Il fabbisogno finanziario necessario all’Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme e per raggiungere gli obiettivi sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023.
IL BAZOOKA “QE” DI DRAGHI: per fare più debito e rapinare i beni d’Italia
L’era della rapida crescita del commercio mondiale sembra essere finita, con le aziende dell’UE che affrontano sia una maggiore concorrenza dall’estero sia un minore accesso ai mercati esteri. L’Europa ha improvvisamente perso il suo più importante fornitore di energia, la Russia. Nel frattempo, la stabilità geopolitica sta scemando e le nostre dipendenze si sono rivelate vulnerabilità.
Il cambiamento tecnologico sta accelerando rapidamente. L’Europa si è ampiamente persa la rivoluzione digitale guidata da Internet e i guadagni di produttività che ha portato: in effetti, il divario di produttività tra l’UE e gli Stati Uniti è in gran parte spiegato dal settore tecnologico.
Anche se i prezzi dell’energia sono scesi notevolmente dai loro picchi, le aziende dell’UE devono ancora affrontare prezzi dell’elettricità che sono 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti. I prezzi del gas naturale pagati sono 4-5 volte più alti. Questo divario di prezzo è causato principalmente dalla mancanza di risorse naturali dell’Europa.
La pace è il primo e principale obiettivo dell’Europa. Ma le minacce alla sicurezza fisica stanno aumentando e dobbiamo prepararci. L’UE è collettivamente il secondo più grande spendaccione militare al mondo, ma ciò non si riflette nella forza della nostra capacità industriale di difesa. L’industria della difesa è troppo frammentata, ostacolando la sua capacità di produrre su larga scala, e soffre di una mancanza di standardizzazione e interoperabilità delle attrezzature, indebolendo la capacità dell’Europa di agire come una potenza coesa. Ad esempio, in Europa vengono utilizzati dodici diversi tipi di carri armati da battaglia, mentre gli Stati Uniti ne producono solo uno.
Il Fallimento del Debito dei Quantative Easing
La prima banale osservazione da fare è che i debiti con Quantitative Easing prima, dilapidati dai vari governi Italiani di sinistra e destra senza un tangibile risultato per l’ambito sanitario, sono paragonabili ai fondi PNRR di un progettto NEXT Generation scritto dalla multinazionale McKinsey finanziata da Bill Gates che è stato progettato su due target principali: quello dell’Intelligenza Artificiale, per privare l’essere umano di qualsivoglia capacità di azione (a meno che non sia il controllore dell’IA) e quello dei sieri genici mRNA, per imporre il progetto di immunizzazione globale lanciato dalla Gavi Alliance di Gates con i Rockefeller nel 1999 e portato avanti dal Governo Gentiloni e dal Governo Draghi con l’imposizione della vaccinazione obbligatoria prima ai bambini (Decreto lorenzxin) e poi anche a varie categorie professionali e over50 durante l’emergenza Covid.
Fa specie, inoltre, non trovare una sola virgola in riferimento all’aumento dei tassi d’0interessi della BCE che negli ultimi due anni hanno strangolato il credito bancario nei confronti dei più biosognosi: ovvero i risparmiatori con i mutui prima casa e le piccole imprese.
Come era ampiamente previsto anche dal World Economic Forum ciò ha creato una recessione economica e finanziaria nel continente – soprattutto in Italia a causa del colossale debito pubblico – che da un momento all’altro può trasformarsi nel temuto Great Reset sul quale sono già pronti a speculare i fondi d’investimento mondiali come BlackRock.
Il Piano di Dragji al Servizio di NATO e Lobby Armi
In ciò si delineano già i motivi per cui Draghi spinge sull’innovazione digitale che negli USA è già in mano ai colossi Amazon e Microsoft che controllano pure il Pentagono come Gates sta inizando a fare soprattutto in Piemonte dove si svilupperà il progetto DIANA della NATO.
Ecco quindi che le criticità di Draghi si riconducono di fatto a un’ossequiosa e pedestre applicazione della Dottrina di Gates, lungimirante nel premiare Von Der Leyen per il contributo UE all’acquisto di vaccini per la campagna Covax per i paesi in via di sviluppo che in larga parte in Africa rifiutarono i sieri genici sperimentali mRNA.
Ma il punto cruciale in cui casca “l’asino Draghi” è la questione energetica in relazione alla Russia.
Con il Golpe del 2014 a Kiev, finanziato da Geroge Soros e da alcuni governanti di paesi NATO come Joseph Biden e Mark Rutte, fu attuato un regime-change cacciando il presidente ucraino filo-russo legittimamente eletto ed innescando la Guerra del Donbass dove il figlio del presidente americano, Hunter Biden, sperava di arricchirsi con gas e petrolio.
La resistenza delle popolazioni filorusse ha scatenato la guerra civile, le violazioni della tregua agli accordi di Minsk tra Russia e Ucraina – fomentate dalle velleità della NATO di espansione all’Est (vedi piano CEPA)– hanno innescato l’Operazione Militare Speciale del presidente russo Vladimir Putin.
Pur sapendo che senza il gas russo l’Europa e l’Italia in particolare avrebbero dovuto affrontare pesanti ricadute energetiche, Bruxelles e il premier Draghi hanno pensato solo agli obiettivi geopolitici della NATO anzichè a quelli di tutela socioeconomica dei cittadini Europei e Italiani.
Per legittimare sino in fondo il ruolo dell’Italia nel conflitto in Ucraina non solo il Governo Draghi di larghe intese (partito unico del Cocvid e dei vaccini, lo chiamò qualcuno) ha legittimato l’incremento dell’importazione di Gas Naturale Liquido dagli USA (arricchendo quindi un competitor occidentale), ma è giunto a violare l’art 11 della Costituzione Italiana che recita quanto segue:
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Draghi e i partiti del Governo Draghi (PD, Lega, Forza Italia ecc) per non farsi prendere in castagna dagli elettori in questa macroscopica violazione costituzionale legittimata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo ad annunciare fame e guerra al momento del suo discorso del febbraio 2022 per il secondo mandato interpretando così il ruolo di ambasciatore del Nuovo Ordine Mondiale, sono giunti persino a “secretare” le forniture italiane di armi al regime palesemente filo-nazista di Volodymyr Zelensky.
Atti strategici deliberatamente contrari a ogni trattativa di tregua e di pace, come imposto dal Regno Unito del premier Boris Johnson, ora sostenitore dei paramilitari ucraini inneggianti alle SS del Battaglione Azov, proprio come il guru ideologico di Fratelli d’Italia, il sottosegrtario GiovanBattista Fazzolari.
Messaggio Subliminale di Propaganda al Carro Armato di Leonardo
Ma mentre i parlamentari e i media fanno finta di non sapere da dove arrivano i missili di crociera Storm Shadow e i droni-kamikaze forniti dall’Italia a Kiev, la Russia lo sa benissimo. Come conosce anche le spedizioni “killer” dei potenti droni americani partiti dalla base siciliana USA NAS di Sigonella.
Ergo se l’Italia è alla canna del gas come previsto è colpa del Governo Draghi che non ha minimamente cercato di sedare il conflitto in Ucraina ma ha gettato polvere da sparo sul fuoco!
Se “le minacce alla sicurezza fisica stanno aumentando” nell’UE bisogna ringraziare Von Der Leyen, già inquisita in Germania per consulenze gonfiate quando era Ministro della Difesa, e Guido Crosetto, oggi Ministro della Difesa ma in oprecedenza presidente della Confindustria delle Armi.
Chi ha seguito le nostre inchieste sulla Lobby delle Armi sa anche comprendere che Draghi nel suo discorso sulla competività ha fatto riferimento ai vari carri armati prodotti in Europa proprio dopo il recente storico accordo tra la multinazionale italiana Leonardo e Rheinmetall per la produzione di un nuovo potente tank.
A smentita dello “sciacallo di guerra” va ricordato che in Italia molti sistemi anti-missile e armamenti sono già prodotti dal Consorzio MBDA, costituito da Matra, Bae, Dynamics ed Alenia, sociètà prima controllata al 50% poi confluita in Leonardo S.p.A. (nuovo nome di Finmeccanica dal 2017) erede della Selenia.
Non ci sarebbe da stupirsi se saltasse fuori una consulenza d’oro di Leonardo a Draghi… Ma anche in quel caso, probabilmente, qualcuno griderebbe al “dossieraggio” come a ha fatto Crosetto quando la magistratura ha voluto vederci chiaro su un’operazione finanziaria sospetta da quasi 2 milioni di euro con l’industrai bellica nazionale.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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PIANO DRAGHI COMPETIVITA’ IN EUROPA