5 MILIONI USA AI CASCHI BIANCHI: “COMPLICI DI JIHADISTI E LADRI D’ORGANI”

5 MILIONI USA AI CASCHI BIANCHI: “COMPLICI DI JIHADISTI E LADRI D’ORGANI”

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GRAVI ACCUSE DALLA SIRIA AGLI STATI UNITI:
«BASTA FINANZIAMENTI AI TERRORISTI AL NUSRA
PER AIUTARE ISRAELE NELL’OCCUPAZIONE DEL GOLAN»
I WHITE HELMETS DELLO 007 MILITARE BRITANNICO
DENUNCIATI ALL’ONU PER NUMEROSI CRIMINI.

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Finti salvataggi per abbindolare gli occidentali dal cuore tenero ed il cervello spento; clamorosi reportages filmati costruiti ad arte come ad Hollywood con comparse pagate, i bambini con patatine fritte e gli adulti con 50 dollari, ma anche traffico di organi praticato sui cadaveri ancora caldi e, soprattutto, sostegno fattivo – nella propaganda mediatica come nel trasporto di corpi decapitati dopo le esecuzioni – ai jihadisti di varie fazioni musulmane sunnite entrati in Siria per aiutare i ribelli a rovesciare il governo di Bashar Al Assad, alawita sciita e perciò con la colpa imperdonabile di essere filo-iraniano in una nazione confinante con Israele, acerrima nemica di Teheran.

Questo hanno fatto i Caschi Bianchi secondo il rapporto-denuncia depositato da una fondazione umanitaria russa, nel silenzio di quasi tutti i media mondiali (ma riportato da Gospa News, vedi link a fondo pagina), lo scorso 21 dicembre al Global Counter-Terrorism Research Network (rete globale di ricerca antiterrorismo) istituita nel 2013 dalla direzione del Comitato antiterrorismo dell’ONU. A creare gli Elmetti Bianchi non è stato un attivista dei diritti umani reduce da missioni tra i terremotati di Haiti o gli alluvionati dello tsnunami in Indonesia. No.

E’ stato un ufficiale britannico esperto di intelligence militare poi convertitosi in contractor per un’agenzia di sicurezza, la definizione contemporanea dietro cui si nascondono spesso quelli che una volta si chiamavano soldati mercenari: si tratta di James Le Mesurier, inventore della ong White Helmets. E’ composta da contractors reclutati e addestrati dal capo e fondatore ma per il mondo occidentale è un’organizzazione umanitaria, sebbene priva di riconoscimento Onu, degna di essere sostenuta e finanziata come appena proposto dal Dipartimento di Stato Usa per 5 milioni di dollari nel 2019. Per Vassily Nebenzia, rappresentante russo all’Onu: «I White Helmets meritano di essere nella lista dei terroristi segnalati dalle Nazioni Unite».

Per questo il Ministero degli Esteri siriano ieri ha subito emesso un duro comunicato non appena appresa la notizia del nuovo contributo statunitense a questa formazione di mercenari. «Questa mossa disperata degli Stati Uniti dimostra che continuano a contare sul sostegno al terrorismo come mezzo per raggiungere i suoi obiettivi in Siria. La Repubblica Araba della Siria condanna fermamente Washington nel sostegno ai terroristi, in particolare White Helmets, e invita l’amministrazione statunitense smettere di finanziare e consegnare armi ad al-Nusra e ai gruppi terroristici affiliati ad esso» ha riportato l’agenzia d’informazione Sana (Syrian Arab National Agency), unico media a dare rilievo alla questione insieme al network russo Sputnik International. Un intervento americano che si delineerebbe nella trama più articolata del progetto del premier israeliano Benjamin Netanyahu di proseguire e mantenere l’occupazione dell’altopiano Golan siriano grazie alla protezione del presidente americano Donald Trump.

 

LA RIESUMAZIONE DEGLI ELMETTI BIANCHI FUGGIASCHI

Elmetti bianchi in azione in Siria

L’ong degli Elmetti Bianchi era parsa ormai destinata a dissolversi in Siria nel luglio scorso. Quando la maggior parte del contingente, impegnato nella zona di Gouta, in un’area strategica tra il fronte dell’altopiano del Golan con Israele e la capitale Damasco, fu fatto evacuare in Giordania sotto l’egida dell’Onu. La protezione internazionale si rese ncessaria proprio per la pessima fama ce i presunti soccorritori si erano fatti nel paese martoriato. Fu proprio il rapporto diffuso sui social e su internet dal loro capo James Le Mesurier in merito al falso attacco chimico a Douma da parte dell’esercito governativo siriano a scatenare la reazione della coalizione a guida Usa che lo prese a pretesto per lanciare l’ultima intimidazione ad Assad, e indirettamente al suo alleato Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, con 105 missili in poche ore.

Ora i White Helmets sarebbero rimasti solo nella provincia di Idlib, quella dove le milizie di Assad si stanno scontrando con i jihadisti di varie organizzazioni terroristiche tra cui primeggiano i qaedisti di Al Nusra, ritenuta alleata degli stessi Elmetti Bianchi, destinatari dei finanziamenti che Washington non potrebbe altrimenti erogare a quei terroristi affiliati di Al Qaeda, entità a sua volta esplicitamente definita «creazione dei Reali Sauditi» dalla musulmana moderata Ilhan Omar, deputata democratica del Congresso Usa. Basta leggere l’ultimo cinguetio su Twitter di Le Mesurier per capire da che parte stanno i Caschi Bianchi: «Le forze del regime hanno preso di mira i quartieri della città Khan Shaykhun a sud di Idlib con 10 proiettili di artiglieria. I teams dei White Helmets stanno lavorando per ispezionare le aree colpite e fornire assistenza».

L’area è rimasta l’ultima roccaforte dei jihadisti Jabhat al-Nusra li-ahl al-Shām (Fronte di Soccorso al popolo di Siria), noti appunto solo come Al Nusra, da cui continuano a partire razzi e colpi di mortaio contro la vicina città di Hama che hanno causato anche alcune vittime negli ultimi mesi. Le forze armate di Assad si limitano soprattutto ad una belligeranza difensiva in virtù dell’accordo stipulato tra Russia e Turchia il 17 settembre a Sochi che prevedeva la creazione di una zona demilitarizzata intorno ad Idlib in attesa della fuoriuscita dei terroristi verso i territori turchi che avrebbe dovuto essere gestita dal governo di Ankara. Ma tale soluzione pacifica, interrotta dai continui attacchi dei jihadisti, non ha mai trovato attuazione nonostante le ripeture sollecitazioni del Cremlino alla Turchia. Ecco quindi un esempio acclarato della manipolazione comunicativa del fondatore degli Elmetti Bianchi che denuncia i bombardamenti dell’esercito siriano ma ovviamente tace di quelli dei guerriglieri di Al Nusra ritenuti suoi alleati.

 

LE COMPLICITA’ TRA WITHE ELMETS E JIHADISTI

Il post sulla presentazione all’Onu del dossier degli orrori sugli Elmetti Bianchi

Solo nella Ghouta Orientale, tra 100 e 150 membri dei Caschi Bianchi erano anche membri di gruppi terroristici e militanti. Avrebbero costruito trincee, tunnel e fortificazioni per i militanti, vantandosi apertamente della loro appartenenza ai social media, ma negando ogni volta che venivano intervistati dai giornalisti occidentali. «I racconti di Facebook dei membri dei White Helmets sono zeppi di materiale propagandistico di gruppi terroristici, tra cui Stato Islamico e al-Qaeda, in cui si lodano Osama bin Laden e altri individui elencati dalle Nazioni Unite come terroristi».

Lo ha sostenuto il 21 dicembre scorso davanti alla Global Counter-Terrorism Research Network (rete globale di ricerca antiterrorismo) dell’Onu, Maxim Grigoriev, direttore della Fondazione per lo Studio della Democrazia con sede in Russia, alla presenza del rappresentante russo al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, quando ha presentato un dettagliatissimo rapporto-denuncia contro l’ong di Le Mesuriers sostenuta dagli Usa come da Regno Unito, Canada e altre nazioni occidentali. Il dossier si basa su interviste con oltre 100 testimoni oculari, tra cui 40 membri degli stessi White Helmets, 50 residenti locali e 15 ex combattenti terroristi e militanti. Più di 500 residenti locali sono stati intervistati ad Aleppo e Deraa. Secondo Grigoriev gli attivisti della sedicente organizzazione umanitaria lavorano con i militanti islamici in Siria e ci sono «centinaia di foto con le armi nelle loro mani». Ma inoltre, secondo l’esperto russo, recuperano organi dalle vittime che farebbero finta di “soccorrere”, mettono in scena armi chimiche false e altri attacchi per telecamere e saccheggiano i corpi e case di siriani uccisi e feriti nella guerra.

Ci sono anche «prove innegabili» che il gruppo avrebbe preso ordini scritti da Jaysh al-Islam, un gruppo militante islamista più noto per la sua occupazione di Douma. Fu in questo sobborgo di Damasco che i White Helmets inscenarono l’attacco chimico che servì come pretesto per attacchi missilistici francesi, britannici e statunitensi contro il governo siriano nell’aprile di quest’anno. «La falsificazione degli attacchi chimici era una parte essenziale delle attività dei White Helmets» ha affermato il diretore della Fondazione russa, aggiungendo che il gruppo si è anche impegnato regolarmente a «creare fake-news e organizzare architettati salvataggi». Ha citato un esempio particolare di un luogo chiamato Jisr al-Haj ad Aleppo, dove i militanti avevano incendiato la spazzatura, portato corpi dall’obitorio locale e fatto in modo che gli elmetti bianchi filmassero un inscenato salvataggio, premiando attori e comparse con un extra di 50 dollari cadauno

 

TRAFFICO DI ORGANI SUI CADAVERI DEI GIUSTIZIATI

Alcuni Elmetti Bianchi mentre spostano il cadavere di un uomo giustiziato dalla Corte Islamica

Molti residenti locali intervistati per la ricerca avrebbero riferito di persone “salvate” dai White Helmets ritrovate morte con i loro organi interni mancanti. Un furto di organi che sarebbe stato testimonianto in «almeno parecchie centinaia» solo ad Aleppo, ha sostenuto Grigoriev. «Come dimostrano numerosi filmati, diffusi dalle stesse organizzazioni ribelli siriane, i Caschi Bianch sono, in verità, parte attiva del sistema di terrore ed intimidazione imposto da Jabhat al-Nusra e da altre organizzazioni jihadiste nei territori sotto il loro controllo – ha riferito il network russo Sputnik International forte di vari reporter in Siria – Uno di questi video, messo su Internet il 16 maggio 2015, è stato girato ad Al Jasim ovvero una città di quella provincia di Daraa da cui provengono molti degli 800 Caschi evacuati in Giordania. In quel video si vedono tre militanti dell’organizzazione portar via il cadavere di un uomo appena giustiziato con tre colpi alla testa su ordine di una Corte Islamica. In un altro filmato, girato sempre nel 2015 nella città di Haritan, gli Elmetti Bianchi con annessa barella per il morituro assistono alla sentenza di un tribunale di Jabhat al-Nusra e all’immediata esecuzione del condannato con un paio di colpi alla testa».

 

LA MESURIER: L’EX 007 MILITARE AL SERVIZIO DI SUA MAESTA’

L’ex 007 militare britannico James Le Mesurier, divenuto contractor per agenzie di sicurezza private in zona di guera e poi fondatore e addestratore dei White Helmets

Viene da domandarsi come possa un’Ong avere le tante malizie denunciate dall’inchiesta della Fondazione antiterrosimo russa e dai giornalisti non appiattiti sulle manipolazioni mediatiche filoamericane che, com’è noto, hanno coinvolto persino la celebre holding televisiva CNN nella diffusione del falso video sull’attacco chimico a Douma, sbugiardato da un produttore della britannica BBC. La risposta è nel curriculum del già citato ideatore dei White Helmets, l’ex 007 militare James Le Mesurier, personaggio ben conosciuto sia dal Governement Communications Headquarters, la potente agenzia GCHQ per la sicurezza nazionale ed il controspionaggio del Regno Unito con sede a Cheltenham, in Inghilterra, che dal Military Intelligence 6, il nome in gergo del Secret Intelligence Service (Sis) del Ministero degli Esteri UK. A questo si aggiunge il recente reportage pubblicato dalla giornalista Vanessa Beeley per Russia Today e pubblicato con ampio risalto anche su Veterans Today (link a fondo pagina).

 

A fornire molteplici dettagli su Le Mesurier fu in Italia il quotidiano Il Giornale attraverso la rubrica Gli occhi della guerra: «Come molti altri ufficiali dell’esercito britannico, ha frequentato la Royal Academy of Military, dove si è diplomato con il massimo dei voti, ricevendo la Medaglia dalla Regina. In seguito ha servito l’esercito britannico in molti teatri di guerra. In particolare, ha lavorato come capo dell’intelligence inglese a Pristina, in Kosovo, prima di lasciare l’esercito e andare a lavorare per le Nazioni Unite, dichiarando che “l’aiuto umanitario è più efficace di un esercito nei teatri di guerra”».

Riportò il giornalista Roberto Vivaldelli rimarcando un’affermazione che pare però in aperto contrasto con altre attività del sedicente filantropo: «Prima della fondazione dei White Helmets, Le Mesurier ha ricoperto ruoli di prim’ordine nell’Olive Group, un’organizzazione privata di mercenari che da allora si è fusa con Blackwater-Academi in quello che oggi è conosciuto come il Constellis Holdings. Poi, nel 2008, Le Mesurier ha lasciato il gruppo Olive dopo essere stato nominato alla direzione della Good Harbor Consulting, presieduto da Richard A. Clarke: un veterano della sicurezza nazionale statunitense sotto le amministrazioni Bush e Clinton – aggiunge il reporter de Gli Occhi della Guerra – Dopo essersi unito a Good Harbor, Le Mesurier si è trasferito ad Abu Dhabi, dove si è specializzato in gestione del rischio, pianificazione di emergenza e protezione delle infrastrutture critiche. Ha addestrato una truppa a protezione dei giacimenti di gas degli Emirati e ha gestito la sicurezza della Coppa del Golfo del 2010 nello Yemen. Gli Emirati, come sappiamo, insieme alle altre monarchie del Golfo, hanno ampiamente finanziato e supportato l’opposizione armata contro Bashar al-Assad. Nel 2013 Le Mesurier ha fondato in Turchia gli Elmetti bianchi siriani».

Ai quali sono giunti finanziamenti principalmente dal Foreign and Commonwealth Office, il dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero, e dagli Usa, attraverso l’analoga agenzia Usaid (Us agency for international development), che hanno alla Ong ben 200 milioni l’anno ridotti a 6,6 dall’amministrazione Trump e ai 5 previsti per il 2019.

 

ELMETTI BIANCHI: «MARCHIO CORROTTO DALLA NASCITA»

La divisa e le dotazioni dei White Helmets

Come sia riuscito l’ex agente segreto militare ad attuare il suo piano di maipolata comunicazione con propaganda favorevole ai ribelli ed ai loro alleati terroristi lo spiega un illuminante articolo di Philip Roddis sul sito di OFFGuardian, un media online di controinformazione speculare al famoso The Guardian di Manchester, che si fa paladino del concetto “Perché i fatti dovrebbero essere sacri”.

«La guerra dell’Occidente alla Siria e il rapido surriscaldamento della guerra fredda con la Russia hanno comportato un ampio uso di diffamzioni. Di accuse infondate o perfino confutate, ripetute nel nostro media non così libero, anche da coloro che, giustamente o erroneamente – di solito ingiustamente – ritengono loro stessi che i pensatori critici assumano, secondo la moda “niente fumo senza fuoco”, ciò che deve essere la verità per loro. Questa conclusione è raramente raggiunta dalla mente cosciente. Non è così che funziona la propaganda» scrive Roddis che si addentra poi nell’analisi della questione siriana spiegando «due aspetti della loro demonizzazione».

«Uno è il cinismo con il quale le associazioni di beneficenza hanno permesso di essere usate – evidenzia il giornalista britannico – Ma in almeno un caso “il marchio” era corrotto alla nascita. Intendo i White Helmets: ideati dal mercenario britannico James Le Mesurier, che ha ricevuto oltre $ 120 milioni di finanziamenti dagli Stati Uniti e da altri stati che hanno cercato apertamente la rimozione di Assad e – con un grado di certezza molto più alto di quello secondo cui Damasco avrebbe usato il gas sarin sul proprio popolo – in combutta con il terrorismo islamista. L’altro, correlato, è il cinismo uguale – o, in un momento, la credulità degli occhi sognatori – con cui i nostri media gonfiano il valore dell'”informazione” da fonti risibili. Una di queste è l’ampollosamente denominato Osservatorio siriano sui diritti umani (Sohr), regolarmente citato da BBC, Guardian e persino – per la loro eterna vergogna – media “di estrema sinistra” nel riferire presunti abusi da parte delle autorità siriane, senza informarci del post appena collegato».

Rami Abdulrahman, direttore dell’Osservatorio sui Diritti Umani in Siria

«Sohr è l’organizzazione solitaria di Rami Abdul Rahman, un siriano scontento che vive a Coventry e non ha messo più piede in Siria dal 2003. I suoi metodi sono a dir poco opachi, ma sembrano fare affidamento su quella che chiamerò ‘inchiesta a cascata’ ‘, per cui telefona a una manciata di amici in Siria. A loro volta telefonano ai loro amici, che telefonano loro – scrive ancora OFFGuardian – Ma chi sono questi amici? Si vocifera che Rahman sia affiliato alla Fratellanza Musulmana, rivale dei più recenti gruppi Wahabbi sostenuti dall’Arabia guidati da Al Qaeda, ma comunque disposti a collaborare con Daesh per porre fine al secolarismo siriano e imporre il dominio teocratico sunnita su sciiti, cristiani, drusi e alawiti nello stesso modo».

Parole che vengono dal Regno Unito: non dalla Siria – o dalla Russia sua alleata – colpita direttamente dalle diffamazioni e manipolazioni mediatiche dei White Helmets. Anche perché la richiesta della Fondazione russa per lo Studio della Democrazia alla Rete Anti-Terrorismo dell’Onu per l’inserimento degli Elmetti Bianchi tra le organizzazioni terroristiche appare quanto mai fondata.

Philip Roddissi concentra poi su un gruppo mediatico britannico che mira a coprire tutte queste manipolazioni: Philip Roddis. «Poi c’è Bellingcat, l’organizzazione fondata da un Eliot Higgins: abbandona gli studi sui media e autore di immagini alterate digitalmente che servono obiettivi della NATO in una demonizzazione in corso in Russia che mette in pericolo tutti noi – scrisse aggiungendo – Mi sento un po ‘professionale qui, dopo aver insegnato arti digitali all’Università di Sheffield».».

«La cosa peggiore ovviamente è il fatto che le sue immagini amatoriali – queste ad esempio, hanno offerto come prova che il volo MH17 della Malaysian Airlines è stato abbattuto a luglio 2014 da missili russi – gli avrebbe fatto guadagnare un fallimento nella mia classe di Photoshop» conclude l’opinionista inglese

 

UNA PASSO PER AIUTARE ISRAELE NEL GOLAN OCCUPATO

L’ambasciatore siriano Hussam Eddin Ala al Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu a Ginevra

Per ora l’attesa risposta del Palazzo di Vetro non è ancora arrivata da New York. E’ giunta solo da Washington la notizia del nuovo finanziamento proposto dal Diparimento di Stato Usa che «la Repubblica Araba della Siria condanna fermamente» come riporta anche il network russo Sputnik International, in quanto questo passo, «seguito da uno simile da parte dello sceicco del Qatar, sottolinea che gli Stati Uniti puntano ancora sul sostegno al terrorismo per raggiungere l’obiettivo delle sue agende speciali in Siria e nella regione al servizio dell’occupazione israeliana». Il riferimento è ovviamente all’altopiano del Golan, in parte strappata dall’esercito di Tel Aviv al Libano nella guerra lampo del 2006 ed in altra parte sottratta alla stessa Siria allo scoppio della guerra civile innescata dai ribelli nel 2011 ma lungamente tramata dal Pentagono con finanziamenti accertati che risalgono proprio al 2006 (vedi articolo Gospa News “I cospiratori contro Assad).

Una questione tutt’altro che secondaria nell’evoluzione geopolitica della Siria ormai controllata dal governo di Assad al 99 %: proprio oggi le formazioni curde dello Sdf hanno conquistato Baghouz e stanno dando la caccia alle ultime sacche di ribelli Isis ma rimane l’atroce storia del campo profughi di Al Rukban di cui abbiamo riferito in un precedente articolo. La questione del Golan ieri, lunedì 18 marzo, è stata al centro della quarantesima sessione del Consiglio dei Diritti Umani all’Onu di Ginevra.

L’ambasciatore Hussam Eddin Ala, rappresentante permanente della Siria presso le Nazioni Unite, ha affermato che «il popolo del Golan siriano occupato è ancora legato alla sua patria e alla sua identità siriana, nonostante le metodiche violazioni dei loro diritti fondamentali per mano dell’occupazione israeliana che cerca di recidere i loro legami con la madrepatria – ha riferito l’agenzia Sana – Le pratiche punitive discriminatorie dell’occupazione israeliana contro il popolo del Golan sono palesi violazioni dei diritti civili, economici e sociali». Il funzionario diplomatico di Damasco ha poi evidenziato che Tel Aviv «ha intensificato i suoi tentativi di consolidare la sua occupazione» rimarcando «di aver preso atto della sua decisione illegale di annetterla, con crescenti tentativi di imporre le sue leggi e di aumentare le attività di insediamento».

Ala ha anche sottolineato che «l’occupazione israeliana non avrebbe potuto portare a termine le sue pratiche illegali senza la protezione fornita dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, aggiungendo che le recenti dichiarazioni del senatore americano Lindsey Graham durante la sua visita al Golan siriano occupato con il primo ministro israeliano mostrano il livello di disprezzo che gli Stati Uniti hanno per il diritto internazionale». L’ambasciatore siriano ha perciò sollecitato il Consiglio per i diritti umani «a costringere l’occupazione israeliana a rispettare i diritti del popolo del Golan siriano occupato e a ritenere responsabili coloro che violano questi diritti» insieme ai «complici di essi che difendono le pratiche razziste ed estremiste dell’occupazione. Il diritto sovrano della Siria a ripristinare la totalità del Golan siriano occupato non è negoziabile e non ha una prescrizione».

L’unica cosa che appare invece negoziabile sembrano invece i diritti umani. Signor Antonio Guterres e signora Michelle Bachelet, rispettivamente Segretario Generale e Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, se ci siete battete un colpo! La Siria aspetta la fine delle cospirazioni internazionali anglo-americane ed israeliane da 8 anni…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

SANA – FINANZIAMENTI USA AGLI ELEMETTI BIANCHI

VETERANS TODAY – DOUMA,  WHITE HELMETS E ARMI CHIMICHE

OFFGUARDIAN – LA PROPAGANDA MANIPOLATA

SPUTNIK – AIUTO AI TERRORISTI PER I PIANI DI ISRAELE

SANA – ALTOPIANO GOLAN NON NEGOZIABILE

I COSPIRATORI CONTRO ASSAD

ELMETTI BIANCHI DENUNCIATI PER TRAFFICO D’ORGANI

 

SPORCO DOPPIO GIOCO USA: ISIS LIBERO IN CAMBIO DI ORO

MEDIORIENTE E TERRE DI GUERRE

 

https://www.gospanews.net/massacri-dei-jihadisti-islamici/

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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