica.
Se si analizza i due fenomeni in modo congiunto come ha fatto Putin nelle sue dichiarazioni (vedi anche sotto) non è difficile arguire che ci troviamo di fronte all’inizio di una “shoah” di matrice Nazi-Sionista.
A pochi giorni dalla festa del Capodanno Ebraico a cui ha preso parte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriva infatti a Kiev l’ennesima rappresaglia contro le Chiese Cristiane Ortodosse dell’UOC, la confessione religiosa maggioritaria in Ucraina, che hanno ricevuto l’ordine di chiusura e saranno probabilmente destinate alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina (OCU) inventata politicamente dall’ex presidente Petro Poroshenko.
Proprio di recente sono apparse delle fotografie di Poroshenko in divisa militare con simboli nazisti come quelli ostentati con orgoglio dai feroci paramilitari del Battaglione Azov, purtroppo difesi da un componente del Governo Italiano di Giorgia Meloni.
Il provvedimento emanato dal Sindaco di Kiev si aggiunge al sequestro del Monastero delle Grotte, da dove sono già stati espulsi i religiosi ortodossi UOC che lì pregavano e vivevano.
Zelensky, come ben ha rilevato il presidente russo che pur essendo Cristiano Ortodosso rispetta Cattolici, Ebrei e Musulmani mantenendo ottimi rapporti con i paesi che li ospitano, non è un vero “Ebreo” ma una maschera del Sionismo che è cosa ben differente dall’Ebraismo ortodosso Semita, degno di rispetto come ogni confessione religiosa.
L’ex attore ucraino frutta la sua origine Ashkenazita per attrarre i devoti all’Ebraismo in quel conflitto etnico innescato proprio dal Movimento Politico Sionista che grazie al patto coi massoni britannici Rothschild (Dichiarazione Balfour, 1917) ottennero le colonie per costruire lo Stato di Israele a discapito dei Palestinesi arabi della Terra Santa.
Proprio come il suo padrino Soros, sionista per interessi geopolitici ma di fatto ateo, il presidente ucraino è diventato il simbolo del connubio estremista più esplosivo della storia dell’umanità: quello della cultura Nazista al servizio di quella Sionista (come la partnership tra Rockefeller e il presunto Ashkenazita Adolf Hitler già legittimò a sospettare in passato).
In perfetta simbiosi con Soros e Bill Gates Zelensky è riuscito a innestare in questa tremenda e nauseante miscela anche la terza componente radicale e sovversiva: la Lobby LGBTQ che rappresenta lo strumento per l’attacco ideologico alle fondamenta bibliche del Cristianesimo e della Famiglia Cristiana e Naturale.
Proprio in virtù di questa “shoah” contro Russi e Cristiani il TRANS diventato portavoce militare dell’esercito ucraino si è arrogato il diritto di minacciare i giornalisti che, come Gospa News, rilanciano e legittimano alcune posizioni di Mosca in un conflitto senza tregua (nemmeno per il Natale ortodosso) per precisa volontà di Zelensky e dell’Occidente, forte delle pericolose menzogne della NATO denunciate da un ex ambasciatore italiano.
Ma contro questa persecuzione, contenuta solo per l’enorme potenza militare della Russia e il cauto utilizzo di essa da parte di Putin, l’ONU non ha speso una parola e pare aver ignorato la denuncia formale della Chiesa Cristiana Ortodossa (UOC) nonostante ogni forma di discriminazione religiosa sia condannata dalla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del del 25 novembre 1981.
Soltanto il Papa ha levato qualche timida parola in difesa delle suore e preti perseguitati in Ucraina. Ma appena si è sbagliato a celebrare la Storia della Grande Russia in un intervendo in vidoconferenza al Festival dei Giovani Cattolici Russi è stato subito aggredito dal regime di Kiev che lo ha costretto a mille spiegazioni con una riconferma della sua solidarietà all’Ucraina.
Nonostante sia in mano alla triade NaziSionistaLGBT, secondo un’evoluzione della logica progressista massonica già svelata dalla partnership tra la comunità gay israeliana e la potente Loggia B’nai B’rith International di Washington.
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Carlo Domenico Cristofori
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