BUFERA SUI COMMISSARI UE: stop al ministro di Orban, ok all’indagata di Macron della “Soros List”
L’EUROCOMMISSIONE AFFARI LEGALI BLOCCA
DUE NOMI DELLA SQUADRA VON DER LEYEN
MA NON LA FRANCESE ED IL POLACCO
SOTTO INCHIESTA PER ILLECITI SUI FONDI UE
NEI GUAI IN GERMANIA ANCHE URSULA…
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Quella che già sembrava una tempesta si sta trasformando in un ciclone che potrebbe anche travolgere il nuovo presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e tutti il suo team. Da dieci giorni, poco dopo la comunicazione dei nuovi “ministri” UE, a Bruxelles serpeggiano malumori e imbarazzi perché ben 4 dei nuovi Commissari sono sotto inchiesta: tra loro la stessa Von Der Leyen, nei guai in Germania per sospette consulenze affidate dal Ministero della Difesa tedesco durante il suo mandato.
A rafforzare la bufera è stato l’intervento della Commissione Affari Legali del Parlamento Europeo che, in virtù di nuove norme mai applicate prima, ha ora la facoltà di approvare o bocciare i candidati commissari prima delle loro audizioni davanti all’assemblea degli Eurodeputati in vista della votazione di conferma dell’incarico che dovrebbe iniziare – il condizionale è d’obbligo vista la critica situazione – dal primo di novembre.
Ebbene la Commissione “giuridica” ha approvato 24 nomine ma ne ha bocciate due: la politica Rovana Plumb, indicata dalla Romania e scelta dal presidente per una delega ai Trasporti, uno dei candidati ritenuti da alcuni inadeguati proprio per le indagini su presunti illeciti; e l’avvocato László Trócsányi, proposto dall’Ungheria e destinato a diventare Commissario alle Relazioni di Vicinato ai paesi confinanti Ue.
L’ungherese è un uomo di fiducia di Victor Orban divenuto famoso in Europa soprattutto per le leggi antimigranti e per quella che ha tolto gli accreditamenti all’Università di Budapest fondata dal finanziere magiaro-americano George Soros. Ecco quindi farsi sentire il peso della famosa Soros List di eurodeputati ritenuti amici dell’Open Society Foundation del plutarca di origini sioniste che nei giorni scori è riuscito ad ottenere ingenti contributi Ue per continuare a finanziare le operazioni di soccorso dei migranti nel Mediterraneo.
Sono invece state approvate dai parlamentari dell’organismo deputato agli Affari Legali quelle della francese Sylvie Goulard, ex deputato al Parlamento europeo e Ministro della Difesa francese dimissionario proprio per un’inchiesta sull’indebito utilizzo di fondi UE, indagata in Francia, e del polacco Janusz Wojciechowski, individuato da Von der Leyen quale futuro commissario europeo per l’Agricoltura, nonostante sia al centro di un’indagine dell’Olaf (European Anti-Fraud Office), l’ufficio anti-frode dell’Unione Europea.
IN DUE SOSPESI DALLA COMMISSIONE AFFARI LEGALI
Se la bocciatura di Plumb era nell’aria perché preannunciata anche dalle dichiarazioni del suo connazionale Dacian Ciolos, ex primo ministro rumeno e commissario europeo per l’Agricoltura, leader del gruppo liberale di centro Renew Europe nel Parlamento europeo, quella del candidato ungherese Trócsányi è un’evidente “messaggio politico” al presidente Orban che ha già alzato la voce minacciando battaglie legali se il suo candidato non sarà accettato.
Von der Leyen non ha commentato la decisione del Parlamento ma la portavoce della Commissione Mina Andreeva ha riconosciuto la sospensione del processo di conferma per i due nominati. “Ma ciò non significa necessariamente che ora debba essere automaticamente proposto un nuovo candidato”, ha detto ai giornalisti. La procedura è infatti nuova.
Secondo quant riportato dal webmedia Politico «Funzionari del Parlamento hanno affermato che le lettere della commissione che espongono le sue preoccupazioni mancano di chiarezza e non dichiarano esplicitamente che le preoccupazioni del panel non possono essere superate. Un funzionario ha anche affermato che il presidente del Parlamento David Sassoli avrebbe dovuto chiedere ulteriori chiarimenti alla commissione prima di scrivere a von der Leyen».
Al momento non si conoscono le ragioni delle clamorose bocciature. «Per loro due, ci sono aree grigie riguardanti i loro conflitti di interesse che non siamo stati in grado di chiarire» ha riferito un deputato che ha preferito restare anonimo. La commissione, infatti, non ha ancora esposto pubblicamente i motivi delle sue decisioni, assunte durante sessioni a porte chiuse.
«Ma le critiche a Plumb, ex ministro del governo dei socialdemocratici al potere in Romania, si sono incentrate su due prestiti per un valore di quasi 1 milione di euro che non ha dichiarato nella sua dichiarazione finanziaria originale esaminata dagli eurodeputati – aggiunge il website Politico – Trócsányi, ex ministro della giustizia, è stato esaminato attentamente per i legami tra uno studio legale da lui fondato e il lavoro svolto per il governo ungherese».
E’ però evidente che lo stop ai candidati di Bucarest e Budapest ma non a quelle degli altri nominativi finiti nel mirino dell’agenzia anti-frode Olaf o al centro di indagini nazionali può essere l’elemento di deflagrazione di uno scontro a viso aperto tra i paesi Ue, proprio nel momento in cui rimane l’incognita della Brexit con il rischio per Bruxelles di fare a meno dell’oneroso contributo di 9 miliardi di euro l’anno da parte della Gran Bretagna. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i sospetti che hanno messo alla berlina alcuni Commissari della lista Von der Leyen. E lei stessa.
LE INCHIESTE SU VON DER LEYEN E TRE COMMISSARI
Proprio il nuovo presidente della Commissione Europea è il primo a dover fare i conti con un’inchiesta avviata dal Parlamento tedesco. «Il Bundestag la accusa di misspending (sperpero di denaro pubblico) e missmanagement (cattiva gestione) durante il suo periodo come ministro della difesa della Germania – evidenziano i giornalisti David M. Herszenhorn and Maïa De La Baume nell’articolo su Politico – Unacommissione parlamentare sta esaminando il modo in cui i contratti di ministero della difesa redditizi sono stati assegnati a consulenti esterni costosi senza una corretta supervisione. È possibile che una rete di connessioni personali informali che coinvolga alcuni funzionari del ministero abbia facilitato tali accordi. Berlino probabilmente la chiamerà per essere interrogata a dicembre».
La posizione più delicata rimane comunque quella della politica rumena dello S&D. «Rovana Plumb è una veterana ministro del governo rumeno che è stata nominata in un caso di corruzione nel 2017, in cui è stata accusata di aiutare il leader del suo partito socialdemocratico in un accordo immobiliare illecito che coinvolge la proprietà di un’isola nel fiume Danubio». A criticarla è stato per primo il suo connazionale Ciolos: «Conosco Rovana Plumb.Come posso essere sicuro che rappresenterà i valori europei?». Plumb ha 59 anni e in passato è stata ministra del Lavoro, dell’Ambiente e dei Fondi europei. Attualmente è vicecapogruppo dei Socialisti al Parlamento Europeo. Era una delle persone coinvolte nelle inchieste per corruzione che nel 2017 riguardarono diversi politici di alto livello, ma il Parlamento romeno le garantì l’immunità.
In Romania, la decisione ha messo in luce le tensioni tra il presidente di centrodestra Klaus Iohannis e i socialdemocratici, che controllano il governo. Iohannis ha chiesto al governo di presentare un nuovo candidato. Ma il segretario generale dei socialdemocratici ha accusato l’opposizione rumena di aver sabotato Plumb al Parlamento europeo: nella Commissione Affari Legali 15 membri hanno votato per respingere la candidatura mentre sei hanno votato a suo favore (due gli astenuti).
E’ invece passata senza problemi la candidatura di Sylvie Goulard (Alde), politica di fiducia del presidente francese Emmanuel Macron che l’ha nominata vicegovernatrice della Banca di Francia dopo che fu costretta a dimettersi da Ministro della Difesa, dopo solo un mese dal suo insediamento, per lo scandalo dei Fondi Ue.
«Mentre von der Leyen si preparava a svelare il suo elenco di commissari in una conferenza stampa a Bruxelles, uno dei nomi più importanti della sua lista, Sylvie Goulard è apparsa in una stazione di polizia a Nanterre, un sobborgo a ovest di Parigi, ed è stata interrogata sulle accuse secondo cui lei e altri deputati francesi avrebbero assunto assistenti con fondi dell’UE che stavano effettivamente lavorando per i loro partiti nazionali in Francia» aggiungono i reporter Herszenhorn and De La Baume rammentando che l’ex eurodeputata avrebbe già rimborsato al Parlamento Europeo i 45mila euro che avrebbe indebitamente speso.
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Goulard, nel movimento En Marche dal 2016, è candidata al ruolo strategico di Commissario per Mercato Interno e Industria, può vantarsi di essere un’europeista tout court, fondatrice del think-tank Spinelli Group insieme a Guy Verhofstadt come lei inserito nella Soros List, in cui figurano gli europarlamentari ritenuti affidabili per l’Open Society Institute. In tale elenco figura anche il parlamentare Ue S&D Roberto Gualtieri, nominato Ministro dell’Economia in Italia dal Governo Conte Bis (sostenuto da 5Stelle e Partito Democratico) nonostante di professione sia uno storico…
DEPUTATO UE DELLA “LISTA SOROS” MINISTRO ALL’ECONOMIA NEL CONTE BIS
Infine, a destare imbarazzo a Bruxelles tra politici e giornalisti c’è anche la scelta di von der Leyen per il Commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, 65 anni, giurista della Polonia membro della Corte dei Conti Europea, sotto inchiesta da parte dell’agenzia antifrode dell’UE OLAF per presunte irregolarità nei rimborsi di spese di viaggio durante il suo mandato come deputato europeo, dal 2004 al 2014, nell’area di centrodestra prima coi popolari PPE e poi con i conservatori ECR. Proprio i casi clamorosi di Goulard e Wojciechowski hanno scitato domande ficcanti da parte dei reporter accreditati al Parlamento Europeo durante la presentazione della lista da parte di Von der Leyen.
“Nella tua squadra, ci sono un certo numero di commissari che sono discutibili, un paio di loro sono soggetti a un’inchiesta o un’indagine dell’OLAF”, ha chiesto un giornalista. “Perché non li hai semplicemente rifiutati? Perché altrimenti la tua Commissione potrebbe già avere questa immagine offuscata, comprese le persone che sono sospettate di aver commesso una frode, anche se si presume siano innocenti”
«Non commenterò le indagini dell’OLAF perché sono completamente indipendenti, concluderanno il loro lavoro e ascolteremo ciò che hanno da dire – aveva replicato Ursula von der Leyen – L’OLAF è un organo indipendente ed è così che dovrebbe essere. Si presume sempre che uno sia innocente, come hai giustamente sottolineato».
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LA BOCCIATURA DEL COMISSARIO ANTI-SOROS
Ora però la matassa si complica in vista delle audizioni davanti al Parlamento Europeo per la bocciatura del candidato ungherese. László Trócsányi, 63 anni, già professore universitario di diritto europeo e ambasciatore in vari paesi, è diventato famoso in Europa per il suo incarico da ministro della Giustizia nel governo guidato da Viktor Orbán. Negli ultimi anni Trócsányi ha promosso leggi di contrasto alle ong che si occupano di soccorso ai migranti ed aveva promulgato una normativa per il ritiro degli accreditamenti alla Central European University, fondata dal miliardario George Soros, con il conseguente rischio della sua eventuale chiusura. Ecco quindi ora lo smacco: la candidata francese Goulard vicina a Macron e Soros, sebbene indagata per malversazione dei fondi Ue, l’uomo di Orban respinto. Trócsányi ha definito la mossa «una decisione politica … priva di qualsiasi base fattuale. Ho pienamente intenzione di prendere tutte le misure legali contro di essa».
«La situazione non è cambiata. Laszlo Trocsanyi è un uomo straordinario, un avvocato internazionalmente riconosciuto e un diplomatico esperto. Il suo unico peccato è di aver aiutato il governo, e me personalmente, a proteggere l’Ungheria dall’immigrazione e ad assicurare che nessuno possa entrare illegalmente nel paese senza documenti» ha dichiarato Orban venerdì a Kossuth Radio, commentando la decisione della commissione Affari legali (Juri) del Parlamento europeo di bloccare la candidatura dell’ex ministro della Giustizia ungherese per conflitto d’interessi. Orban ha confermato alla radio di aver già parlato con la presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a proposito della questione.
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«Ci sono cose che non possiamo fare: non aiuteremo alla riapertura dei porti, al trasporto dei migranti e alla loro distribuzione in Europa» ha aggiunto il presidente ungherese nell’intervista ricordando il recente incontro con il premier italiano Giuseppe Conti e ribadendo quindi la sua posizione contro il gruppo di paesi Ue “pro_migranti” che vogliono riaprire i porti alla luce di accordi sulla ridistribuzione delle quote da imporre agli Stati membri dell’Ue.
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Il dibattito sulle politiche di accoglienza si fa scottante proprio nei giorni in cui si è diffusa la notizia dell’operazione Nettuno condotta dall’Interpol nei porti del Mediterraneo che ha portato alla scoperta di alcuni Foreign Fitghters affiliati ai jihadisti ISIS. «C’è un solo continente che si arrende alle sue tendenze suicidarie e non difende la sua identità. Quel continente è l’Europa» ha aggiunto Orban facendo capire che è pronto a dare battaglia. E la bocciatura del suo candidato può essere un ulteriore “casus belli”…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
POLITICO – 4 COMMISSARI SOTTO INCHIESTA
POLITICO – DUE CANDIDATI RESPINTI DAL PARLAMENTO
https://www.gospanews.net/politica-societa-italiana/
https://www.gospanews.net/russia-politica-internazionale/
Un pensiero su “BUFERA SUI COMMISSARI UE: stop al ministro di Orban, ok all’indagata di Macron della “Soros List””