BUS DI SCOLARI IN FIAMME PER LA JIHAD DELLA SINISTRA

BUS DI SCOLARI IN FIAMME PER LA JIHAD DELLA SINISTRA

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L’ATTENTATO DI FUOCO VICINO A MILANO
CONSEGUENZA DELLA PROPAGANDA ROSSA
DI RIBELLIONE AL CONTROLLO DEI MIGRANTI.
ARRESTATO L’AUTISTA SENEGALESE PER STRAGE
MA VANNO FERMATI I MANDANTI INTELLETTUALI
E GLI STRATEGHI MONDIALISTI DEL TERRORE

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

 

Non m’interessa nemmeno sapere se l’attentatore italo-africano di Crema abbia mai votato Pd, ne possegga la tessera o magari solo grazie alle amicizie in questo partito (che governa in quel Comune) sia riuscito ad ottenere un lavoro come conducente di un bus scolastico nonostante i precedenti per molestie sessuali a un minore e guida in stato di ebbrezza. Su questo aspetto della tragedia sfiorata ieri in Lombardia, a San Donato Milanese, dovranno ovviamente fare luce i Carabinieri che lo hanno arrestato, nella speranza mai ultima a morire che stavolta anche i giudici si levino i paramenti comunisti, il mantello rosso e la mutria buonista per picchiare duro con una pena detentiva esemplare di monito ad ipotetici futuri emulatori. Saranno le forze dell’ordine a dover accertare se oltre al danno c’è pure la beffa, doppia, di un condannato per reati specifici cui sono state consegnate le chiavi del destino di 51 alunni innocenti della scuola media cremasca Vallati, sequestrati per 40 minuti di terrore. Questa non è che l’ennesima conferma di una giustizia lurida grazie alla quale il terrorista e criminale matricolato Massimo Carminati potè creare Mafia Capitale col sodale Salvatore Buzzi per speculare, anche attraverso il centro di accoglienza Baobab chiuso di recente per palesi illeciti, sugli appalti per la gestione dell’emergenza immigrazione, resa tale da politiche suicide dei governi legittimati in pompa magna dai presidenti della Repoubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Questo aspetto dell’inquietante vicenda è soltanto l’aggravante eventuale in sfregio al minimo decoro di una legalità che prima di essere stata uccisa dagli italiani furbetti e mariuoli è stata massacrata nei Palazzi di Giustizia con sentenze prone all’autorità intoccabile del “deep state”: quell’entità sovragovernativa e trasnazionale in cui complottano, almeno dal 1860 con la Spedizione dei Mille e dal 1943 con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, alta finanza, politica occulta, massoneria, servizi segreti internazionali e varie tipologie di mafie e terorismi a seconda del momento storico. Come sosteneva anche il giudice Rocco Chinnici ucciso con una bomba da Cosa Nostra (vedi sotto link a precedente articolo Gospa News).

 

TENTATA STRAGE NEL NOME DELL’IMMIGRAZIONE

Il 47enne senegalese Ousseynou Sy, cittadino italiano dal 2004, al momento dell’arresto da parte dei Carabinieri.
ANSA/SALVATORE GARZILLO

Il vero nocciolo del problema del dramma di Crema è capire chi ha armato la “mente” del 47enne senegalese Ousseynou Sy, cittadino italiano dal 2004, l’autista che ieri mattina, mercoledì 20 marzo, ha dirottato un bus con 51 studenti e gli ha dato fuoco, costringendo i militari dell’Arma Benemerita ad un disperato intervento di soccorso per evacuare i ragazzini dal veicolo, rompendo i finestrini e scongiurando così morti e feriti di un attentato che avrebbe potuto trasformarsi in un massacro. Non mi soffermo ai dettagli sulla cronaca ampiamente riportati dai giornali di tutto il mondo (link a fine articolo). Voglio davvero cercare di capire se e quanto l’ossesso fanatismo del conducente africano – arrestato dai Carabinieri per sequestro di persona, tentata strage, incendio e resistenza con l’aggravante di terrorismo – sia stato aizzato, alimentato e financo giustificato dalla “jihad” della sinistra: la “guerra santa” ideologica e politica di contestazione al controllo dell’immigrazione deliberato dal Governo Conte e rigorosamente applicato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini; anche a costo di un ignominioso braccio di ferro coi giudici, in seguito all’inchiesta sul ritardato sbargo dei migranti della Nave Diciotti, che lo ha costretto ad appellarsi all’immunità parlamentare per dimostrare la sua coerenza e determinazione nell’accoglienza volta a monitorare e favorire i reali profughi di guerra. Che il casus belli della tentata strage, ordita anche con l’intenzione di andare fino all’aeroporto di Linate per far eplodere il pullman in fiamme, siano state le nuove direttive sull’accoglienza lo ha affermato lo stesso attentatore. Al procuratore capo del pool Antiterrorismo milanese Alberto Nobili e al pm Luca Poniz ha ammesso il suo movente: «Il caso della nave Mare Jonio è stato l’episodio scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso». Ha ribadito quanto già urlato davanti a soccorritori e carabinieri intervenuti per salvare i fanciulli dal bus in fiamme: «Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo». Una motivazione palesemente demagogica visto che proprio grazie alle nuove politiche immigratorie varate dal Governo Lega-M5s con una maggiore azione preventiva di controllo nelle acque internazionali e nazionali e il coordinamento con la Guardia Costiera libica i viaggi e i decessi per naufragio ad essi connessi sono drasticamente diminuiti nell’ultimo anno (202 arrivi finora nel 2019 con un calo del 94 %).

 

IL PIROMANE PALADINO DELLA NAVE MARE JONIO

Il bus in fiamme sulla strada provinciale Paulese nei pressi di S. Donato Milanese (Mi)

Ma l’attentatore senegalese si è arrampicato sugli specchi anche appigliandosi all’ultima vicenda della Mare Jonio, la nave italiana di soccorso migranti del progetto Mediterranea, che martedì è giunta a ignorare un preciso ordine di una motovedetta della Guardia di Finanza pur di raggiungere la costa di Lampedusa. E’ rimasta in rada alcune ore ma successivamente è stata fatta regolarmente approdare, come capitò alla Nave Diciotti, con l’immediato soccorso di un immigrato con problemi di salute e il successivo sbarco di tutti gli altri. Ecco quindi la prima inevitabile domanda: il senegalese protesta perché lo Stato Italiano ha salvato i sedicenti 49 profughi sulla nave facendoli attendere qualche ora con il terribile disagio di un po’ di mal di mare? Oppure protesta perché la magistratura ha aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha sequestrato la nave e poi ha anche indagato il comandante? Il punto di vista del governo è quantomai chiaro ed ha evidenziato due violazioni della cosiddetta Legge Salvini sulla Sicurezza ed è proprio su questo presupposto che lo stesso Salvini ha chiesto l’arresto del capitano del natante e del capomissione.

La nave con bandiera italiana Mare Jonio della ong Mediterranea scortata nel porto di Lampedusa dalla motovedetta della Guardia di Finanza

«La Mare Jonio ha disobbedito per ben due volte all’ordine della Guardia di finanza di spegnere i motori. Il mare non era mosso e non c’era pericolo di affondamento – ha dichiarato all’Ansa il Ministro dell’Interno Matteo Salvini – La Mare Jonio era più vicina alla Libia e alla Tunisia, ma ha fatto rotta verso l’Italia sottoponendo gli immigrati ad un viaggio più lungo. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della Guardia costiera libica. Un comportamento che dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini». A queste perentorie parole da Ministro dell’Interno fanno eco quelle tanto emotive quanto poco circostaziate e attuali di Ousseynou Sy, il quale, come ogni astuto protagonista di attentati, per prima cosa sgombera il campo dall’insinuazione che qualcuno possa averlo istigato al reato: «E’ stata una mia scelta personale – ha detto ai pm durante l’interrogatorio – non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall’Africa». Frasi sentite e risentite milioni di volte dalla propaganda di sinistra che non accetta di essere stata ripudiata dagli elettori italiani il 4 marzo 2018 soprattutto per le disastrose politiche immigrazioniste finalizzate all’accoglienza indiscriminata di veri profughi di guerra, migranti economici e climatici ma anche di moltissimi manovali delle mafie nigeriane ed un un buon numero di jihadisti dell’Isis. A chi ancora non credesse alla frequenza dell’intrusione di terroristi tra le persone soccorse nel Mediterraneo va ricordato che: i clandetsini arrivano quasi tutti senza documenti, facendosi anche beffa delle autorità italiane, tanto che tra quelli della Nave Dicioti approdata a Catania ad agosto in 14 su 41 dichiararono di essere nati il 1 gennaio; i fondamentalisti islamici del Daesh forniscono ai loro combattenti viaggi premio in Europa, come dimostrato da un precedente reportage di Gospa News (link a fondo articolo).

 

LA SINISTRA CONTRO LA LEGGE CHE PUNISCE GLI IMMIGRATI CRIMINALI

Malavitosi nigeriani arrestati dalla Polizia a Palermo lo scorso anno

Ciò detto, non mi interessa più nemmeno sapere se davvero il senegalese ha ricevuto incitamenti, promessi o soldi da qualche attivista della sinistra pro-immigrazione per compiere la sua azione, fortunatamente molto più clamorosa che disastrosa. Per imputare la responsabilità morale dell’accaduto a coloro che sbraitano contro la Legge Sicurezza del Governo Conte (e quindi non solo di Salvini), approvata in larga maggioranza da un Parlamento democraticamente eletto, sono sufficienti i quotidiani proclami di incitazione all’odio contro il Ministero dell’Interno, le manifestazioni dei disubbidienti ribelli che riesumano i No-Global rimasti quasi sempre in letargo per tutto il settennato di governo della sinistra e, acer in fundo, le proteste politiche di amministratori pubblici come Luigi De Magistris e Leoluca Orlando, rispettivamente Sindaco di Napoli e Palermo: le due città più mafiose d’Italia dove Camorra e Cosa Nostra vanno ormai a braccetto con la Cosa Nera, la Mafia Nigeriana delle organizzazioni criminali internazionali Black Axe, Eiye e Maphite che trafficano in esseri umani ed organi, prostituzione, droga, estorsione e sono divenute le “cosche di quartiere” al servizio dei malavitosi italiani ormai in giacca e cravatta, travesiti da imprenditori o banchieri. Proprio nel coacervo disgustoso di questa politica partigiana di resistenza alle leggi di uno Stato sono nati gli appelli di Orlando & co. agli altri sindaci a boicottare il Decreto Sicurezza che non contiene altro che rigorosi provvedimenti di espulsione o decadenza dell’asilo politico per i migranti che delinquono. Il messaggio propalato da questi paladini dei diritti degli immigrati, di fatto, teorizza il concetto per cui il clandestino, provenendo da un paese disagiato e non avendo cultura civile sufficiente, può tranquillamente delinquere se ne ha necessità per sopravvivere. Esattamente come molte europeiste illuminate di sinistra sostengono che lo stupro dei musulmani non è da ritenersi reato perché la loro cultura maschilista non consente loro di comprendere la gravità del gesto. Non ci sarebbe da stupirsi se domattina qualcuno si sperticasse nel tentativo di giustificare anche il tremendo gesto del senegalese piromane come una momento di disperazione comprensibile. In fondo, se si dà credito alle sue parole, l’attentatore ha agito solo in difesa di Mare Jonio, la nave con bandiera italiana varata dagli attivisti di sinistra attraverso la ong Mediteranea soprattutto coi soldi di Banca Etica (e l’ira di motli dei sostenitori di quest’ulòtima, vedi articolo Il Giornale), in palese sfida alle restrizioni del Governo della Repubblica Italiana che vigila per il buon funzionamento di Frontex, Agenzia europea delle guardie costiere e di frontiera, e del nuovo piano di soccorso Themis, in cui si prevede un pattugliamento delle navi militari italiane a sole 24 miglia dalla Libia e l’obbligo di soccorso da parte della nazione costiera più vicina: ecco perché Mare Jonio avrebbe dovuto prima di tutto chiedere di approdare a Malta.

 

DA PERSEGUIRE I MANDANTI INTELLETTUALI DI QUESTA JIHAD

Luca Casarini, da leader dei No-Global nelle proteste che devastarono Genova nel 2001 a capomissione della ong Mediterranea sulla nave Mare Jonio

C’è invece da stupirsi del fatto che politica, forze dell’ordine e magistratura non prendano in seria considerazione la denuncia e l’incriminazione dei “mandanti intellettuali di questa jihad politica della sinistra, persino capaci di togliere dalla naftlalina il popolare contestatore No-Global dell’inizio del terzo millennio, Luca Casarini, pur di fare guerra al Governo e alle sue leggi. E’ colui che aizzò gli antiglobalisti contro il G8 di Genova spianando la strada ai famigerati guerriglieri Black Bloc che per dal 19 al 22 luglio 2001 misero a ferro e fuoco la città, esattamente come hanno fatto sabato 16 marzo sull’avenue des Champs-Élysées incuneandosi tra i Gilet Gialli e ponendo di fatto la parola fine alla credibilità della protesta popolare già minata da troppe violente derive rivoluzionarie. Oggi è lui il capomissione e portavoce della Mare Jonio: lacrima comunicati struggenti sui poveri immigrati a bordo della nave in balia di onde alte 7 metri, che diventano di 3 nelle stesse parole del comandante e si dimezzano ulteriormente nell’analisi dei guardiacosta. Proprio la presenza di un antico nemico della globalizzazione come Casarini rende perversa la logica dei partigiani ribelli di sinistra e induce a ritenere che dietro di essa si nascondano ben altri interessi. Come può, infatti, conciliarsi la logica di un acerrimo avversario della globalizzazione diffusa dai mondialisti dei potentati internazionali della finanza e della politica con quelle migrazioni di massa previste dal progetto Onu  Global Contact tanto benedetto dalla sinistra ma partorito dagli stessi plutocrati mondialisti per privare ogni nazione di identità sovrana? Può collimare se si pensa, come sostengono in molti tra cui io, che fa tutto parte di un preciso disegno criminoso volto ad ottenere con l’immigrazione indiscriminata nuovi servi a basso costo per il mercato del lavoro della multinazionali, a garantire nuovi schiavi dei traffici illeciti, business con costante necessità di riciclaggio di denaro ben praticabile negli investimenti finanziari nelle borse dei soliti speculatori mondiali, ed infine creare un clima di tensione sociale talmente violento nel quale il rigore di severissime leggi di polizia, anche contro ogni ideologia del pensiero alternativo, possa essere strumentalizzato per eliminare i paladini della vera democrazia e della espressione identitaria etnica, religiosa e culturale di ogni popolo. Pertanto anche quello spregiudicato e pregiudicato autista senegalese, autore di un attentato incendiario tanto pericoloso quanto alla fine innocuo, potrebbe essere soltanto un’altra pedina nel gioco della strategia del terrore internazionale. Come il turco che ha sparato sul tram di Utrecht o l’australiano-ebreo che ha fatto la strage nelle moschee della Nuova Zelanda. Per capire chi potrebbero essere i registi leggete il precedente articolo su Gospa News Christchurch, il killer ebreo istruito da Mossad e Isis per uccidere Assad”.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

ANSA – ATTENTATO PER I MIGRANTI DELLA NAVE MARE JONIO

CORRIERE – IL SENEGALESE ARRESTATO PER TERRORISMO

IL GIORNALE – BANCA ETICA FINANZIA LA NAVE MARE JONIO

IN GALERA GLI AVVOCATI DEI MIGRANTI FALSARI

ORLANDO: IL NEMICO DI FALCONE CONTRO SALVINI

MASSONERIA – COSPIRAZIONI

MACHETE CONNECTION SOTTO GLI OCCHI CIECHI DEL QUIRINALE

https://www.gospanews.net/2019/03/20/christchurch-il-killer-istruito-da-mossad-e-isis-per-uccidere-assad/

VIAGGI PREMIO IN EUROPA AI MILIZIANI ISIS

DALLA MAFIA AGLI STROZZINI: TUTTE LE SCHIAVITU’ DEI MIGRANTI

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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