VACCINI COVID: “AVVELENATI MILIONI D’ITALIANI”. Le Accuse dell’Esperta Legale Balanzoni, Radiata da “Medici Assassini”

Gli “Assassini” della Pandemia…
di Piero Angelo De Ruvo
Tutti i link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori dalla Redazione di Gospa News
Dott.ssa Barbara Balanzoni dopo il ricorso alla radiazione dell’ordine dei medici, “non ci sono più gli estremi di fiducia per poter lavorare con persone che ritengo degli assassini”
“Negli ultimi 3 anni c’è stata una impennata di omicidi che non sono colposi ma che sono stati voluti e provocati proprio in concomitanza con l’avvento della pandemia….”.
“…la magistratura è coinvolta, soprattutto la magistratura del nord Italia…”. Evidenzia la Dottoressa Balanzoni, anche esperta di consulenza legale in virtù di una laurea magistrale in Giurisprudenza, in alcuni passaggi in una intervista esclusiva di GospaNews.
E’ stata anche Ufficiale medico dell’Esercito Italiano (che l’ha portata in Kosovo nel 2012) e medico dello staff di Medici senza Frontiere (con i quali si è spinta fino in Afghanistan nel 2013)
La vicenda della radiazione della dottoressa Barbara Balanzoni dall’Ordine dei Medici ha suscitato un intenso dibattito, con voci critiche e solidali che si sono levate da diversi ambiti. Mettere in evidenza la vicenda, le doti e la professionalità della dottoressa Balanzoni significa sollevare una riflessione più ampia su temi fondamentali come la libertà di espressione, la pluralità di opinioni e il ruolo del medico nella società contemporanea e la malasanità.
Un avvelenamento di milioni di Italiani
Nei tanti video pubblicati dalla dott.ssa Barbara Balanzoni viene contrassegnata la sua ferma opposizione a determinate misure adottate nei confronti delle politiche medico-sanitarie legate alla gestione del Covid-19 durante la pandemia, esprimendo posizioni che, sebbene controverse, richiedono un esame critico.
A chi la definisce NO-VAX, la Balanzoni risponde: “Per definirsi noVax bisogna trovarsi davanti al vaccino e questo non lo è, la caccia alle streghe che è stata instaurata e profondamente voluta, è stato un modo molto subdolo di cercare di agganciare con parole di questo tipo e di emarginare tutta una parte di popolazione che legittimamente non voleva sottoporsi ad una tossina, perché non si trattava e non si tratta tuttora di un vaccino”.
La libertà di espressione è uno dei pilastri di una società democratica, e la possibilità di confrontarsi su argomenti di grande rilevanza sanitaria e sociale è essenziale per progredire.
“La questione definitoria – prosegue la dottoressa – accompagnata a misure di dittatura sanitaria e non solo anche politica governativa, in realtà penso che sia la pagina più nera della storia italiana del fascismo sia della I^ e II^ guerra mondiale, perché questa volta è stato un attacco dall’interno dell’istituzione verso i cittadini, un attacco gratuito e con un avvelenamento di milioni di italiani che alcuni per scelta ma molti sotto ricatto hanno ceduto oppure sono morti o rimasti invalidi, e non sappiamo quanti di loro avranno problemi da qui in avanti anche per le future generazioni visto quello che è stato iniettato”.
Le evidenze scientifiche
Sono centinaia gli studi pubblicati da GospaNews dove illustri ricercatori e scienziati, nazionali ed internazionali dimostrano la pericolosità e gli effetti avversi di questi medicinali ad mRNA chiamati vaccini antiCovid.
Tra tutti, riassumiamo le evidenze scientifiche sugli effetti avversi di alcuni medici e ricercatori del calibro del dottor Alberto Donzelli, dell’oncologa Patrizia, Gentilini e della biologa Laura Teodori, pubblicate in esclusiva da GospaNews.
La libertà di parola dei medici imbavagliata dall’Ordine
I medici, al di là delle competenze cliniche, sono anche cittadini con diritto di esprimere le proprie opinioni su politiche e strategie sanitarie. La diversità di pensiero può essere una risorsa preziosa, favorendo il confronto e l’innovazione. Radiare un medico per le sue idee, anche se espresse con toni accesi, è percepito come un tentativo di soffocare il dissenso e uniformare le opinioni.
In questo contesto, è legittimo domandarsi se la radiazione di professionisti, come è avvenuta al Dott. Szumski, radiato dopo essere stato collocato in pensione e intervistato da GospaNews, possa rappresentare un precedente preoccupante per la libertà di parola e il dibattito all’interno della comunità medica.
“Io sono iscritta all’ordine dei medici di Venezia, – afferma con tono orgoglioso la dott.ssa Balanzoni- abbiamo appellato la radiazione e non è assolutamente definitiva. Pago la cassa previdenziale dei medici, e c’è un altro grado di giudizio poi ci sarà se serve la cassazione. Io se fossi dell’ordine dei medici di Venezia penserei a cercare un buon avvocato”, ha evidenziato la Balanzoni.
E dopo la radiazione?
“Già da prima mi occupavo di attività forense, in particolare come consulente tecnico nei casi di omicidi sanitari, dopo questa vicenda stante la mole di lavoro e anche il fatto che non era a mio avviso assolutamente possibile da parte mia per come intendo la mia professione piegarmi a dover lavorare con persone che io ritengo essere assassini, e considerando le condotte che soprattutto qui al nord i medici hanno, io dopo questa vicenda ho deciso di proseguire l’attività forense, fermo restante che sono ancora iscritta all’ordine e posso esercitare, non lo sto facendo in ospedale perché non ci sono gli estremi da parte mia di fiducia rispetto ad un equipe, io non voglio entrare in un ospedale dove magari mi posso ritrovare dalla sera alla mattina persone morte ammazzate con i sedativi per condotte eutanasiche con cui io non centro nulla”.
Continua la Balanzoni, “Negli ultimi 3 anni c’è stata una impennata di omicidi che non sono colposi ma che sono stati voluti e provocati proprio in concomitanza con l’avvento della pandemia, cioè i medici in un delirio che avevamo già visto nella medicina nazista in cui i tedeschi avevano portato avanti progetti omicidiari nei confronti dei tedeschi stessi, si è tornati indietro di 100 anni”
Pazienti legati al letto e costretti a subire ventilazioni forzate
Parole energiche con cui la dottoressa introduce un argomento scottante, la malagestione della sanità da coprire con il tentativo di emanare leggi eutanasiche.
“Le dinamiche sono simili – spiega la Balanzoni, entrando un po’ più nel dettaglio – la casistica che riguarda gli ultimi anni è la malagestione di pazienti entrati con polmoniti e quindi invece di curare il pazienti come si dovrebbe in terapia intensiva con determinate modalità di ventilazione trattando il polmone come se fosse di cristallo, quindi cercando di dare il tempo all’organismo di recuperare, in realtà le persone vengono o legate a letto e costrette a subire ventilazione inadeguate con compressione ad altissimi flussi o vengono trascurati in senso lato, ci sono persone che sono letteralmente disidratati al punto di arrivare a fenomeni di coma. Insieme a questa negligenza, dal non alimentare e non idratare, poi si associa la bomba di sedativi che seve per portare a morte il paziente, adducente come ragione il fatto che il paziente diventa sofferente e lo si fa per alleviare le sue sofferenze, ma in realtà quelle sofferenze non ci sarebbero state se fossero state correttamente assistite, di queste casistiche ne ho a decine, decine e decine, soprattutto il Lombardia in Emilia ed in Romagna”.
Le Archiviazioni della Magistratura
Evidenziare quanto affermato dalla dottoressa Balanzoni, significa affermare il diritto di ogni professionista ad esprimere le proprie prospettive senza temere ripercussioni sproporzionate. In un periodo storico segnato da incertezze e tensioni, è cruciale promuovere un dialogo aperto e rispettoso, dove ogni voce possa contribuire alla costruzione di un sistema più equo e inclusivo.
“La cosa che più salta all’occhio – prosegue – è che la magistratura è coinvolta, soprattutto la magistratura del nord Italia, normalmente non fa nulla non fa indagini non iscrive le persone nel registro degli indagati, a volte chiama i medici che dovrebbe indagare come testimoni e sulla base delle loro dichiarazioni fanno la richiesta di archiviazione. Il Gip si trova molto più in difficoltà perché poi trovandosi in contraddittorio con l’avvocato e le mie relazioni, si rende conto che una persona non può essere soppressa con bombe di sedativi soprattutto se fino al giorno prima era lucida e cosciente e quindi non ha mai chiesto di essere né sedata ne soppressa”.
Approfondendo l’aspetto medico legale la dottoressa Balanzoni continua “Un’altra piaga che ha assunto contorni e caratteristiche criminali è l’atteggiamento dei consulenti delle procure oppure periti del Gip quando si fa l’incidente probatorio perché raggiungono la capacità di mentire e di far passare per corrette delle pratiche che sono del tutto illegali. Lo si vede dai dosaggi, dalle modalità ma lo si vede dalla mancanza del consenso del paziente, se noi pensiamo anche ai tentativi di far passare delle leggi sul fine vita con questi tentativi regionali dare delle spinte in avanti, quello che interessa in questo momento è normare il fine vita, e si sta cercando comunque di portare a casa una legge che faccia passare normale la morte del paziente in ospedale”.
Conclude “Molti pazienti prima di essere portati a morte con queste condotte sono stati costretti o concessi ad una telefonata di commiato, come scritto nelle cartelle cliniche in cui queste persone che erano in grado di accomiatarsi con i familiari, dopo questa telefonata venivano poi uccise, e anche di questo ci sono le prove documentali. Le cartelle cliniche messe a sistema con le ricostruzioni dei famigliari raccontano dinamiche atroci e ci sono stati anche casi in cui i polmoni delle persone sono stati sfondati con questi alti flussi per la mal gestione di questi medici non rianimatori e quindi non sanno come si ventilano i pazienti”.
Il Nord da eccellenza sanitaria a fucina di malasanità
In Italia, la malasanità è un problema significativo, con circa 35.000 richieste di risarcimento per danni biologici ogni anno e oltre 300.000 cause pendenti contro medici e strutture sanitarie, un cambiamento significativo nella percezione o nella qualità del sistema sanitario soprattutto in alcune regioni settentrionali d’Italia.
“I casi quelli più celebri sono quelli a Firenze dove attualmente si sta lavorando con il prof Taormina su due casi molto gravi ma anche con altri avvocati soprattutto in Lombardia in Romagna ed anche in Emilia la dinamica è sempre uguale e la cosa più grave e che questi medici ritengono di poter decidere loro quando si può staccare la spina indipendentemente dalle proteste della famiglia e dall’assenso del paziente questa è diventata una condotta che in alcune regioni è diventata normale. Con la magistratura che invece di indagare le persone e andare velocemente al processo per far in modo che si possa chiarire almeno quello che è accaduto nel contradditorio, in realtà ci fa perdere anni con continue richieste di archiviazione, poi non accettate dal Gip in un carrozzone che ci fa sempre tornare, come nel gioco dell’oca, al punto di partenza”. Conclude la dottoressa Barbara Balanzoni.
L’INTERVISTA VIDEO INTEGRALE ALLA DOTTORESSA BALANZONI
Per concludere, la malasanità pubblica, rappresenta una sfida cruciale per l’intero sistema sanitario italiano. Riconoscere e affrontare le cause legate a gestioni poco efficienti, mancanza di risorse adeguate o disparità regionali, è un passo imprescindibile, abbandonando la strada intrapresa di una sanità privata dove solo pochi eletti possono curarsi.
Un sistema sanitario troppo orientato verso il privato rischia di creare disuguaglianze, limitando l’accesso a cure di qualità a chi può permetterselo e lasciando le fasce più vulnerabili della popolazione senza un adeguato supporto. Solo con un impegno concertato di tutti i cittadini, che rivendicano i loro diritti e una visione a lungo termine sarà possibile invertire questa tendenza e soprattutto ristabilire la fiducia dei cittadini e dei medici in un sistema sanitario che aspiri a tornare un punto di riferimento. Un futuro in cui qualità e accessibilità siano priorità condivise. A mio avviso è questo l’obiettivo da perseguire con determinazione.
Piero Angelo De Ruvo
Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.. Ex sindacalista militare
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia
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