“LA SODOMIA NON E’ PIU’ ABOMINIO”: La Pontificia Commissione Biblica rinnega la Bibbia. Ma Ravasi scriveva altro…
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!».
(Genesi, 19,5)
All’otigine della differenza etnica e linguistica dei popoli, se si ritiene la Bibbia autentica “Parola di Dio”, ci fu l’atto di superbia umana della Torre di Babele che mirava a raggiungere il Cielo. Oggi, dopo tre secoli di inseminazione massonica nel pensiero culturale dominante, l’evoluzione Darwiniana ha preso il sopravvento sul Creazionismo ed il Relativismo imperversa tanto nelle scienze che negano una verità conclamata come la differenza biologica di genere quanto nell’etica umana ormai sguaitamente ostile alla morale Giudaico-Cristiana sopravvissuta a circa 7mila anni di storia della terra.
La mondanità antropologica e la secolarizzazione religiosa promulgate dai deisti incappucciati del Grande Architetto dell’Universo, ovvero i massoni, è talmente penetrata nella società civile da indurre il Vaticano ed il Vescovo di Roma ad inseguirla abbattento il recento dell’ovile per dimostrare alle pecorelle smarrite – ed incallite – che la Chiesa Cattolica è un porto di mare esattamente come quella Luterana. Il mio pensiero è oggi confermato dal maldestro tentativo esegetico di riscrivere persino la Bibbia pur di appiattirla alle necessità pastorali.
Non si può interpretare altrimenti il goffo, bolso e vacuo tentativo della Pontificia Commissione Biblica di re-interpretare alla luce delle scienze moderniste persino i passaggi più perentori della Parola di Dio in quello che molti, all’interno della stessa comunità ecclesiatica cristiana, vedono come uno sforzo per normalizzare l’omosessualità nella Chiesa cattolica come ha già fatto la Chiesa Luterana con la benedizione delle nozze tra persone dello stesso sesso.
Il nuovo volume, intitolato “Cos’è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica”, è stato pubblicato il 16 dicembre dalla Pontificia Commissione Biblica (PBC), e si propone di esaminare la comprensione scritturale della persona umana. Il gesuita padre Pietro Bovati, segretario della Pontificia Commissione Biblica, ha detto che il lavoro è stato svolto per espresso desiderio di papa Francesco. Ebbene nel terzo capitolo del trattato si riduce il “peccato di Sodoma” (Genesi 19, 1-29) a “una mancanza di ospitalità”.
LA NUOVA STORIA DI SODOMA
«La storia della città di Sodoma … illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza verso lo straniero, un comportamento giudicato molto grave e quindi meritevole di essere sanzionato con la massima severità» afferma il nuovo libro secondo quanto riferito dalla giornalista Diane Montagna nel suo articolo pubblicato su Lifesitenews e tradotto in italiano da Sabino Paciolla.
“Grazie a Dio questa roba non è magistero” è stato il commento di un teologo che ha definito il testo banale sebbene sia arricchito da una prefazione del Cardinale Luis Ladaria, SJ, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Biblica. Il volume si compone di quattro capitoli: L’essere umano creato da Dio (cap. 1); L’essere umano nel giardino (cap. 2); La famiglia umana (cap. 3); e l’essere umano nella storia (cap. 4).
La sua trattazione di 10 pagine sull’omosessualità si trova nel capitolo tre, in una sezione intitolata “vie trasgressive” che include anche l’incesto, l’adulterio e la prostituzione.
La trattazione sull’omosessualità inizia affermando che “l’istituzione del matrimonio, costituita dalla relazione stabile tra marito e moglie, è costantemente presentata come evidente e normativa nel corso di tutta la tradizione biblica. Non esistono esempi di ‘unioni’ legalmente riconosciute tra persone dello stesso sesso”.
La commissione rileva poi l’emergere, soprattutto in Occidente, di “voci di dissenso” rispetto all’”approccio antropologico della Scrittura, inteso e trasmesso dalla Chiesa nei suoi aspetti normativi”.
“Tutto questo è giudicato il riflesso di una mentalità arcaica e storicamente condizionata. Sappiamo che diverse affermazioni bibliche, in ambito cosmologico, biologico e sociologico, sono state progressivamente considerate superate con la progressiva affermazione delle scienze naturali e umane; analogamente – si deduce da alcuni – una nuova e più adeguata comprensione della persona umana impone una riserva radicale sul valore esclusivo delle unioni eterosessuali, a favore di una simile accettazione dell’omosessualità e delle unioni omosessuali come espressione legittima e degna dell’essere umano” recita testualmente il libro della Pontificia Commissione Biblica accreditando proprio le teorie comologiche, biologiche e sociologiche imposte dal progetto del Nuovo Ordine Mondiale di ispirazione massonica già delineato dallo scrittore cattolico William Guy Carr, commodoro della marina canadese, nel suo libro “The pawns in the game (Le pedine in gioco)”.
A questa deriva antropologica e sociale del Cristianesimo si riferirono anche alcune profetiche parole del frate cappuccino San Pio da Pietrelcina cui abbiamo dedicato un’ampia riflessione.
“Per di più – si sostiene a volte – la Bibbia dice poco o nulla su questo tipo di relazione erotica, che non va quindi condannata, anche perché spesso si confonde indebitamente con altri comportamenti sessuali aberranti. Sembra quindi necessario esaminare i brani della Sacra Scrittura in cui il problema omosessuale è oggetto di omosessualità, in particolare quelli in cui viene denunciato e criticato” rilevano gli autori del libro della PBC.
LA FOLLA DI SODOMA CONTRO GLI STRANIERI
«Se da un lato la Pontificia Commissione Biblica non può essere accusata semplicemente di avallare le posizioni espresse in precedenza, dall’altro è certo che si spinge molto lontano nell’insinuarle, in particolare nella sua trattazione del peccato di Sodoma» evidenzia invece Lifesitenews.
«La commissione infatti esamina diversi passi dell’Antico e del Nuovo Testamento (Gen. 19, Giudici 19, Lev. 18,22 e 20,13). Gli estensori introducono il loro esame, osservando che “la Bibbia non parla dell’inclinazione erotica verso una persona dello stesso sesso, ma solo di atti omosessuali” – si legge ancora sul website d’ispirazione cristiana – Passando al “peccato di Sodoma” e alla totale distruzione della città da parte della giustizia divina per una “malvagità” senza rimedio (Gen 19,1-29), la commissione biblica si chiede: “Ma qual è stato il peccato di Sodoma, da meritare una punizione così esemplare?”».
Gli autori osservano che “in altri passi della Bibbia ebraica che si riferiscono alla colpa di Sodoma, non vi è alcuna allusione a una trasgressione sessuale praticata con persone dello stesso sesso”, ma notano che questi passi (Isaia 1:10; Geremia 23:14; Ezechiele 16:49) parlano di “tradimento”, di “adulterio” e di “orgoglio”.
La commissione conclude che una “significativa tradizione biblica (Antico Testamento), attestata dai profeti, ha etichettato Sodoma (e Gomorra) con l’emblematico, ma generico, titolo della città malvagia”.
Ma, sostengono, all’alba del Nuovo Testamento (in particolare 2 Pt 2,6-10 e Giuda 7), nel II secolo comincia a emergere una “diversa interpretazione” del peccato di Sodoma che diventa la “lettura abituale” del racconto biblico.
“La città di Sodoma viene poi accusata di una pratica sessuale inappropriata chiamata ‘sodomia’, che consiste nella relazione erotica con persone dello stesso sesso”, scrive la commissione.
La PBC continua: “Questo sembrerebbe avere, a prima vista, un chiaro sostegno nella narrazione biblica. In Genesi 19 si dice, infatti, che due ‘angeli’ (v.1), ospitati per la notte in casa di Lot, sono assediati dagli ‘uomini di Sodoma’,’ giovani e vecchi, l’intera popolazione (v.4), con l’intenzione di abusare sessualmente di questi sconosciuti (v.5)”.
Ribaltando la tradizionale concezione del peccato di Sodoma, la Pontificia Commissione Biblica fa poi questa affermazione: “La storia, però, non vuole presentare l’immagine di un’intera città dominata da irrefrenabili voglie omosessuali, ma denuncia la condotta di un’entità sociale e politica che non vuole accogliere lo straniero con rispetto, e quindi pretende di umiliarlo, costringendolo a subire un infame trattamento di sottomissione”.
Fiduciosa nella loro interpretazione, la commissione scrive: “Questo modo di leggere la storia di Sodoma è confermato dalla Sapienza, (19,13-17) dove la punizione esemplare dei peccatori (prima Sodoma e poi l’Egitto) è motivata dal fatto che avevano mostrato un profondo odio verso lo straniero”.
La commissione conclude: “Dobbiamo quindi dire che la storia della città di Sodoma (così come quella di Gabaa) illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza verso lo straniero, un comportamento giudicato molto grave e quindi meritevole di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è un principio di disgregazione sociale, avendo in sé una violenza mortale che merita una punizione adeguata”.
«L’idea che i sodomiti abbiano attaccato la casa di Lot non perché fossero consumati dalla lussuria perversa, ma perché erano così ostili all’immigrazione da non poter sopportare il pensiero di Lot che intratteneva due ospiti è ovviamente ridicola – riferisce un teologo contattato da LifeSite – Erano preoccupati che questi fossero solo l’inizio di un enorme afflusso di Angeli che si sarebbe riversato a Sodoma, cambiando completamente il carattere della città fino a quando un animale razionale non si sarebbe sentito più a suo agio lì, con locande e ristoranti traboccanti di esseri immateriali? È ovvio che la perversione vorace e non la mancanza di tolleranza per l’”altro” è la fonte dei crimini del sodomita».
L’ABOMINIO NELLA RILETTURA “INTELLIGENTE”
La Pontificia Commissione Biblica esamina poi il passo del Levitico, che dice: “Non giacerai con un uomo come [si fa] con una donna; è un abominio”, punibile con la morte (18,22; 20,13).
Osservando che questo peccato è annoverato tra “l’incesto e altre deviazioni sessuali”, la commissione osserva che “il legislatore non dà alcuna motivazione, né per il divieto né per la severa pena comminata. Possiamo, tuttavia, considerare che la legge del Levitico intendeva proteggere e promuovere l’esercizio della sessualità aperta alla procreazione, secondo il comando del Creatore agli esseri umani (Gen 1:28)”.
Nemmeno la parola “abominio” è sufficiente agli esegeti PBC per desistere dalla loro arrampicata sulla Torre di Babele del relativismo morale. Evitiamo, per brevità, di riportare i passi che stravolgono anche le lettere dell’apostolo San Paolo.
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La Pontificia Commissione Biblica termina così la sua trattazione sull’omosessualità:
“L’esame rigoroso condotto sui testi dell’Antico e del Nuovo Testamento ha rivelato elementi che devono essere considerati per una valutazione dell’omosessualità, nelle sue implicazioni etiche. Alcune formulazioni degli autori biblici, così come le direttive disciplinari del Levitico, richiedono un’interpretazione intelligente che salvaguardi i valori che il testo sacro intende promuovere, evitando così di ripetere alla lettera ciò che porta con sé, anche i tratti culturali dell’epoca. Il contributo delle scienze umane, insieme alla riflessione dei teologi e dei teologi morali, sarà indispensabile per un’adeguata esposizione della questione, che è stata solo abbozzata in questo documento”.
“Inoltre – concludono – sarà necessaria un’attenzione pastorale, soprattutto nei confronti delle persone, per svolgere quel servizio di bene che la Chiesa deve assumere nella sua missione per gli uomini”.
L’OMOSESSUALITA’ SECONDO IL CARDINALE RAVASI
Per fortuna Papa Paolo VI ha rimosso il ruolo magisteriale della Pontificia Commissione Biblica nel 1971 che da allora ha funzionato come semplice organo consultivo o think-tank. La difficoltà di conciliare i suoi documenti con l’insegnamento della Chiesa sull’infallibilità della Scrittura è evidente da tempo.
Ma tale difficoltà si scioglie come neve al sole nel testo inequivocabile del biblista monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, tratto Dal mensile “Vita Pastorale” Febbraio 2006 p. 56
«Questa volta entriamo in una questione molto delicata, non solo per il coinvolgimento in un dibattito sociale e politico incandescente ma anche per la stessa ermeneutica biblica. Intendiamo riferirci all’omosessualità. In premessa è necessario affermare che il modello antropologico della Rivelazione biblica è fondato sulla duplice realtà dell’uomo e della donna e sulla loro fecondità, come partecipazione alla potenza creatrice di Dio stesso (Gen 1,26-28)» scrive Ravasi.
«È noto che il famoso passo di Sodoma e Gomorra, Genesi cap. 19, dev’essere usato con molta cautela, nonostante l’interpretazione tradizionale così vigorosa da aver coniato su questo testo il vocabolo “sodomia” e nonostante il chiaro riferimento alla richiesta rivolta a Lot di consegnare i suoi ospiti “angelici” a quella folla «perché potesse abusarne». L’orrore e la condanna dell’autore sacro riguardano soprattutto la violazione della legge sacra dell’ospitalità e non è escluso un riferimento polemico contro l’idolatria degli indigeni della Palestina, i cananei, che nei loro culti della fertilità ammettevano l’omosessualità sacrale. Si legga Dt 23,18-19 ove sono di scena i “prostituti sacri”, bollati spregiativamente come cani, ma che in realtà erano sacerdoti dei culti cananei». Lo sfregio al diritto all’accoglienza dello straniero nel testo del biblista è rimarcato al pari delle implicazioni delle devianze sessuali.
«La questione omosessuale non è però assente dalla Bibbia. Nel libro del Levitico si leggono precetti indiscutibili: «Non avrai relazioni con un maschio come si hanno con una donna: è un abominio […]. Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte» (18,22; 20,13). La pena di morte nell’antico Israele aveva un valore teologico oltre che giuridico: era in pratica la sanzione della “scomunica” dalla comunità santa» prosegue il cardinale.
«C’è, poi, da segnalare un testo paolino significativo. In una lista di vizi che escludono dal regno di Dio, l’Apostolo introduce due classi di persone: i malakoi, letteralmente “i teneri, i dolci”, cioè gli effeminati, il partner omosessuale passivo, e gli arsenokoitai, vocabolo ignoto in greco classico ma etimologicamente chiaro, indicante gli omosessuali attivi (1Cor 6,9-10). A questa linea si può riportare anche la lista di vizi contrari al Vangelo citati in 1 Tm 1,10: appaiono la fornicazione in senso lato e gli andrapodistai, cioè i sequestratori di ragazzi per pederastia».
«Nel trattatello dei capitoli 13-15 del libro della Sapienza sull’idolatria l’autore, probabilmente un giudeo di Alessandria d’Egitto che scrive nel 30 a.C., elenca un alfabeto di 22 vizi. La lista è costruita partendo dalla lettera t, l’ultima dell’alfabeto ebraico, per giungere alla a, la prima, così da indicare simbolicamente le perversioni dell’ordine morale. In questa lista si parla anche della “inversione della generazione”. Non è chiaro a cosa alluda il sapiente: per alcuni sarebbe in causa l’omosessualità, per altri ogni frustrazione della funzione generatrice. Significativa resta la connessione tra idolatria e vizio sessuale».
Ancora più eloquenti le parole di monsignor Ravasi su altre lettere dell’apostolo: «Dalla decadenza religiosa nasce la perversione morale. La stessa tesi è ribadita da Paolo nel famoso ritratto del mondo pagano in Rm 1,26-27. Qui, però, è nettamente in questione l’omosessualità: “Le donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini”. Anche qui la degenerazione sessuale è vista come conseguenza della deviazione religiosa. La perdita del senso di Dio fa precipitare nel gorgo del vizio da cui ci può liberare solo la grazia salvatrice».
«Certo, la Bibbia non considera le implicazioni psicologiche e le questioni più complesse di indole antropologica ed è debitrice di modelli culturali e persino di condizionamenti legati alla sua natura di Rivelazione storica. La sua è, quindi, una prospettiva teologica e si àncora alla sorgente della cosiddetta “morale dell’alleanza”: alla base c’è il progetto divino sull’essere umano creato da Dio “maschio e femmina” (Gen 1,27). Si ha, perciò, un’antropologia ben definita che costituisce un codice decisivo di riferimento per la morale. In questo codice è, però, da porre anche il rispetto per la persona, comunque essa si ponga nell’esistenza» chiosa Ravasi.
Non è la prima volta che un’istituzione pontificia sostiene posizioni quantomeno imbarazzanti. In precedenti reportages abbiamo evidentiato il risalto dato dall’agenzia Fides delle Pontificie Opere Missionarie alla preghiera in favore dei militari turchi dopo l’invasione del Rojava in Siria che sta causando decine di morti ogni giorno, sovente anche tra i civili.
E nell’articolo sugli affidi facili a Bibbiano avevamo rilevato che la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium era partner degli eventi organizzati dal sedicente psicologo Claudio Foti, arrestato per presunti maltrattamenti su minori nell’inchiesta Angeli & Demoni, e dal suo Centro Studi Hansel & Gretel onlus focalizzato sulla teoria dell’intelligenza emotiva ma anche sulla promozione della libera educazione sessuale tra i fanciulli. Alcuni dei quali dati in affido proprio a coppie lesbiche attiviste LGBT.
Se prima c’era la pragmatica ora c’è anche l’ermeneutica biblica a sostenere i nuovi orizzonti del progresso etico…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
GOSPA NEWS – COSPIRAZIONI E MASSONERIA
LA TRADUZIONE DI LIFESITE NEWS
“alla morale Giudaico-Cristiana sopravvissuta a circa 7mila anni di storia della terra.” Mi meraviglio che si usi ancora questa frase ossimoro – contradditoria – non esiste la religione giudaica-cristiana, o si ha l’una oppure l’altra. Le due sono come olio e acqua che non si combinano.
Gentile lettore mi meraviglio che ci sia ancora qualcuno che non comprenda il significato della definizione Giusaico-Cristiana. Visto che Gesà Cristo è stato crocifisso come Re dei Giudei, era discendente della sturpe di Davide, re dei Giudei, della tribù prediletta di Giuda, figlio savio di Giacobbe-Israele, nipote di Abramo e discendente di Noè.
Se un vero cristiano si dedicasse alla lettura della Bibbia invece che ai commenti probabilmente scoprirebbe che 2/3 di essa sono costituiti dall’Antico Testamento Ebraico-Giudaico e che solo il restante terzo è cristiano, poichè Gesù Cristo venne a portare la buona novella dell’amore, incarnato e Risorto per volontà del Padre, nel tramite della causa efficiente dello Spirito Santo,ma come il Messia stesso rimarcò nei Vangeli, non giunse per cambiare un solo trattino della legge Ebraico-Giudaico.
Inoltre mentre l’appartenenza Ebraica e Giudaica è copiosamente ribadita dalla Bibbia quella Cristiana, in quanto seguaci di Cristo, figura solo negli Atti degli Apostoli.
Prossima volta prima di commentare parlate coi vostri figli o nipoti che frequentano il Catechismo Cattolico, sono certo che saanno colmare la vostra ignoranza esegetica e teologica.
Gospa News Director
Fabio Giuseppe (nome di tradizione Giudaica, figlio prediletto di Giacobbe-Israle) Carlo Carisio
C’è da rimanere interdetti… del resto questa casta di “dottori secondo la carne” non ha mai creduto pienamente alla divina ispirazione delle Sacre Scritture, perché si son fatti i loro ministri, i loro capi, le loro gerarchie, creandosi una religione a imitazione di quella romana imperiale col Pontifex Maximus, a loro immagine e somiglianza. Non come la semplice ed umile Chiesa che il Signore Gesù Cristo fondò col Suo sangue e che essi hanno sempre perseguitato, bollando i Cristiani seguaci di Cristo come “eretici”, perseguitandoli con varie crudeli pene e torture, per eliminare i dissensi: la “santa inquisizione” che non ha mai avuto nulla di Santo, ma molto di diabolico, roghi di gente arsa viva, varie “cacce alle streghe”, contro-riforme, ecc… lo fecero anche con gli stessi loro colleghi, come Gerolamo Savonarola… Non so se sapete che “un concilio a Tolosa nel 1229 giunse a proibire ai laici francesi il possesso di copie della Bibbia; nel 1234 un altro concilio, Tarragona, ordinò il rogo delle traduzioni della Bibbia in lingue volgari” (Fonte Wikipedia), proprio per tenere le creature di Dio lontane dal Sacro Testo, perché, come alcuni esponenti di odierne sette pseudocristiane, soltanto loro si ritenevano (da sé stessi) gli unici “autentici” interpreti delle Sacre Scritture, tralasciando che Dio si usò di pastori, pescatori, mandriani per farci pervenire CON SEMPLICITA’ la Sua Parola, proprio perché fosse comprensibile a TUTTI! Invece loro si son creati le loro Tradizioni umane, le loro personali interpretazioni “coi paraocchi” proprio per non far comprendere alla gente le Sacre Scritture, e far dipendere il popolo da essi! Per citare un altro episodio soltanto chiarificatore di quanto detto: Il Signore Gesù Cristo, il Fondatore e Capo della Chiesa Cristiana (che da Lui prende nome), disse: “Il mio Regno non è di questo mondo”, mentre il regno di questi uomini vestiti con abiti variopinti è stato SEMPRE di questo mondo… e per secoli hanno deciso e deposto regnanti, oltre ad avere il loro proprio regno in Vaticano, neanche l’Unità d’Italia si sarebbe realizzata, fosse stato per loro…!